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Un sito per la lista unitaria di Romano Prodi
7.02.2004

Un sito per la lista unitaria di Romano Prodi
La lista unitaria ha aperto il suo sito http://www.listaunitaria.it/
dove sono reperibili tutti i documenti, il manifesto di Prodi "l'Europa e' un sogno e un progetto",
un link per aderire in via telematica http://www.listaunitaria.it/aderisci/index.asp
e le informazioni sulla convenzione che si terra' a Roma il 13 e 14 febbraio.

Convenzione Nazionale
Roma 13-14 febbraio 2004
Palalottomatica (ex Palazzo dello Sport)

I principi contenuti nel Manifesto per l'Europa di Romano Prodi costituiscono la piattaforma su cui
fondare la costruzione di una lista unitaria dell'Ulivo per le prossime elezioni europee.
Si tratta di un processo che ha preso avvio con le Assemblee a carattere congressuale dei DS, della
Margherita, dello SDI e dei Repubblicani Europei, che intendono agire insieme con lo scopo di
stimolare le iniziative di sostegno e di allargare la partecipazione alla costruzione della lista
unitaria.
Crescenti e numerose sono le adesioni che cittadini, associazioni e movimenti hanno già dato e
continuano a dare al Manifesto di Romano Prodi.
Su alcune testate nazionali, oltre che sulla home di questo sito, è stato pubblicato un brano
significativo del Manifesto di Prodi, accompagnato da un appello del Comitato promotore per la lista
unitaria per l'Europa e seguito da un primo gruppo di significative sottoscrizioni. Scopo dell'
iniziativa è la raccolta più ampia possibile di adesioni di personalità di rilievo, in ambito
nazionale e locale.
Si sta valutando anche la possibilità di acquistare ulteriori spazi sulla stampa nazionale e locale
per garantire una maggiore informazione e rendere note le adesioni che saranno via via raccolte.
È inoltre in fase di creazione, anche a livello locale, una consultazione permanente tra i partiti
che hanno dato impulso a questo processo, per iniziative di confronto e di dibattito che facciano
crescere e radicare sul territorio la lista unitaria per l'Europa.
Per il 13 e 14 febbraio prossimi, al Palalottomatica (ex Palazzo dello sport) nel quartiere Eur a
Roma, è convocata una Convenzione nazionale, nella quale sarà presentata la piattaforma politica e
programmatica della lista per l'Europa, il suo simbolo e il suo nome.
Sarà un grande evento, al quale parteciperanno circa 5000 delegati composti dalle assemblee
congressuali dei quattro partiti e da ampie rappresentanze di cittadini, associazioni e movimenti. I
delegati esterni ai partiti saranno scelti sul territorio mediante la convocazione di assemblee -
promosse dai coordinamenti territoriali - composte da coloro che hanno aderito all'appello e al
manifesto di Romano Prodi e che riconoscono l'Ulivo come soggetto politico di riferimento. Inoltre
non dovranno essere iscritti a forze politiche o movimenti che abbiano una rappresentanza
parlamentare.
Gli ambiti territoriali di riferimento per la scelta dei delegati esterni saranno le Province, per
rendere più rapida possibile la costituzione dei coordinamenti locali, per garantire la migliore
conoscenza dei delegati e della loro reale rappresentatività sul territorio e dunque una maggiore
possibilità di costruire scelte partecipate e condivise. Per questa ragione si dovrà puntare al
coinvolgimento più largo ed efficace degli amministratori locali, che siano espressione di liste
civiche e/o autonomistiche e si dovrà rispecchiare il pluralismo delle aree culturali e garantire il
massimo equilibrio di genere (almeno il 30%).
Il Comitato promotore nazionale, cabina di regia operativa della lista unitaria, si è dotato di una
sede in piazza Santi Apostoli 73, luogo simbolico per l'Ulivo, per rendere ancora più chiaro che la
lista unitaria non è la pura e semplice somma dei quattro partiti ma si sta aprendo sempre più ad
associazioni, movimenti, cittadini e personalità diverse.
Siamo tutti coscienti, infatti, che solo attraverso un nuovo protagonismo civile e politico si potrà
dare quel segno d'innovazione e di unità, connaturato all'idea stessa dell'Ulivo, che è
indispensabile per arrivare a conseguire un pieno successo, politico ed elettorale, della lista
unitaria. La maggioranza di centrodestra è sempre più frantumata e il governo passa di fallimento in
fallimento, in primo luogo sul terreno economico e sociale.
Promuovendo la lista unitaria, abbiamo una grande occasione per rafforzare nel contempo tutto l'
Ulivo ed estendere in modo forte l'alleanza a tutte le forze del centro sinistra e della sinistra,
condizione essenziale per la nostra vittoria elettorale, per la quale lavoriamo con passione e con
convinzione.
Noi, che abbiamo raccolto subito l'appello di Romano Prodi, siamo intenzionati a dare sempre più
corpo e anima a quella che è l'aspirazione fondamentale del nostro impegno: uniti per unire.

**************

sul simbolo e sui sondaggi...

http://www.dsmilano.it/Pressroom/2004/02/cor4_0207_ulivo-uso-del-simbolo.htm
IL CASO
I segretari scrivono a Pdci, Verdi, Udeur e Occhetto-Di Pietro
I leader della lista Prodi: possibile l'uso dell'Ulivo
Domani vertice del presidente Ue con Fassino, Rutelli, Boselli e Sbarbati
da Repubblica - 7 febbraio 2004

ROMA - La battaglia del simbolo si scioglierà domenica notte, quando alla fine della riunione con
Romano Prodi in piazza Santi Apostoli, i quattro segretari avranno finalmente messo a punto tutti i
dettagli della nuova "icona" riformista. Ma si annuncia una vigilia infuocata, perché i partner di
minoranza della coalizione sparano a zero contro il bozzetto che gira: un ramoscello d´Ulivo stretto
fra l´antico logo "Insieme per l´Ulivo" e il nuovo slogan elettorale "Uniti per l´Europa". Troppo
simile al vecchio simbolo, protestano comunisti, verdi, Di Pietro, una «forzatura inaccettabile» del
triciclo per appropriarsi della denominazione doc ulivista e tagliarci fuori. Segue richiesta
urgente di vertice. Un pomeriggio di polemiche. D´Alema si attacca la telefono per rassicurare l´ala
sinistra dei ribelli. Parisi media con il verde Pecoraro. L´unico che resta impassibile è Mastella,
«questa faccenda del simbolo non ci interessa». Fassino, Rutelli, Boselli e la repubblicana Sbarbati
decidono che l´affondo merita una risposta e annunciano una lettera che però viene diffusa solo in
serata, dopo un laborioso taglia e cuci fra i leader in giro per comizi (Fasino a Madrid per
l´Internazionale socialista, Rutelli fra gli operai di Terni, Boselli a Bologna con Cofferati).
La sostanza della replica è: possiamo usare il simbolo perchè è patrimonio d tutti noi, quindi
usatelo anche voi se volete. Ma non ci chiedete di annacquarlo, anche perché - e qui parte l´avviso
alle altre liste - l´atto costitutivo dell´Ulivo prevede che il simbolo può essere utilizzato non
solo dalla coalizione ma anche «dalla maggioranza» della stessa coalizione. Ovvero: siamo noi della
lista Prodi gli azionisti più forti della squadra, a norma di statuto quel ramoscello ci appartiene.
La decisione presa nell´ultimo vertice, cioè che anche gli altri partiti possano utilizzarlo, va
letta perciò come una mano tesa. «Ci sembrerebbe perciò paradossale - scrivono i segretari -
l´emergere di posizioni che contrastino con questo disegno». Solo che anche dal punto di vista
formale, gli altri partiti contestano la Lista Prodi: la gestione del simbolo, sostengono, spetta ai
quattro rappresentanti legali dell´Associazione insieme per l´Ulivo, nominati davanti ad un notaio
nel 2001. Il diessino Falomi, il popolare Nicodemo, il dielle Gentiloni e il comunista Laudati.
Però nessuno dei duellanti vuole sul serio aprire una battaglia giudiziaria, la partita va risolta
sul terreno politico. Protesta Pecoraro: «Una cosa è il richiamo all´Ulivo, un´altra un simbolo che
ne è la copia esatta». Allora: cambiate la grafica, i colori, scrivete più piccolo Ulivo, o un
ramoscello ridimensionato. E soprattutto, secondo il presidente del Sole che Ride, che il listone si
dia un nome: «Riformatori. Riformisti. Come credono. Ma scelgano una denominazione d´origine».
Paradosso per paradosso, il rischio è che anche le liste "ribelli" accanto al simbolo del proprio
partito mettano il logo scelto dai prodiani. Risultato: una babele, tutte le formazioni con le
stesso look, «e pericolo certo - avverte Falomi, vicepresidente del gruppo ds al Senato - di
annullamento generale per la confusione ingenerata nell´elettore».
Richiamo sì, protesta anche il capogruppo comunista Marco Rizzo, ma «non un simbolo che al novanta
per cento è quello dell´Ulivo: scendano almeno al cinquanta per certo». Per evitare quello che
Occhetto definisce «un trucco; l´Ulivo appartiene anche a noi». Ma Enrico Boselli tiene duro,
«nessuno scippo, abbiamo tutto il diritto di utilizzare quella immagine elettorale». Di più. Il
leader dei socialisti torna alla carica, «per me la nostra lista dovrebbe chiamarsi Lista Prodi». E
domani, nel vertice il cui il Professore riprenderà il suo posto politico, spera ancora di
strappargli un sì. (u.r.)

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VERSO STRASBURGO
Ed è scontro sul simbolo dell'Ulivo
I partiti minori pronti alle vie legali
dal Corriere - 7 febbraio 2004

ROMA - Impegnati in una sfida all'ultima foglia sulla paternità del ramoscello d'Ulivo, i partiti
dell'opposizione trovano una ragione di unità nel «no» all'Election day. «Sarà scontro totale»
avevano minacciato Francesco Rutelli e Piero Fassino, la cui contrarietà all'idea di unificare voto
amministrativo ed europeo sembra rafforzarsi col passare dei giorni. Nessuno spiraglio per accordi
bipartisan, il gioco è iniziato e cambiare le regole non è corretto. Sarebbe uno strappo, una
forzatura. La verità, concordano Verdi e riformisti di Prodi, è che Berlusconi ha paura di perdere.
«La maggioranza, se lo vuole, se lo farà da sola» risponde Enrico Letta a Sandro Bondi, che conta di
discuterne con l'opposizione. Lontani i giorni in cui i Ds accusavano Rutelli di dialogare nell'
ombra con la Cdl per cambiare la legge elettorale, gli strateghi della lista unitaria hanno
convenuto che per capitalizzare la forza del centrosinistra a livello locale sia meglio votare in
due date separate.
La pensa così Sergio Cofferati, cui i girotondi di Marina Minicuci hanno inviato un nostalgico
messaggio via Internet («Caro Sergio, abbiamo letto la tua intervista sull' Unità , quanto ci
manchi!»). Per il candidato sindaco di Bologna sarebbe sbagliato «assecondare il tentativo di
trasformare le elezioni europee in una sorta di referendum politico», no a ogni soluzione che possa
tornare utile «all'una o all'altra parte».
Per votare in un solo giorno bisogna cambiare la legge, ragionano i Ds, e poi l'importanza dei temi
europei schiaccerebbe i temi amministrativi. Una soluzione al rebus ci sarebbe, propone il
coordinatore della segreteria della Quercia, Vannino Chiti, accorpare alle Europee il secondo turno
delle amministrative: «Sarebbe più razionale, ma loro non vogliono questo perché sono meschinamente
preoccupati dei risultati». Uno spiraglio al dialogo che Enrico Boselli, presidente dello Sdi,
richiude subito: «Cambiare le regole a partita iniziata sarebbe una grave forzatura». Come dice il
dielle Renzo Lusetti, tendere la mano a una maggioranza «spaccata su tutto» è un errore tattico,
«non sono in grado neanche di definire la data delle amministrative...». Porte chiuse quindi, sempre
che i sondaggi non dimostrino che l'Election day favorisce la lista Prodi.
Le indiscrezioni sul simbolo dell'alleanza riformista che sarà presentato giovedì («Uniti nell'
livo - Per l'Europa» il bozzetto favorito) hanno fatto leva sull'orgoglio ulivista delle fronde
minori. Il Pdci minaccia azioni legali. Il verde Alfonso Pecoraro Scanio accusa i riformisti di
praticare scarso antiberlusconismo e ottiene in cambio dal dalemiano Peppino Caldarola un «se
Berlusconi è ancora lì, lo dobbiamo anche a lui», perché al voto sulla legge Gasparri non era in
Aula. L'Ulivo insomma è di tutti, «scipparlo» agli alleati porterebbe alla rottura, serve un vertice
urgente dei segretari.
Il summit non ci sarà, ma la querelle va risolta prima del 13 febbraio, apertura della convention di
lancio. I leader della lista Prodi (fosse per lui, Boselli la chiamerebbe semplicemente così) ci
provano con una lettera, al tempo stesso un duro altolà e un appello a superare le «incomprensioni».
L'atto costitutivo dell'Ulivo prevede che il simbolo possa essere usato «dalla maggioranza
qualificata» della coalizione? Bene, sommando Margherita, Ds e Sdi si arriva al 90 per cento. Quindi
l'aver autorizzato i fratelli più piccoli a richiamare l'Ulivo nei loro simboli è, come dire, un
atto di generosità. Primi a beneficiarne, i fondatori della neonata «Lista Di Pietro-Occhetto per l'
Ulivo».
Romano Prodi, padre della lista e dell'arbusto conteso, si farà vivo domani sera, nell'ex studio che
ha lasciato in eredità ad Arturo Parisi. Ci saranno tutti, Fassino, Rutelli, Boselli, Sbarbati, D'
Alema, con il vicepresidente della Margherita a fare gli onori di casa: la casa-simbolo dell'Ulivo
in piazza Santi Apostoli, a Roma.
Monica Guerzoni

http://www.ulivo.it/cms/view.php?id=3&cms_pk=11214

La Lista unitaria va, Destra in caduta
06-02-2004 L'Unità

Secondo i sondaggi gli scontenti di Fi attratti dalla svolta nel centrosinistra. La strategia del
lifting? «Un fallimento».


Un lifting si può anche fare.
Ma non è sufficiente a cambiare il corso delle cose. La caduta libera del governo e dell'immagine di
Berlusconi non si è fermata. Lo dicono i sondaggi di tutti gli istituti specializzati. «È stato un
fallimento», commenta Roberto Weber dell'Swg.

E se la Destra ha più di un motivo per non ridere nel centrosinistra si aprono scenari inediti. La
Lista unitaria comincerebbe ad essere percepita come polo aggregante e alternativo, capace di
raccogliere i voti in uscita dal centrodestra. Ma ad attrarre è la possibilità di battere l'
avversario più che la progettualità intrinseca, per ora. Un buon 10% dei voti del centrodestra è
disposto a traghettare nel centrosinistra alle prossime elezioni e la prospettiva della Lista
unitaria fa salire i possibilisti al cambio di maglietta.

La principale ragione dello spostamento dei voti è il pessimismo. L'Italia che esce dai rilevamenti
è un Paese psicologicamente a pezzi, che vive alla giornata, che non riesce a darsi una prospettiva.
L'esatto contrario della propaganda di Berlusconi.

Per cui solo uno scarsissimo 20% di elettorato di destra ha accolto plaudente e convinto la
strategia del lifting. Ma non avrebbe affatto intercettato l'elettorato di centro, il grosso del
voto della Casa delle libertà.

Così come sarebbe passata inosservata per i cosiddetti "non collocabili", che nel 65% sono
potenziali elettori di destra. Un magro bottino per chi ha atteso un mese prima di ripresentarsi. E
ha raccolto l'effetto "tutto qua". Che politicamente si traduce in Forza Italia che da mesi nei
rilevamenti non schioda dal 20% e l'insieme del centrodestra che si trova dietro all'insieme del
centrosinistra.

Le tendenze emerse in questi mesi sono confermate di volta in volta. La certezza di una sconfitta
imminente potrebbe spingere Berlusconi a desistere dal giocare direttamemte la sua candidatura per
le elezioni europee.

Potrebbe fare una campagna elettorale mascherata dal ruolo di presidente del Consiglio (comunque
visibile) e in caso di vittoria prendersi tutti il merito. In caso di sconfitta lasciare ad altri la
responsabilità.

Ma sapere se le attuali tendenze resteranno immutate per cinque mesi è veramente un terno al lotto.
«Nella letteratura in materia non è dato rilevare una campagna elettorale condotta da una delle
parti in causa con una così grande sproporzione di mezzi», sentenzia Roberto Weber dell'Swg.

Dunque, bisognerà attende re la primavera inoltrata per poter parlare di svolta politica o meno.
Resta il dato relativo alla Lista unitaria. Dai primi studi sull'appeal è possibile registrare una
preferenza crescente rispetto a quella che avrebbero i singoli partiti che la compongono.

Per fare un esempio: un socialista ex craxiano che ha votato Forza Italia anche nel 2001 oggi
sarebbe disponibile a votare la Lista unitaria, ma non i Ds o la Margherita. E, nemmeno lo Sdi. Un
buon segno per chi ci ha creduto sin dal primo giorno.

Recentissimi rilevamenti dànno risposte più contrastanti sulla ricaduta del tandem Occhetto-Di
Pietro. L'ex pmsarebbe stato in torno al 3,5%4% se avesse corso da solo. Insieme all'ex segretario
del Pds l'impatto forte dell'immagine di Di Pietro si attenuerebbe fino a perdere un buon 0,5%.

Anche qui serviranno cinque mesi per capire se potrà essere invertita la tendenza.


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Rosanna Tortorelli - Milano
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... che amo' sempre
lavoro, giustizia e liberta'
retaggio che mai non muore.
(dalla lapide funeraria di
Francescantonio Tortorelli 1812-87)


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