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Di ritorno dal Convegno della Margherita di Rimini
5.05.2003
Cari amici,
Di ritorno dalla riunione di Rimini, ve ne do un breve riassunto.
Anzitutto è stata molto interessante ed è valsa la pena della sfacchinata;
il neo più evidente è stato che in sala normalmente la partecipazione è
stata non alta, il che è incomprensibile, visto che non era un congresso, ma
una riunione di studio.

Riporto di seguito gli spunti che a me sono sembrati più interessanti (oltre
a quanto avrete letto sui giornali).

Dopo un'introduzione della Sen. Magistrelli (che ha sottolineato che la
Margherita è un partito nuovo, per l'Ulivo ed organizzato su base federale)
e dell'On. Marini (che ha detto che i gruppi dirigenti attuali sono
provvisori e che saranno fatti i congressi locali fra estate ed autunno, per
concludere col nazionale a primi 2004) è intervenuta Rosy Bindi: bisogna
sbrigarsi a fare i congressi, legando la fase di fondazione alla fase
congressuale; la Margherita ha dato una risposta alla domanda di
partecipazione politica, ma deve anche legare l'azione politica a valori
condivisi, se no si inaridisce e fallisce; infatti l'opinione pubblica è
cambiata e si mobilita su valori, stabilendo con ciò una nuova agenda;
bisogna quindi dialogare con tutti i movimenti, esercitando anche un'azione
pedagogica (perseguire il possibile), per portare alla responsabilità anche
le ali estreme: in questo quadro bisogna riprendere un rapporto serio col
mondo cattolico, per cui la Margherita è la più attrezzata; questo
intervento ha ottenuto i maggiori consensi di tutti i due giorni; è seguito
Franceschini, che ci ha prospettato un futuro terribile, perché la scarsa
levatura morale di chi ci governa ci fa attendere il peggio (giustizia,
comunicazione etc); bisogna fare in modo da trovare l'unità dell'Ulivo,
superando i particolarismi, cosa che la Margherita è particolamente
attrezzata a fare, perché già è la sintesi di esperienze e tradizioni
diverse.

Nel pomeriggio ci sono stati una trentina di interventi dei partecipanti,
assai difficili da sintetizzare, perché in gran parte centrati sulle
problematiche locali, ma che hanno in gran parte messo in evidenza la
necessità di avere un partito vero e di fare i congressi, assieme ad un
richiamo alla dirigenza affinché l'opposizione al Governo sia più incisiva e
meno flebile (aggettivo che usato nel mio intervento); in questo senso è
intervenuto l'On. Fanfani che ha appunto centrato il proprio intervento
sulla giustizia, in cui ha detto che il Presidente del Consiglio sostiene i
malfattori contro le istituzioni ed ha ripreso quanto detto dall'On. Bindi
circa la necessità di riportare i valori al centro dell'azione politica.

Nel tardo pomeriggio una tavola rotonda sulla situazione internazionale è
stata molto interessante, ma anche molto problematica e quindi mal si presta
ad un riassunto: posso solo dire che ha messo in evidenza la necessità di
riflettere di più sui cambiamenti del mondo nel post 11 settembre e quindi
sarebbe opportuno che il resoconto stenografico fosse pubblicato su Europa,
in modo da riflettere meglio sui complessi passaggi logici.

La sera c'è stata una ottima rappresentazione teatrale di vari parlamentari
(fra cui il sen. Dalla Chiesa), che ha dimostrato come si possa fare
opposizione anche in modo molto originale (era sostanzialmente un collage di
dichiarazioni realmente fatti con i parlamentari nella veste di interpreti
di vari ministri - Moratti, Tremonti, Gasparri - di una giornalista e della
segretaria di Berlusconi, più Dalla Chiesa nella parte e con la voce di
Berlusconi).

Stamattina varie comunicazioni:
- D'Andrea ha preannunciato per metà luglio una riunione nazionale per
analizzare il ritardato inserimento dei giovani nella vita, le relative
conseguenze e le azioni politiche da intraprendere; si richiederà il
contributo dei circoli, quindi sarà mandato una traccia di lavoro e ci sarà
da lavorare.
- Nervo ha illustrato Europa come giornale di studio ed al fianco del
partito, un po' come può essere il Foglio per la destra ed il Manifesto per
l'estrema sinistra: progetto ambizioso che va sostenuto e, da parte mia,
posso dire che vale la spesa di abbonarsi.
- Treu ha illustrato la posizione del partito sull'art. 18: bisogna farlo
fallire, però bisogna anche sapere che è una risposta sbagliata, ma il
problema è reale; al riguardo è stato distribuito un quaderno con le
proposte della Margherita per far fronte alla precarizzazione di molti
giovani.

È seguita la tavola rotonda finale su la Margherita nell'Ulivo, la
Margherita per l'Ulivo:
- Bordon ha paragonato l'Ulivo all'Unione Europea, i partiti agli Stati
Nazionali; la Margherita ha ridotto la frammentazione e deve diventare la
forza trainante della coalizione.
- Dalla Chiesa: l'Ulivo è vivo nei nostri elettori, che ad esso ci spingono
(come dimostrato dalla manifestazione del 2 marzo 2002); dobbiamo dare
messaggi positivi sul futuro, tenendo conto della grande energia espressa
dei movimenti; la margherita ha un duplice compito: parlare agli elementi
moderati della società (compresi quelli che votano per il centro destra) e
ai movimenti anche quelli estremi (con altre parole ha ripreso il concetto
della Bindi ieri mattina;
- Letta: la Margherita ha fatto passi giganteschi nella collaborazione fra
persone con origini molto diverse; se si va alle elezioni nello stato
attuale di divisione e di litigi, si perde, per cui bisogna cambiare
registro e fa due proposte concrete: alle europee i partiti vadano con liste
individuali, ma con lo stesso programma per gli affari europei e con tutti i
simboli che richiamino l'Ulivo (margherita per l'Ulivo etc); nell'autunno
2004 si faccia un'adesione individuale all'Ulivo con l'obiettivo di arrivare
a circa due milioni di elettori aderenti e quindi fare un'elezione pubblica
di chi sarà il candidato dell'Ulivo per il 2006.
- Mancino ha sottolineato che, pena il suicidio elettorale, non si può
lasciare alla destra l'eredità popolare.
- Rutelli intervenuto telefonicamente perché bloccato a Roma dall'influenza,
premesso che noi siamo riformisti per governare il cambiamento, ha toccato
tre punti:
1) flessibilità: dare diritti a chi ha un lavoro precario.
2) politica estera: non abbiamo cambiato idea, bisogna tornare al
multilateralismo, contro l'intervento di truppe di occupazione fuori
dall'ONU.
3) Giustizia: la giustizia deve funzionare meglio per tutti i cittadini, non
nell'interesse di pochi.

Un caro saluto

Piero Stagno
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