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Notizie interessanti dalla Cgil di Rimini
15.02.2004

Assistenza domiciliare per i disabili

CGIL-CISL-UIL hanno siglato con il Comune di Rimini un protocollo d'intesa per la destinazione di fondi alle famiglie che assistono anziani disabili e che hanno necessità di assistenti domiciliari a tempo continuato nelle 24 ore giornaliere (badanti).

Molte famiglie, infatti, garantiscono ai propri congiunti anziani, pur in condizioni di non autosufficienza, la permanenza in casa con l’impiego di assistenti familiari extracomunitarie e non.

Al fine di promuovere la permanenza al domicilio per coloro che fanno questa scelta, si è ritenuto necessario aiutare economicamente queste famiglie che sostengono spese rilevanti e che non hanno disponibilità economiche adeguate.

Il fondo messo a disposizione è di 100 mila euro ed è destinato al rimborso di parte degli oneri contributivi versati dal datore di lavoro, pari al 70% e con un massimo di 1000 euro.

Per accedere a questo fondo è necessario il certificato ISE che si può richiedere presso gli uffici del CAAF CGIL.

Un bando specifico informerà sulle modalità di accesso e di prenotazione della domanda. Per ulteriori informazioni telefonare all'ufficio SPI allo 0541-779913.

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Servizi, tasse, tariffe, investimenti, stato sociale.
La contrattazione sui Bilanci di previsione degli Enti Locali

E’ un giudizio fortemente negativo quello delle Segreterie provinciali CGIL CISL UIL sulla Legge Finanziaria 2004. E’ scritto a chiare lettere in apertura della piattaforma unitaria sulla contrattazione territoriale sui bilanci di previsione con gli Enti Locali della nostra Provincia, quando viene affrontato il contesto politico generale. Le Segreterie provinciali di CGIL CISL UIL valutano infatti che tale manovra, a causa dei tagli allo stato sociale, all’assistenza, alla sanità, alla previdenza, scuola e università, avrà conseguenze molto pesanti sulle condizioni di vita delle persone e sul sistema di protezioni sociali e sanitarie, cui si aggiungono ulteriori tagli ai trasferimenti di denaro agli Enti locali che rischiano di compromettere la possibilità di mantenimento del livello quantitativo e qualitativo dei servizi erogati.

Fortemente negativo il giudizio anche verso la politica delle entrate una tantum con il ricorso, ormai strutturale, ai condoni, edilizio e fiscale, che viziano i principi di legalità ed equità.

In questo contesto, nel confronto con i Comuni sui Bilanci di previsione, il sindacato ha fatto una scelta di campo totalmente alternativa, volta a salvaguardare sia le condizioni di vita delle persone, attraverso il mantenimento della qualità e quantità dei servizi e più in generale dello stato sociale, sia il potere d’acquisto di salari e pensioni mantenendo inalterata la pressione fiscale e tributaria locale.

Ulteriori proposte e rivendicazioni sono inserite nelle piattaforme presentate autonomamente dai Sindacati dei pensionati CGIL CISL UIL specificamente indirizzate alle fasce più anziane della popolazione.

Con i Comuni che hanno deciso di approvare i bilanci di previsione entro dicembre, Riccione, Santarcangelo e San Giovanni in Marignano, si è sviluppato un confronto serrato e di merito che ha consentito di sottoscrivere importanti intese sui temi proposti nella piattaforma sindacale, in particolare rispetto ai tributi e alle tariffe locali, al mantenimento e potenziamento dei servizi e del sistema di protezioni a partire dai meno abbienti. Con questi Comuni il confronto prosegue ora sui temi più generali dello sviluppo e della politica degli investimenti.

Protocollo d’intesa firmato con il Comune di Rimini, che individua, quali settori strategici di intervento, le politiche sociali lasciando invariate la politica tributaria e tariffaria con specifici ammortizzatori per tutelare le famiglie e le fasce sociali a basso reddito. Accordo raggiunto anche a Bellaria, mentre a Cattolica rimane vincolato alla non applicazione dell’addizionale Irpef a meno che non sia finalizzata alla realizzazione di scopi condivisi. Inizio positivo del confronto a Verucchio, ancora nessuna convocazione da parte del Comune di Misano.

Il giudizio che possiamo esprimere nel merito della contrattazione fin qui svolta è sostanzialmente positivo, sia sulle linee generali che sulle politiche più specifiche adottate dagli Enti Locali, ci riserviamo un giudizio più compiuto a conclusione dei confronti ancora in corso.

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Collaboratori: dopo la circolare del Ministero del lavoro aumenta la precarietà

Lontana dal favorire la lotta all'abuso, la prima circolare del 2004 emanata dal Ministero del lavoro, aumenta gli elementi di ambiguità nella distinzione tra lavoro a collaborazione e lavoro subordinato: l'autonomia nello svolgimento della prestazione lavorativa viene indebolita e, contemporaneamente, si rafforzano invece i vincoli dell'orario e del coordinamento funzionale all'organizzazione dell'impresa.

Nella stessa circolare si stabilisce che le collaborazioni a progetto non hanno carattere di eccezionalità ma possono rientrare nell'organizzazione ordinaria dell'impresa.

Si allargano così le maglie per possibili abusi e, di conseguenza, si irrobustisce la precarietà nel lavoro.

E' poi evidente, nella circolare, il permanente attacco alla contrattazione collettiva e l'esaltazione della contrattazione individuale rendendo così ancora più deboli i collaboratori nella pattuizione con il committente che, invece, vede rafforzato il potere di ricatto sul collaboratore.

Le già deboli condizioni economiche dei collaboratori (in media 12mila euro annui) sono ulteriormente aggravate dalla circolare che, nella definizione dei compensi, esclude il riferimento ai minimi contrattuali del lavoro dipendente e, facendo riferimento alle tariffe inesistenti del lavoro autonomo, consegna alla discrezionalità del solo committente la definizione dei compensi.

Ciò, del resto, è in coerenza con l'attacco sistematico di questo governo al potere di acquisto dei salari. Politica che sta producendo un progressivo impoverimento dei lavoratori e delle famiglie.

E mentre continuano a essere negati diritti e tutele sociali ad una parte sempre più numerosa del mondo del lavoro, dulcis in fundo, si rende possibile la risoluzione della collaborazione senza giusta causa ma con un semplice preavviso.

Infine, per non smentire la fantasia precarizzatrice di questo governo, la circolare da strumento applicativo diventa, invece, creatrice di un ulteriore tipologia contrattuale: il lavoro coordinato e continuativo occasionale.

Pensavamo bastasse a stupire gli italiani la finanza creativa di Tremonti. Ahi noi eravamo ottimisti: è arrivato il lavoro creativo targato Maroni.

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La casa fa la differenza

E’ un dato ormai assodato che molte famiglie, anche riminesi, stanno vivendo una emergenza economica e sociale determinata dalla perdita del potere d’acquisto dei salari, aggravata dall’erosione e in molti casi dalla totale perdita dei propri risparmi.

La casa, che è un bene primario e rappresenta anche la voce di costo maggiore che ogni famiglia deve sostenere, è il primo elemento a fare la differenza fra un nucleo che sta al di sopra o al di sotto della soglia di povertà.

La condizione abitativa determina la condizione sociale di un numero sempre crescente di famiglie e va detto che nella nostra provincia la percentuale di cittadini che ha una casa di proprietà sta progressivamente diminuendo.

Il sistema produttivo ed il mercato del lavoro dei Comuni della Provincia di Rimini, negli ultimi anni, sono dovuti ricorrere sempre più spesso a manodopera (lavoratori e lavoratrici) proveniente da altre Regioni e da Paesi stranieri. Ma tale fenomeno non ci ha trovati pronti ad accogliere un “nomadismo lavorativo e professionale” che va progressivamente allargandosi.

Infatti, alla storica e cronica esigenza di “abitazioni” presente sul nostro territorio, a cui si sono aggiunti negli ultimi anni nuovi bisogni abitativi (studenti fuori sede, lavoratori immigrati, anziani soli, cittadini residenti in precarie condizioni economiche o di salute), fa da contraltare la presenza di numerosi alloggi sfitti, ma non disponibili sul mercato dell’affitto, finalizzati spesso alla speculazione immobiliare e affittuaria (vedi andamenti dei mercati finanziari e vocazioni abitative esclusivamente turistiche dei Comuni della Provincia).

Si determina una situazione nella quale un lavoratore/trice o un nucleo familiare, pur avendo un reddito fisso (immaginiamo chi l’ha precario!) si trova ad essere nella fascia di povertà. Stiamo di fatto importando nel nostro Paese gli aspetti più deleteri di società senza regole e senza solidarietà.

Le politiche della casa dovrebbero intendersi come un punto di snodo nelle strategie per lo sviluppo della nostra provincia, che le faccia uscire dal ristretto ambito assistenziale, di problema sociale.

Bisogna innanzitutto prendere atto che la Legge 431 del 1998, che ha liberalizzato il mercato degli affitti, ha fallito il suo scopo. Infatti, il libero mercato, anziché calmierare i costi dell’affitto, li ha fatti elevare in maniera incontrollata, inoltre le agevolazioni fiscali per i canoni concordati e i contributi dei fondi sociali per l’affitto hanno paradossalmente fatto lievitare ulteriormente gli affitti sui quali hanno speculato ancora una volta i proprietari degli appartamenti senza alcun beneficio per gli inquilini.

Il governo Berlusconi ha assestato un duro colpo alle famiglie più povere riducendo drasticamente il Fondo di sostegno all’affitto per il 2003 ed eliminando dalla finanziaria del 2004 lo stanziamento di contributi all’affitto, cancellando definitivamente le locazioni agevolate e calmierate in regola con il fisco e la registrazione. Purtroppo toccherà ai Comuni arrangiarsi.

Va detto comunque che, da solo, il fondo sociale per l’affitto non può essere lo strumento risolutivo, perché rischia di tramutarsi in assistenza caritatevole per pochi bisognosi.

Il peso dell’edilizia pubblica nella provincia di Rimini è quasi irrilevante perché possa fare da calmiere sugli affitti e riequilibrare i costi delle case. Andrebbe realizzato un sistema di affitti, a costi sostenibili, che il libero mercato non garantisce e non può garantire. Occorrerebbe per questo un intervento Pubblico più efficace, a partire dai piani urbanistici dei Comuni che, sobbarcandosi i costi della loro realizzazione (vie, fogne, illuminazione, ecc.), dovrebbero poter ottenere in cambio, dai costruttori, la realizzazione di appartamenti da destinare all’affitto a canone calmierato.

Vanno realizzati con urgenza, anche attraverso società di scopo, studentati (posti letto) in grado di dare risposta alle migliaia di studenti presenti nella nostra città, per sottrarli alla speculazione affittuaria che taglia fuori studenti magari meritevoli ma non abbienti.

La questione abitativa è un problema in grado di costituire un ostacolo alla crescita ed allo sviluppo di un territorio in ragione della mancata risposta alla mobilità geografica proveniente dal mondo del lavoro e dal sistema produttivo. Il rischio concreto da parte del sistema economico-produttivo è quello di non poter trattenere la forza lavoro competente e necessaria, disperdendo verso altre aree le professionalità che magari si sono formate nella nostra provincia..

Andrebbe esteso il metodo della concertazione dei canoni di affitto a tutti i Comuni della Provincia e non solo ai Comuni considerati ad alta “intensità abitativa”.

I Comuni della nostra Provincia debbono destinare risorse ad un problema come quello sopra esposto, in quanto strategico sia per la condizione sociale dei propri cittadini, sia per determinare le condizioni per fare competitività e sistema

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