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Bassa Val di Susa....e l'amianto
9.02.2004

Centro di Geotecnologie
Università di Siena
Via dei Vetri Vecchi 34
52027 - San Giovanni Valdarno (AR)

Relazione sulle ricerche di Amianto nella
Bassa Val di Susa, lungo il tracciato del
progetto preliminare del nodo urbano di
Torino, potenziamento linea Bussoleno -
Torino e cintura merci

Data: Gennaio 2003

Università di Siena Progetto Ferroviario Torino-Bussoleno
Centro di Geotecnologie Gennaio 2003

Premessa
La presente relazione riguarda le ricerche condotte in Val di Susa tra il 20 e il 25 Gennaio 2003
da un’équipe di geologi del Centro di Geotecnologie dell’Università di Siena: Prof. Marco Meccheri (Prof. Ass. di Geologia Strutturale – Univ. di Siena), Dr. Duccio Monaci Naldini e il Dr. Geol.
Maria Luisa Antompaoli (Assegnisti - Univ. di Siena).
La parte analitica petrogra.co-mineralogica è stata eseguita, tra il 26 e il 31 Gennaio, dal Prof.
Marcello Mellini (Prof. Ord. di Mineralogia - Univ. di Siena) in collaborazione con la D.ssa Cecilia
Viti (Ricercatrice - Univ. di Siena) Il lavoro è stato coordinato dal Prof. Luigi Carmignani (Prof. Ord. di Geologia Applicata - Univ.di Siena).
Le ricerche erano finalizzate:
• alla ricerca di amianto nelle rocce femiche e ultrafemiche della bassa Val di Susa;
• al campionamento di queste rocce, soprattutto di quelle ritenute portatrici di amianto;
• alla definizione di massima dell’assetto geologico strutturale della zona;
• alla valutazione della giacitura di eventuali mineralizzazioni ad amianto visibili alla scala
dell’affioramento e della loro entità;
• alla analisi petrogra.ca preliminare delle rocce campionate e alle analisi mineralogiche su
campioni selezionati.
I punti di campionamento sono stati ubicati con GPS e segnati nell’affioramento. Complessivamente sono stati raccolti 39 campioni in 29 punti d\'osservazione.
I campioni e i tipi di analisi effettuate su di essi sono riportati sulla carta geologica, le schede dei
campioni con tutte le relative analisi sono riportate nell’Allegato 1.

Basamento
Le formazioni del basamento oceanico sono costituite da rocce di natura basica e ultrabasica riferibili al substrato del bacino della Tetide. In particolare, queste rocce sono rappresentate da:
Peridotiti serpentinizzate (ultramaFIti), Metagabbri e Prasiniti. Esse affiorano estesamente e in
modo continuo lungo il versante sinistro della Val di Susa, ove sono strettamente associate in
corpi di varie dimensioni (fino a chilometriche), che nella Tavola I sono state riunite nel Complesso
oceanico liguro-piemontese.
• Unità distinta nella carta geologica allegata come:
Complesso oceanico liguro-piemontese
(6)
Peridotiti serpentinizzate (ultramafiti) (6a)
Rappresentano il litotipo più diffuso e sono caratterizzate da corpi di potenza ettometrica che si
estendono, talora, per diversi chilometri. Sul versante sinistro della valle di Susa affiora uno dei
più potenti ammassi di questa formazione che in questa ricerca ha prodotto gli unici campioni
con amianto.
Si tratta di serpentiniti caratterizzate da tessitura massiccia e grana .ne, ma spesso passanti a serpentinoscisti e
cloritoscisti fortemente laminati soprattutto in corrispondenza di contatti tettonici e a zone di taglio. Associati
alle serpentiniti si osservano, talora, livelli da metrici a decametrici di rodingiti talora in corpi di probabile origine
filoniana.
Metagabbri (6b)
Formano masse di potenza anche pluri-ettometrica, ma arealmente inferiori rispetto a quelle
delle Peridotiti serpentinizzate e delle Prasiniti.
Sono caratterizzati da una struttura massiccia, da una tessitura da granoblastica a scistosa (fiasergabbro) dove
sovente si riconosce l\'originaria tessitura preservata. Al loro interno sono stati riconosciuti, talora, minerali delle
associazioni metamorfiche di alta pressione e bassa temperatura (granato, omfacite). I contatti con i litotipi circostanti
Prasiniti (6c)
Con questo termine sono comprese quelle rocce della suite o.olitica, a grana generalmente fine,
i cui caratteri tessiturali indicano una derivazione da originarie rocce basaltiche o gabbriche,
delle quali però non si riconosce più il protolite a causa dell\'intensa trasformazione metamorfi-
ca. Formano anch\'esse dei corpi di estensione chilometrica e potenza ettometrica.
I litotipi prevalenti sono rappresentati da prasiniti massicce di colore verde, talora a tessitura listata, an.boliti
verde-scuro e cloritoscisti. Sporadicamente conservano resti di associazioni in facies eclogitica.


Le concentrazioni di amianto
Viste le .nalità di questo studio, in campagna l’attenzione si è concentrata sulle rocce aventi
composizione idonea al prodursi dei minerali del gruppo amianto e capaci di formare, in circostanze geologiche (= tettono-metamorfiche) opportune, aggregati cristallini fibrosi.
Tali rocce sono state individuate nelle Prasiniti, nei Metagabbri e nelle Peridotiti serpentinizzate
(3 Complesso oceanico liguro-piemontese), e nelle Lherzoliti del Massiccio di Lanzo (Unità della
zona Sesia-Lanzo).
L’osservazione accurata di affioramenti continui sia lungo i tagli stradali, sia in alcune esposizioni
adiacenti ad essi, ha permesso di riconoscere la presenza macroscopica di aggregati dei
minerali suddetti solo nelle serpentiniti del Complesso oceanico (6a). Sono queste le rocce, originariamente ricche di olivina (come minerale fondamentale), dalla cui modificazione metamorfica sono derivati i minerali dell’amianto.
Un altro fatto da evidenziare è che nelle serpentiniti l’amianto non è distribuito in modo ubiquitario:
ove presente, esso è invece sempre associato a fratture di taglio e di estensione, con netta
prevalenza delle prime sulle seconde (Figura 2-1).
Le fibre di amianto riempiono le fratture di taglio, organizzandosi parallelamente alla direzione
di movimento (slikensides)
. Le vene con spessori più rilevanti (.no a 5 cm quelle osservate) sono
di solito associate a movimenti di taglio con componenti di estensione.
Frequenti e ben mineralizzate ad amianto sono anche le vene d\'estensione con direzione ortogonale al movimento lungo le fratture di taglio (slikensides) (Figura 2-2). La connessione delle vened\'estensione alle zone di taglio (quindi, ad un unico regime cinematico) è dimostrata dalla continuità Fisica dei riempimenti fibrosi.

Giacitura delle fratture di taglio
Sono state misurate in campagna 34 fratture di taglio del tipo mineralizzate ad amianto.
Quasi tutte le fratture sono molto inclinate e prevalgono due direzioni (Figura 2-3): la più rappresentata
è intorno a N70°-90°E e con inclinazioni molto forti verso SSE (alcune anche verso
NNW), l\'altra ha direzioni intorno a N60°-80°E e con inclinazioni medie di 70°-80° verso ENE.

Persistenza
Il carattere preliminare dell\'indagine condotta non permette di fare valutazioni quantitative
esaurienti, tuttavia raramente le fratture mineralizzate, comunque orientate, hanno una persistenza
superiore ad alcuni metri. I casi di lunghezze decametriche sembrano rari, ma esistono
“corridoi” in cui i le fratture di taglio sono assai fitte e organizzate en echelon, in modo da formare
nell\'insieme delle zone di discontinuità abbastanza lunghe.

Frequenza
La frequenza delle zone di taglio portatrici di amianto è assai irregolare. Si attraversano infatti
volumi notevoli di ultramafiti praticamente privi di fratture ad amianto, che poi compaiono rapidamente in spessori rocciosi di qualche metro in cui hanno densità variabili da una a tre-quattro per metro. Va però sottolineata la presenza, non elevata, di “corridoi” nei quali le fratture ad amianto sono assai più fitte (fino a uno per 10-15 cm) e soprattutto tra loro intersecate a formare spessori di roccia fortemente deformata e mineralizzata.
Figura 2-1
Le serpentiniti nel punto di osservazione n. 7, lungo la strada da Condove a Mocchie. Sono evidenti
le fratture di taglio lungo le quali sono spesso presenti le fibre di amianto, in questo caso orientate circa N 80°E
e inclinate di 60° - 70° verso Nord
Figura 2-2
Le serpentiniti nel punto di osservazione n. 14, sulla dorsale a NW di cava di Caprio (presso Truc le
Mura).La super.cie su cui è posata la lente è una frattura di taglio con locali spalmature di minerali fibrosi
Figura 2-3
Proiezione stereogra.ca delle fratture mineralizzate con fibre di amianto. Rete di Schmidt, emisfero
inferiore

3.2 Affioramenti campionati e descrizione macroscopica dei
campioni raccolti
Tutte le informazioni sui punti di campionamento, campioni e relative foto, sono raccolte
nell’Allegato 1. Di seguito sono esposte solo le descrizioni sintetiche degli affioramenti campionati
e dei campioni raccolti.
Af.oramento n. 1 – Caselette-
: Cava abbandonata di magnesite aperta in serpentinite molto alterata: non si
distingue layering di qualche tipo ma una .tta trama di vene e filoncelli di un minerale traslucido
e chiaro. Filoni sparsi di metagabbro.
Campione n. 1
: Un lembo di serpentinite parzialmente conservata nella massa dominante molto
alterata.
Af.oramento n. 2 –Sentiero che da Brione porta alla cima del Monte Calvo-
: Serpentinoscisti ben foliati e retrocessi con scarse e sottili super.ci di taglio.
Campione n. 2
: Prasinite albitizzata da primari basalti con discreto sviluppo di foliazione.
Af.oramento n. 3- Località Ceretto Condove-
: Prasinite albitizzata da primari basalti con discreto sviluppo di foliazione.
Campione n. 3
: Metabasalto grigio-verde a grana minuta privo di strutture di taglio.
Af.oramento n. 4 – SUD EST di Lajetto, Condove-
: Metagabbri ben foliati a struttura occhiadina; questi vengono a contatto con
serpentine foliate, ricche di magnetite e con molte vene d\'estensione da probabile crisotilo, af.oranti circa 100 metri più verso Sud.
Campione n. 4
: Metagabbri ben foliati a struttura occhiadina.
Campione n. 5 –posizione a Nord rispetto al campione 4-
: Serpentine foliate con vene d\'estensione da probabile crisotilo.
Af.oramento n. 5
: Prasiniti foliate con albitizzazione evidente.
Campione n. 6
: Prasinite foliata a struttura pseudomassiccia.
Af.oramento n. 6- Bivio Torre del Colle – Villar Dora-
: Serpentinoscisti grigio-verdi con alcune fasce di taglio centimetriche.
Campione n. 7
: Serpentinoscisto con foliazione pervasiva
Af.oramento n. 7
: Serpentiniti foliate con sets di zone di taglio centimetriche, alcune con amianto.
Campione n. 8
: Nello stesso sito campione dei serpentinoscisti presi in una fascia decimetrica di
taglio. Af.oramento n. 8: Metagabbri a struttura foliata.
Campione n. 9 –Campioni 9-10-11 aree contigue a Pralesio Condove-
: Serpentinite lungo una fascia di taglio. Af.oramento n. 9:Metagabbri ben foliati con bande più alterate, il tutto attraversato da alcuni filoni di metabasalti.
Campione n. 10
: Serpentinite lungo fascia di taglio diversamente orientata. Af.oramento n. 10:
Serpentinoscisti molto foliati ma piuttosto massicci.
Campione n. 11:
Frammenti di serpentinite con .bre di talco e probabile crisotilo.
Af.oramento n. 11
: Serpentiniti foliate fino a serpentinoscisti interessate da zone di taglio centimetriche
a probabili antigorite più crisotilo e da fratture “fredde” con spalmature biancastre di
alterazione.
Campione n. 12 –E SE rispetto a Pralesio superiore, Condove
: Metagabbro con assetto piuttosto massiccio e grana grossolana.
Af.oramento n. 12
: Serpentine ben foliate con frequenti spalmature a probabile talco e zone di taglio
a probabili antigorite più crisotilo. Presenza di vene in estensione associate ai tagli.
Campione n. 13 – Frassinere, Condove-
: Metagabbro foliato e lineato campionato lungo una fascia molto scistosata. Af.oramento n. 13: Serpentiniti foliate con piccoli slickensides paralleli alla foliazione principale.
Campione n. 14:
Serpentinoscisti molto foliati ma piuttosto massicci. Af.oramento n. 14: Serpentiniti foliate con superfici di taglio e connesse vene d\'estensione.
Campione n. 15 –campioni 15,16,17,18 vicinanze campioni 11 e 19-:
Serpentinoscisti con spalmature millimetriche grigie chiare.r Af.oramento n. 15: Serpentinoscisti e serpentine foliate con volumi relativamente massicci. Frequenti
Campione n. 16:
Serpentinoscisto con una super.cie coincidente con zona di taglio a minerali in probabile facies
scisti verdi. Af.oramento n. 16: Serpentinoscisti tipici con sottili super.ci di taglio.
Campione n. 17:
Serpentinoscisto costituente il wall rock della vena ad amianto del campione
successivo. Af.oramento n. 17: Serpentinoscisti molto foliati e ricchi di zone di taglio con minerali.
Campione n. 18
: Frammenti più o meno alterati dell\'amianto nella vena relativa al campione 17,
alcuni con .bre lunghe oltre 5 cm. Af.oramento n. 18: Serpentiniti massicce a foliazione poco evidente con vene a spalmature biancastre.
Campione n. 19: - La Mandria Caprie-Il serpentinoscisto fondamentale con super.ci di taglio a spalmature amiantifere. Af.oramento n. 19: Massa serpentinitica ben foliata forse appartenente a corpo di frana.
Campione n. 20: -Fonte San Giovanni- Amianto .broso da vena pluricentimetrica nel serpentinoscisto, blocco in detrito proveniente dal taglio di strada. Af.oramento n. 20: Serpentiniti foliate e ricche di super.ci di taglio, a contatto con inferiori prasiniti
da primari basalti brecciati.
Campione n. 21: - area Cava di Caprie lato Condove- Frammenti di zone di taglio con probabile amianto nella serpentina foliata. Af.oramento n. 21: Serpentiniti foliate con probabili relitti di peridotiti serpentinizzate.
Campione n. 22: - Su cartina corrisponde a NE Condove la descrizione riporta Bg. Magò- Serpentinite deformata per taglio con super.ci cosparse di minerali del più o meno abbondanti. pieghe tardive con locale sviluppo di foliazione di piano assiale. Af.oramento n. 22: Serpentiniti a foliazione indistinta ma molto ricche di zone di taglio, spesso
costituenti corridoi ben foliati di spessore decimetrico.
Campione n. 23: -Est Caprie a Nord attuale Cava- Serpentine foliate con vene di taglio parallele alla foliazione. Af.oramento n. 23: Lherzoliti serpentinizzate apparentemente prive di foliazione.
Campione n. 24:-area torrente sessi, Peroldrado ,Caprie- Serpentinoscisto molto foliato con spalmature chiare. Af.oramento n. 24: Lherzolite poco alterata e scarsamente deformata per taglio.
Campione n. 25: -campioni 25 e 26 Caprie Celle Camparnaldo- Serpentinoscisto del wall rock con .bre a probabile crisotilo. serpentino Af.oramento n. 25: Lherzolite serpentinizzata poco foliata.
Campione n. 26 : Serpentinoscisto con aggregati .brosi di spessore centimetrico da un blocco rimosso dal taglio stradale. Af.oramento n. 26: Lherzoliti serpentinizzate con bandature composizionali.
Campione n. 27: -Caprie Case Inferiori-Frammento di serpentinite con super.cie di taglio a slickensides di probabile serpentino. Af.oramento n. 27: Lherzoliti serpentinizzate a struttura massiccia.
Campione n. 28: -Fontana belvedere tra Carie e Villar Dora- Frammenti della serpentinite a cavallo di una zona di taglio centimetrica. Af.oramento n. 28: Lherzolite serpentinizzata poco foliata.
Campione n. 29: -campioni 29 e 30 Villar Dora Bg. Bert-Serpentinite foliata con patine chiare. Af.oramento n. 29: Serpentinite ben foliata con layering composizionale.
Campione n. 30: -Serpentinoscisti verdolini con probabile amianto.
Campione n. 31: -Rubiana versante Rocca Sella_Frammenti di minerale .broso (crisotilo?) da una banda di taglio.
Campione n. 32: -Bacino torrente Messa NE Rubiana- Serpentine a talco e probabile crisotilo lungo foliazione per taglio.
Campione n. 33:-Almese Borgata Magnetto pista tagliafuoco- Frammenti della lherzolite deformati per taglio con slickensides.
Campione n. 34:- Almese Borgata Gamba d’Bosch- Lherzolite foliata con bande d\'alterazione parallele ala foliazione.
Campione n. 35:-Nord Bg. Grangia tra Rivera e Milanese- Lherzolite serpentinizzata poco foliata.
Campione n. 36:-Pendici Musinè Nord Milanese, Almese- Lherzolite serpentinizzata con spalmature .brose chiare.
Campione n. 37: -Nord Caselette pendici Musinè- Frammenti di lherzolite con spalmature biancastre lungo piani di taglio.
Campione n. 38:- Pendici Musinè versante Brione, Val della Torre- Lherzolite serpentinizzata poco foliata, da un blocco in detrito.
Campione n. 39: - Nord Rivera, pista Tagliafuoco- Serpentinite con plaghe biancastre sulla foliazione.

3.6 Risultati analisi XRPD (i diffrattogrammi sono riportati
nell’Allegato 1)
Campione n. 11
Campione abbastanza massivo, di colore biancastro-verde pallido, costituito da cristalli da aciculari a fibrosi, tendenzialmente isorientati.
- XRPD: diopside + minore serpentino
Campione n. 17
Campione abbastanza massivo, di colore biancastro, costituito da cristalli da aciculari a fibrosi,
variamente orientati (osservazione allo stereomicroscopio). Le fibre sono abbastanza corte.
- XRPD: tremolite, più altra fase con picchi a 14, 7, 3.5 Å (clorite)
Campione n. 18
Vena di aspetto .broso, apparentemente monomineralica; fibre molto lunghe di colore biancastro, isorientate. Campione poco compatto, elevata tendenza alla de.brillazione.
- XRPD: tremolite
Campione n. 19
Vena di aspetto fibroso, apparentemente monomineralica. Fibre biancastre, più corte rispetto al
Campione n. 18, isorientate. Campione poco compatto, elevata tendenza alla defibrillazione.
- XRPD: tremolite + minore serpentino (probabile crisotilo).
Campione n. 20
Vena di aspetto fibroso, apparentemente monomineralica. Fibre di colore grigio-verde pallido,
abbastanza lunghe, isorientate. Campione poco compatto, elevata tendenza alla defibrillazione.
- XRPD: tremolite, più altra fase con picchi a 14, 7, 3.5 Å (clorite)
Campione n. 25
Vena di aspetto fibroso, apparentemente monomineralica. Fibre di colore grigio-verde pallido,
abbastanza corte, isorientate. Campione poco compatto, elevata tendenza alla defibrillazione.
- XRPD: tremolitefi
- Campione n. 26
Vena di aspetto fibroso, apparentemente monomineralica. Fibre biancastre, abbastanza corte,
isorientate. Campione poco compatto, elevata tendenza alla defibrillazione.
- XRPD: tremolite, più altra fase con picchi a 14, 7, 3.5 Å (clorite)
Campione n. 28
Spalmatura in corrispondenza a superficie di taglio. Di aspetto .broso-scheggioso, colore biancastro
o verde. Fibre isorientate.
- XRPD: serpentino (antigorite, con minore crisotilo)

4 Conclusioni
Durante il lavoro di campagna è stato riconosciuta la presenza di amianto fibroso entro all’unità
distinta nella carta geologica allegata come: Complesso oceanico Liguro-piemontese (6), e in
particolare entro la formazione delle Peridotiti serpentinizzate (6 a), che non è distinta cartogra-
ficamente nella carta geologica allegata.
Il minerale è sempre concentrato in fratture di taglio e in vene d’estensione. Gli spessori dei
riempimenti di fibre di amianto veri.cate raramente arrivano a 5 – 6 cm, generalmente hanno
spessore millimetrico. La persistenza dei riempimenti verificata è generalmente metrica, raramente
decametrica.
Quanto rilevato in campagna è stato confermato dalle analisi in laboratorio.
Le analisi ai RX di otto campioni hanno confermato che il riempimento delle vene e delle fratture
di taglio è costituito da tremolite nella varietà .brosa (amianto regolamentato) e più raramente
da serpentino fibroso (crisotilo, amianto regolamentato).
Le sezioni sottili analizzate hanno anche confermato l’assenza di amianto nella roccia incassante
le vene di fibre di amianto, solo due sezioni sottili di serpentina hanno rivelato piccole quantità
di fibra anche entro alla roccia.

L’indagine eseguita porta alle seguenti conclusioni rilevanti per la progettata
galleria ferroviaria del tracciato Torino - Modane:
la presenza di tremolite varietà .brosa (amianto) è stata confermata con analisi a RX e SEM.
Vene a fibra di amianto sono state riconosciute in campagna, e confermate
con analisi, unicamente nella formazione delle Peridotiti serpentinizzate,
ulteriori indagini riteniamo che dovrebbero essere eseguite sul carapace
serpentinizzato del massiccio lherzolitico di Lanzo.

L’amianto è quasi esclusivamente presente in vene con spessori millimetrici
e centimetrici, la spaziatura dei sistemi di vene è molto variabile e
perciò non è possibile con i dati attualmente disponibili valutare le quantità
di .bra di amianto contenute nell’ammasso roccioso.

Anche se una valutazione complessiva dei tenori in fibra, in base ai dati
attualmente a nostra disposizione, non è possibile, possiamo confermare
che localmente sono riconoscibili porzioni metriche dell’ammasso roccioso
in cui il tenore di fibra di amianto è sicuramente superiore a qualche
per cento.
Una valutazione attendibile dei volumi di roccia portatrice di amianto, attraversata
dalla galleria, richiede delle sezioni geologiche lungo il tracciato
su cui sia distinta anche la formazione delle Peridotiti serpentinizzate.
L’entità di questa formazione che sarà attraversata dalla galleria sembra
comunque rilevante in base alla considerazione che circa la metà degli af-
.oramenti di metabasiti della bassa val di Susa è costituita da peridotiti
serpentinizzate più o meno mineralizzate con tremoline nella varietà .-
brosa (amianto).


ESTRATTO E SINTETIZATO DAL DOCUMENTO ORIGINALE
Università di Siena Progetto Ferroviario Torino-Bussoleno
Centro di Geotecnologie Gennaio 2003
4 Conclusioni Pagina originale del documento n° 20
-------------------------------------------------------
PROGETTO PRELIMINARE NODO URBANO DI TORINO
POTENZIAMENTO LINEA BUSSOLENO – TORINO E CINTURA MERCI
ANALISI DELLE PROBLEMATICHE DI

SCAVI IN GALLERIA IN PRESENZA DI FIBRE DI AMIANTO

PROGETTO L161 LOTTO 00 R 69 CODIFICA GE OPERA/DISCIPLINA TA0001 PROGR. 000 REV. A Pag. 9 di 57
3. PROBLEMATICHE ANALIZZATE NELL’AMBITO DELLA
NORMATIVA VIGENTE
3.1 PREMESSA
In greco la parola Amianto significa immacolato e incorruttibile e Asbesto, che di
fatto è equiparato ad amianto, significa perpetuo e inestinguibile. L\'amianto, chiamato perciò
anche indifferentemente asbesto, è un minerale naturale a struttura microcristallina e di
aspetto fibroso appartenente alla classe chimica dei silicati e alle serie mineralogiche del
serpentino e degli anfiboli. E\' presente in natura in diverse parti del globo terrestre e si
ottiene facilmente dalla roccia madre dopo macinazione e arricchimento, in genere in miniere
a cielo aperto.
Il termine “asbestosi” coniato per una particolare patologia legata a tale sostanza risale al
1927, mentre i primi studi epidemiologici per quanto riguarda gli effetti cancerogeni risalgono
agli anni ‘50. Ad oggi è ampiamente dimostrata la pericolosità dell’esposizione all’amianto
per la salute umana, anche se è importanti sottolineare che non tutti i composti contenenti
amianto sono da ritenersi pericolosi per salute dell’uomo.
Per la normativa italiana sotto il nome di amianto sono compresi 6 composti distinti in due
grandi gruppi: anfiboli e serpentino, e precisamente: gli anfiboli (silicati di calcio e magnesio),
i quali comprendono la Crocidolite (amianto blu), l\'Amosite (amianto bruno), l\'Antofillite,
l\'Actinolite, la Tremolite e il serpentino (silicati di magnesio), il quale comprende il Crisotilo
(amianto bianco).
La consistenza fibrosa dell\'amianto è alla base delle sue ottime proprietà tecnologiche, essa
conferisce al materiale anche, purtroppo, delle proprietà di rischio essendo essa stessa
causa di gravi patologie a carico prevalentemente dell\'apparato respiratorio. La pericolosità
consiste, infatti, nella capacità dei materiali di amianto di rilasciare fibre potenzialmente
inalabili e inoltre nella estrema suddivisione cui tali fibre possono giungere. Non sempre
l\'amianto, però, è pericoloso. Lo è certamente quando si trova nelle condizioni di disperdere
le sue fibre nell\'ambiente circostante per effetto di qualsiasi tipo di sollecitazione meccanica,
eolica, da stress termico, dilavamento di acqua piovana.
Per questa ragione l\'amianto in matrice friabile, il quale può essere ridotto in polvere con la semplice azione manuale, è considerato più pericoloso dell\'amianto in matrice compatta che per sua natura ha una scarsa o scarsissima tendenza a liberare fibre.
Ad oggi lavoratori sono ormai sensibilizzati riguardo ai rischi passati e presenti all’amianto ed
esiste una ricca normativa a livello nazionale che regolamenta la gestione di tale sostanza e
fornisce norme per la sicurezza dei lavoratori stessi.

3.1.1 Patologie legate all’inalazione di fibre di amianto

Asbestosi
Grave malattia respiratoria che per prima è stata correlata all\'inalazione di fibre d’amianto,
caratterizzata da fibrosi polmonare a progressivo aggravamento che conduce ad
insufficienza respiratoria con complicanze cardiocircolatorie. Essa consiste in una fibrosi con
ispessimento ed indurimento del tessuto polmonare con conseguente difficile scambio di
ossigeno tra aria inspirata e sangue. Si manifesta per esposizioni medio-alte ed è, quindi,
tipicamente una malattia professionale che, attualmente, è sempre più rara ma che ha
provocato il maggior numero di decessi. Si manifesta dopo 10 - 15 anni dall\'esposizione.
Carcinoma polmonare
E’ il tumore maligno più frequente e si verifica anche per esposizioni a basse dosi. Il fumo di
sigarette amplifica notevolmente l’effetto cancerogeno dell\'amianto aumentando
sensibilmente la probabilità di contrarre tale malattia (nei fumatori esposti ad amianto la
probabilità è infatti 90 volte superiore a quella di non fumatori non esposti).
Si manifesta dopo 20 – 40 anni dall\'esposizione.
Mesotelioma della Pleura
Tumore altamente maligno della membrana di rivestimento del polmone (pleura) che è
fortemente associato alla esposizione a fibre di amianto anche per basse dosi.
In genere, le esposizioni negli ambienti di vita sono di molto inferiori a quelle professionali,
ciò nonostante non sono da sottovalutare perché l\'effetto neoplastico non ha teoricamente
valori di soglia. Infatti, nel corso degli anni sono stati accertati casi riferibili sia ad esposizioni
professionali limitate nell’entità e durata, sia ad esposizioni al di fuori dell’ambito
professionale (come per esempio per gli abitanti in zone prossime ad insediamenti produttivi,
per i conviventi o per i frequentatori di lavoratori esposti). Si manifesta dopo 20 – 40 anni
dall\'esposizione.
4.1 FINALITA’ DELLE RICERCHE
Le ricerche sono state finalizzate:
- alla ricerca di amianto nelle rocce femiche e ultrafemiche della bassa Val di Susa;
- al campionamento di queste rocce, soprattutto di quelle ritenute portatrici di amianto;
- alla definizione di massima dell’assetto geologico strutturale della zona;
- alla valutazione della giacitura di eventuali mineralizzazioni ad amianto visibili alla scala
dell’affioramento e della loro entità;
- alla analisi petrografia preliminare delle rocce campionate e alle analisi mineralogiche su
campioni selezionati.
I punti di campionamento sono stati ubicati con GPS e segnati in campagna.
Complessivamente sono stati raccolti 39 campioni in 29 punti d\'osservazione.
I punti di prelievo sono visibili nella Figura 1.
Unità distinta nella carta geologica allegata come: Complesso oceanico liguro-piemontese
(6)
Peridotiti serpentinizzate (ultramafiti) (6a)
Rappresentano il litotipo più diffuso e sono caratterizzate da corpi di potenza ettometrica che
si estendono, talora, per diversi chilometri. Sul versante sinistro della valle di Susa affiora
uno dei più potenti ammassi di questa formazione che in questa ricerca ha prodotto gli unici
campioni con amianto.
Si tratta di serpentiniti caratterizzate da tessitura massiccia e grana fine, ma spesso passanti
a serpentinoscisti e cloritoscisti fortemente laminati soprattutto in corrispondenza di contatti
tettonici e a zone di taglio. Associati alle serpentiniti si osservano, talora, livelli da metrici a
decametrici di rodingiti talora in corpi di probabile origine filoniana.
Metagabbri (6b)
Formano masse di potenza anche pluri-ettometrica, ma arealmente inferiori rispetto a quelle
delle Peridotiti serpentinizzate e delle Prasiniti.

Sono caratterizzati da una struttura massiccia, da una tessitura da granoblastica a scistosa
(flasergabbro) dove sovente si riconosce l\'originaria tessitura preservata. Al loro interno sono
stati riconosciuti, talora, minerali delle associazioni metamorfiche di alta pressione e bassa
temperatura (granato, omfacite). I contatti con i litotipi circostanti sono sempre marcati da
contatti tettonici.
Prasiniti (6c)
Con questo termine sono comprese quelle rocce della suite ofiolitica, a grana generalmente
fine, i cui caratteri tessiturali indicano una derivazione da originarie rocce basaltiche o
gabbriche, delle quali però non si riconosce più il protolite a causa dell\'intensa
trasformazione metamorfica. Formano anch\'esse dei corpi di estensione chilometrica e
potenza ettometrica.
4.4.2 Le concentrazioni di amianto
Viste le finalità di questo studio, l’attenzione si è concentrata sulle rocce aventi
composizione idonea al prodursi dei minerali del gruppo amianto capaci di formare, in
circostanze geologiche (= tettono-metamorfiche) opportune, aggregati cristallini fibrosi.
Tali rocce sono state individuate nelle Prasiniti, nei Metagabbri e nelle Peridotiti
serpentinizzate (3 Complesso oceanico liguro-piemontese), e nelle Lherzoliti del Massiccio di
Lanzo (Unità della zona Sesia-Lanzo).
L’osservazione accurata di affioramenti continui sia lungo i tagli stradali, sia in alcune
esposizioni adiacenti ad essi, ha permesso di riconoscere la presenza macroscopica di
aggregati dei minerali suddetti solo nelle serpentiniti del Complesso oceanico (6a). Sono
queste le rocce, originariamente ricche di olivina (come minerale fondamentale), dalla cui
modificazione metamorfica sono derivati i minerali dell’amianto.
Un altro fatto da evidenziare è che nelle serpentiniti l’amianto non è distribuito in modo
ubiquitario: ove presente, esso è invece sempre associato a fratture di taglio e di estensione,
con netta prevalenza delle prime sulle seconde.
Le fibre di amianto riempiono le fratture di taglio organizzandosi parallelamente alla direzione
di movimento (slikensides). Le vene con spessori più rilevanti (fino a 5 cm quelle osservate)
sono di solito associate a movimenti di taglio con componenti di estensione.
Frequenti e ben mineralizzate ad amianto sono le vene d\'estensione con direzione
ortogonale al movimento lungo le fratture di taglio (slikensides). La connessione delle vene
d\'estensione alle zone di taglio (quindi, ad un unico regime cinematico) è dimostrata dalla
continuità fisica dei riempimenti fibrosi.
Giacitura delle fratture di taglio:
Sono state misurate in campagna 34 fratture di taglio del tipo mineralizzate ad amianto.
Quasi tutte le fratture sono molto inclinate e prevalgono due direzioni: la più rappresentata è
intorno a N70°-90°E e con inclinazioni molto forti versso SSE (alcune anche verso NNW),
l\'altra ha direzioni intorno a N60°-80°E e con inclinazioni medie di 70°-80° verso ENE.
Persistenza: il carattere preliminare dell\'indagine condotta non permette di fare valutazioni
quantitative esaurienti, tuttavia raramente le fratture mineralizzate, comunque orientate,
hanno una persistenza superiore ad alcuni metri. I casi di lunghezze decametriche sembrano
rari, ma è probabile che esistano \"corridoi\" in cui i tagli sono assai fitti e organizzati en
echelon, in modo da formare nell\'insieme delle zone di discontinuità abbastanza lunghe.
Frequenza: la frequenza delle zone di taglio portatrici di amianto è assai irregolare. Si
attraversano infatti volumi notevoli di ultramafiti praticamente privi di fratture ad amianto, che
poi compaiono rapidamente in spessori rocciosi di qualche metro in cui hanno densità
variabili da una a tre-quattro per metro. Va però sottolineata la presenza, non elevata, di
\"corridoi\" nei quali le fratture ad amianto sono assai più fitte (fino a uno per 10-15 cm) e
soprattutto tra loro intersecate a formare spessori di roccia fortemente deformata e
mineralizzata.
5. CONSIDERAZIONI IN MERITO AI RISULTATI OTTENUTI
Anche se una valutazione complessiva dei tenori in fibra, in base ai dati
attualmente a nostra disposizione, non è possibile, si può confermare che localmente sono
riconoscibili porzioni metriche dell’ammasso roccioso in cui il tenore di fibra di amianto è
sicuramente superiore a qualche percento.
Una valutazione attendibile dei volumi di roccia portatrice di amianto attraversata dalla
galleria richiede delle sezioni geologiche lungo il tracciato su cui sia distinta anche la
formazione delle Peridotiti serpentinizzate.
L’entità di questa formazione che sarà attraversata dalla galleria può essere rilevante dato
che circa la metà degli affioramenti di metabasiti della bassa val di Susa è costituita da
peridotiti serpentinizzate più o meno mineralizzate con tremoline nella varietà fibrosa
(amianto).
Pertanto, nei paragrafi seguenti, viene fornita una stima di larga massima sul materiale che
potrebbe essere interessato dalla presenza di fibre di amianto e vengono date indicazioni su
come affrontare, nel rispetto della normativa vigente, le tematiche connesse alla presenza di
tale sostanza ed evidenziate al par. 3.1.2.

5.1 STIMA DI MASSIMA DEI VOLUMI DI MATERIALE
Di seguito si riporta brevemente lo studio sul bilancio delle terre effettuato per la
cantierizzazione delle due tratte di gallerie, in base a cui si può desumere una stima
approssimativa della quantità di materiale interessato dalla problematica in oggetto.
Lo studio si basa su alcune ipotesi per operare un corretto calcolo delle quantità di materiale
derivante dagli scavi (terreno vegetale proveniente dagli scotici per rilevati e trincee, terreno
e smarino provenienti dagli scavi di trincee e gallerie artificiali e naturali): tali ipotesi
riguardano le modalità di scavo delle gallerie naturali (tradizionale o con fresa) e il numero
dei fronti di attacco delle gallerie.
Per quanto riguarda gli scavi delle gallerie naturali, sulla base della natura dei litotipi da
attraversare, si sono fatte le seguenti ipotesi, necessariamente schematiche:
_ I fronti di attacco saranno tre per ognuna delle due gallerie a due canne, corrispondenti ai
due imbocchi e alla finestra intermedia; per semplicità, la lunghezza di scavo per ogni
fronte é stata suddivisa in tre tratti di estensione comparabile.
_ Il metodo di scavo, in linea del tutto preliminare e indicativa, potrà essere misto: scavo
meccanizzato con fresa a piena sezione a partire dai due imbocchi più esterni (est della
galleria del Musiné e ovest della galleria del Gravio) e scavo con sistemi tradizionali a
partire dai due imbocchi interni, che si affacciano nella zona di Caprie; dalle conoscenze
geologiche, risulta che:
- le porzioni centrale e orientale della galleria del Musiné e quelle centrale e
occidentale della galleria del Gravio attraversano rocce dalle buone caratteristiche
litotecniche generali (rispettivamente peridotiti e metagraniti/ortogneiss),
genericamente adatte allo scavo meccanizzato, mentre le restanti porzioni
attraversano litotipi molto vari (da scisti, a calcescisti, a pietre verdi, serpentiniti, ecc.)
e con presenza di lineamenti tettonici anche importanti, più adatti allo scavo
tradizionale;
- nella zona di Caprié, nel breve tratto all’aperto che separa gli imbocchi delle due
gallerie a doppia canna, oltre al collegamento tra le medesime su viadotto e rilevato,
è anche prevista l’interconnessione con la linea ferroviaria esistente: il numero e la
complessità delle opere, insieme allo spazio ridotto, sconsigliano l’installazione di
cantieri per scavo meccanizzato, che richiedono maggiori spazi e infrastrutture e
impianti più complessi.
_ Con ogni modalità di scavo, per cautela si é considerato nel calcolo dei volumi di smarino
un sovrascavo del 5%.
Nella tabella successiva si riporta la stima di larga massima dei volumi di ammasso roccioso
serpentinitico interessato dall’attraversamento delle due gallerie, sulla base dello studio
citato.
Opera Prog. inizio (m) Prog. fine (m) Lunghezza
Stima Volume
serpent. (mc)
Galleria Musiné 22.900,00 24.300,00 1.400,00 235.200
Finestra Rivera 100,00 400,00 300,00 31.500
Galleria Musiné 30.100,00 32.000,00 1.900,00 319.200
Galleria Gravio 35.450,00 37.900,00 2.540,00* 205.800
Galleria Gravio 38.400,00 38.900,00 450,00* 84.000
Tabella 5-1. Volumi di ammassi rocciosi di serpentiniti interessate dagli scavi.
* In queste tratte la presenza di serpentino è presunta
(NOTA a seguito visione del secondo progetto: Il volume totale di serpentino da movimentare per i lavori in oggetto, risultava stimato in 875.700 mc nel primo progetto preliminare presentato nel marzo 2003).
Dopo la verifica effettuata col secondo progetto e lo spostamento del tracciato all’interno delle montagne la quantità risulterà di 1.1151.000 metri cubi.
Si ricorda e si sottolinea che queste quantità derivano da un calcolo che prende spunto da
una serie di ipotesi riguardanti le sezioni-tipo delle opere, la natura dei terreni, i metodi e il
numero dei fronti di scavo, e sono pertanto da considerare passibili di variazioni anche
significative nelle fasi successive di indagine.
5.2 INTEGRAZIONE DELLE INDAGINI
Alla luce dei risultati ottenuti e, considerata la quantità di serpentiniti che saranno
interessate dagli scavi delle opere in oggetto, si ritiene siano necessarie ulteriori indagini, sia
al fine fornire una stima attendibile dei volumi di materiali di cui alla Tabella 5-1, sia per
stabilire con maggiore precisione in che percentuale tali rocce possono essere interessate
dalla presenza di amianto nelle varietà fibrosa.
5.3.2 Controllo materiali estratti
Si prevedono anche controlli sui materiali escavati, con analisi su un campioni di
materiale proveniente dai tratti di galleria interessati dalla presenza di rocce a rischio
amianto, sulla base di quanto indicato al par. 4.5.7.
Quando possibile, cioè nel caso di scavo con metodo tradizionale si procederà anche a
controllo visivo delle formazioni incontrate.
Il materiale estratto sarà classificato facendo riferimento a due procedure possibili:
_ Legge 21 dicembre 2001, n. 443: accertamento in sito di deposito (frequenza da definirsi
comunque inferiore a 1/5.000 mc);
_ Caratterizzazione del materiale inteso come rifiuto, omologa per smaltimento e
caratterizzazione per partite (1 ogni 500-1.000 e comunque non > 1/5.000 mc);
Per i metodi di analisi dei materiali raccolti, ci si atterrà a quanto indicato dal DM 471/99.
Si potrà fare riferimento al D. Min. Sanità 6 settembre 1994, Allegato 1 “Determinazione
quantitativa dell’amianto in campioni di massa”.
In particolare, le tecniche analitiche indicate nel citato decreto come tecniche di riferimento,
sono la diffrattometria a raggi X (DRX) con metodo del filtro d’argento per la determinazione
dell’amianto in campioni in cui è presente in concentrazioni superiori o uguali a 1% e la
microscopia elettronica in scansione (SEM) per la determinazione dell’amianto in campioni in
cui è presente in concentrazioni inferiori all’1%.

5.3.4 Trasporto materiale per lo stoccaggio
Il materiale proveniente dagli scavi in galleria nelle tratte interessate dalla presenza di
formazioni a rischio amianto, verrà trasportato verso apposite zone previste per lo stoccaggio
provvisorio e la caratterizzazione anche nell’ambito dei siti individuati. Occorrerà che tali
materiali siano disposti separatamente dagli altri in zone definite e rintracciabili per la
gestione successiva della caratterizzazione. Il trasporto, qualora si presenti il rischio di
rilascio in aria di fibre derivanti dal materiale escavato, dovrà essere effettuato tramite
l’utilizzo di mezzi con cassone coperto da un telo tipo copri/scopri durante il trasporto.
Lungo il percorso che dovranno seguire i mezzi di trasporto, si stabiliranno dei punti di
monitoraggio delle polveri, per il campionamento delle fibre di amianto nell\'aria e la
determinazione della concentrazione delle fibre di amianto nei campioni d\'aria prelevati
periodicamente.
Qualora si riscontrassero livelli di attenzione verranno adottate apposite precauzioni per
limitare al massimo il sollevamento di polveri dalle piste di cantiere, tramite pulizia della
viabilità interessata o delle aree operative.
5.3.5 Stoccaggio provvisorio
Lo stoccaggio provvisorio del materiale trasportato in base alle modalità di cui al
par. 5.3.4, avverrà in apposite aree nelle zone di cantiere oppure nei siti individuati
nell’ambito dello studio di cantierizzazione per la sistemazione del materiale di smarino, in
cumuli del volume indicativamente non inferiore a 500÷1.000 mc (e comunque non superiore
a 5.000 mc), in relazione alla quantità di materiale estratto da caratterizzare che deriva dalle
zone interessate dalla presunta presenza di amianto. Per lo stoccaggio del materiale nei
cumuli, saranno prese le opportune precauzioni per evitare il rilascio di eventuali polveri di
amianto nell’aria (per esempio si potranno prevedere apposite coperture).
Da ogni cumulo sarà prelevato un campione composito per la determinazione analitica delle
fibre libere in base a quanto esposto al paragrafo 5.3.2.
In base ai risultati ottenuti si procederà alla classificazione ed allo smaltimento del materiale
(par. 5.3.6, par. 5.3.7).
5.3.6 Classificazione
La Legge 21 dicembre 2001, 443 sancisce che le rocce da scavo, anche di
gallerie, non sono da ritenersi rifiuti qualora non presentino una concentrazione di inquinanti
superiore ai limiti massimi previsti dalle norme vigenti. Nel caso dell’amianto, la
concentrazione massima, indicata dall’allegato 1, tabella 1, colonna B, del DM 471/1999 è
pari a 1.000 mg/kg.
Qualora il contenuto di fibre libere superi tale limite, o comunque qualora non fosse possibile
trovare una collocazione del materiale ai sensi della citata legge 21 dicembre 2001, il
materiale dovrà essere alienato e quindi in base alla normativa vigente sui rifiuti.
Per la classificazione si cita l’art. 12 punto 6 del L.257/1992, “i rifiuti di amianto sono
classificati tra i rifiuti speciali, tossici e nocivi ai sensi dell’art. 2 del DPR 915/82, in base alle
caratteristiche fisiche che ne determinano la pericolosità, come la friabilità e la densità”.
Nella stessa legge non vengono però definiti i limiti o i livelli di riferimento per le
caratteristiche fisiche che ne determinano la pericolosità.
Per la definizione di rifiuti speciali, tossici e nocivi, la L.257/1992 rimanda all’art. 2 del DPR
915/82, in base a cui sono rifiuti speciali quelli indicati ai punti 1-5 del citato articolo, e sono
definiti tossico nocivi tutti i rifiuti che contengono le sostanze indicate nell’Allegato al citato
Decreto, tra cui l’amianto (polveri e fibre) indicato al punto 21).
Tra le categorie di rifiuti speciali si citano, in relazione al caso in esame, quelli indicati al
punto 3: “i materiali provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi; i macchinari e le
apparecchiature deteriorati ed obsoleti”.
Per le concentrazioni limite in base a cui distinguere tra i rifiuti speciali e quelli tossico nocivi,
il riferimento vigente è la Deliberazione del 27/07/1984 in cui vengono fissati i limiti di
concentrazione per le sostanze pericolose delle categorie 1), 2) e 5) del DPR 915/82; in
particolare per l’amianto CL (mg/kg) 100.
In base a quanto esposto, alla luce della normativa vigente i rifiuti di amianto vengono
classificati tossici e nocivi se il contenuto di amianto (polveri e fibre libere) supera i 100
mg/kg; al di sotto di tale limite ricadono tra i rifiuti speciali.
In base a tale classificazione si procederà allo smaltimento come indicato al paragrafo
seguente.
5.3.7 Smaltimento
I materiali caratterizzati, qualora non siano da ritenersi rifiuti in base alla Legge
Lunardi (27 Dicembre 2001, n.443), potranno essere riutilizzati ai sensi dell’art. 19 della
medesima legge (vedi par. 3.3), cioè per reinterri, riempimenti, rilevati e macinati ed altri
impieghi tra cui si cita, in riferimento alla situazione in analisi, il riempimento delle cave
coltivate.
Qualora non fosse possibile trovare una collocazione del materiale ai sensi della Legge
Lunardi e qualora le concentrazioni delle fibre di amianto fossero superiori al limite di 1.000
mg/kg indicato dal DM 471/99, le rocce da scavo saranno da ritenersi rifiuti e dovranno
essere smaltite in base alla normativa sui rifiuti, come di seguito riassunto.
Una volta accertata o stabilita la natura del materiale come rifiuto, la gestione (trasporto e
relativo smaltimento, documentazione, registri di carico/scarico) avverrà seguendo la legge
specifica in vigore relativa alla gestione dei rifiuti.
In attesa dell’emanazione del decreto relativo alle discariche, in recepimento della Direttiva
1999/31/CE, i rifiuti di amianto devono essere smaltiti in base alla loro classificazione, in
discariche di seconda categoria A, B o C.
Discarica di seconda categoria di tipo A
Sono smaltiti soltanto rifiuti inerti costituiti da sfridi di materiali da costruzione e da materiali
provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi, materiali ceramici cotti, vetri di tutti i tipi, rocce
e materiali litoidi da costruzione. E’ comunque vietato lo scarico di rifiuti polverulenti o
finemente suddivisi in assenza di specifici sistemi di contenimento.
Sono smaltiti in questo tipo di discarica i rifiuti con amianto in matrice cementizia o resinoide,
classificabili in speciali provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi (materiali contenenti
amianto in matrice compatta).
Discarica di seconda categoria di tipo B
Sono smaltiti sia rifiuti speciali non pericolosi sia alcuni rifiuti speciali pericolosi.
Possono essere smaltiti in questo tipo di discariche rifiuti con amianto in polvere o fibre libere
in concentrazione < 100 mg/kg.
Nel caso si abbia la ragionevole certezza, in base a specifiche caratteristiche del terreno, di
non provocare l’inquinamento delle acque superficiali e di falda, in questo tipo di discarica
(2Bs) è possibile smaltire anche altri rifiuti pericolosi di cui all’allegato al DPR. n. 915/1982
che rispettino precisi limiti di cui alla tabella a della legge n. 319/1976. Per quanto concerne
l’amianto in queste discariche possono inoltre essere smaltiti rifiuti contenenti polveri o fibre
libere di amianto in concentrazioni non superiori a 10.000 mg/kg.
Discarica di seconda categoria di tipo C
Sono smaltiti rifiuti speciali pericolosi tra i quali l\'amianto in concentrazioni superiori a 10.000
mg/kg (polveri e fibre libere).
La nuova normativa prevederà invece una nuova classificazione delle discariche:
a) Discarica per rifiuti inerti;
b) Discarica per rifiuti non pericolosi;
c) Discarica per rifiuti pericolosi.
In base a quanto contenuto nella bozza di tale decreto, i rifiuti contenenti amianto non sono
smaltibili nelle discariche di categoria a (punto 1.1 allegato 2), mentre possono essere
smaltiti nelle discariche di categoria b) o c) in base a concentrazioni limite non indicate nel
documento in bozza.
Si precisa infine che, le indicazioni fornite si riferiscono allo smaltimento di materiale tal
quale; qualora si prevedano interventi di inertizzazione atti a impedire il rilascio di fibre
nell’aria, il materiale potrà essere smaltito come inerte, in discariche di tipo 2A secondo la
normativa vigente o in discariche di categoria a) in base alla bozza del decreto sulle
discariche.
5.4 DESTINAZIONE DEL MATERIALE DI SCAVO
Dal punto di vista della collocazione dei materiali è possibile individuare le
seguenti soluzioni:
1) Legge Lunardi (Legge 21 dicembre 2001, n. 443) se concentrazioni in conformità con il
DM 471/99:
a) Siti probabili individuati dallo studio di cantierizzazione;
b) Discariche di inerti.
2) Normativa per i rifiuti: se concentrazioni superiori alla CLA DM 471/99 (o in caso di
mancanza di collocazione ai sensi della legge n. 443/2001):
a) Discariche controllate 2B o 2C;
b) Impianti di trattamento e in seguito discariche controllate 2A o 2B.
Nella figura seguente viene riportato uno schema indicativo di quanto indicato:
Concentrazioni > CLA DM 471/99
Si segue la normativa per i rifiuti
Materiale escavato
(~875.000 mc)
Terreni da scavo se Conformità 471/99
Si segue la legge 443/2001
Siti di cava
Discarica per inerti 2A
Impianti di trattamento Discariche 2A o 2B
Smaltimento tal quale Discariche 2B o 2C
Nel paragrafo seguente vengono indicati i siti ove sono presenti discariche eventualmente
utilizzabili. Si sottolinea come ad oggi le informazioni disponibili non consentano di affrontare
valutazioni anche indicative sui flussi di materiali.
Tale schema costituirà una base per successive fasi di approfondimento conoscitive e
progettuali relative a tale problematica nell’ottica di massimizzare il recupero di materiali ed
effettuare uno smaltimento senza pericoli per l’uomo o pregiudizi per l’ambiente.
5.4.1 Discariche autorizzate
Per ciascun impianto dovrà essere sottoposto il materiale per omologa in
relazione alla specifica autorizzazione dell’impianto stesso che potrà anche essere più o
meno restrittivo rispetto alle linee generali date dalla normativa.
A titolo indicativo si riportano alcuni impianti autorizzati della provincia di Torino.
Discariche in conto terzi autorizzate
ai sensi degli articoli 27 e 28 del D.Lgs. 22/97 e s.m.i.
Categoria : 2 Tipo : B
Ragione sociale Comune
SERVIZI INDUSTRIALI TORRAZZA (TO)
CAVAGLIA’ S.p.A. CAVAGLIA’ (BL)
BOSSARINO BOSSARINO (SV)
Tabella 5-2. Discariche autorizzate tipo 2B.
Per quanto riguarda le discariche tipo 2C, si cita la discarica di Barricalla S.p.A. sita a
Collegno (TO).
Per completezza vengono indicate anche alcune discariche reperite in provincia di Torino:
Discariche in conto terzi autorizzate dalla Provincia
di Torino
ai sensi degli articoli 27 e 28 del D.Lgs. 22/97 e s.m.i.
Categoria : 2 Tipo : A
Ragione sociale Comune
COMUNE DI CALUSO CALUSO
COMUNE DI GRUGLIASCO GRUGLIASCO
COMUNE DI MONTANARO MONTANARO
COMUNE DI S.BENIGNO CANAVESE SAN BENIGNO CANAVESE
COMUNE DI VESTIGNE\' VESTIGNE\'
COMUNE DI VILLAR PELLICE VILLAR PELLICE
COMUNE DI VOLPIANO VOLPIANO
COMUNE DI VOLPIANO VOLPIANO
EDIL SCAVI DI GIAVENO FLAVIO E C. CAVOUR
ESCAVAZIONI DI GASTALDO BRAC E C. IVREA
INDUSTRIA ESTRAZIONE GHIAIA DI VITTONATTI MONTALTO DORA
ITALCAVE SRL CAVAGNOLO
LAVINER COLLEGNO
MOBILIARE IMMOBILIARE CONE EX CONEIVREA
RADIS CESARE GRUGLIASCO
TAVELLA GIOVANNI ORBASSANO
Tabella 5-3. Discariche autorizzate di tipo 2A.
6. CONCLUSIONI
La relazione in oggetto costituisce un primo inquadramento metodologico della
problematica amianto della tratta in oggetto, per la quale, anche in relazione alla
mancanza di sondaggi profondi, occorrerà procedere ad una serie di approfondimenti
nella successiva fase di progettazione .
In tale ambito infatti, sarà possibile definire precisamente il contenuto operativo, specie
sotto il profilo quantitativo al livello delle reali quote di progetto, anche in rapporto ad
esistenti cave di prestito e mettere a punto la strategia più appropriata in termini di
sicurezza dei lavoratori e di modalità di gestione e sistemazione definitiva dei materiali.
In ogni caso, dallo studio fin qui condotto non si rilevano elementi particolari da indurre
a precludere la concreta fattibilità dell’opera, anzi, attraverso una opportuna strategia,
potranno essere ipotizzate analisi di dettaglio tese a valutare la possibilità di riutilizzo di
parte del materiale (ad esempio la frantumazione per inerti).

ESTRATTO DAL PROGETTO PRELIMINARE NODO URBANO DI TORINO
POTENZIAMENTO LINEA BUSSOLENO – TORINO E CINTURA MERCI A CURA DI RFI
ANALISI DELLE PROBLEMATICHE DI
SCAVI IN GALLERIA IN PRESENZA DI
FIBRE DI AMIANTO
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