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Bologna per scelta...di Sergio Cofferati
15.02.2004

Bologna per scelta

Giorgio mi chiede perché ho deciso di candidarmi a Bologna.

Qui uno schieramento largo di forze politiche, associazioni e movimenti aveva iniziato un percorso per definire, insieme, un progetto di governo per la città e una candidatura che potesse realizzarlo.

Quello schieramento mi propose di venire in città per diventare il loro candidato. Fin dai primi incontri, capii che quanto stavano cercando di realizzare a Bologna era in sintonia con ciò che avevo più volte suggerito anche a livello nazionale.

Ho sempre pensato che l’idea di costruire un programma, di far dialogare i partiti dell’Ulivo con i movimenti e di tentare una sintesi con il Partito della Rifondazione Comunista fosse la strada giusta. Improvvisamente mi veniva proposto di guidare uno schieramento che guardava a quel modello con attenzione.

Così ho scelto Bologna, città dove la buona politica è di casa, in cui i cittadini si organizzano per risolvere insieme i problemi e dove chiedono all’amministrazione di essere coinvolti nelle scelte importanti. Anche questo, la propensione dei bolognesi al dialogo e alla partecipazione, ha avuto un peso nella mia decisione.

Ho scelto Bologna per le grandi potenzialità della città. Qui si possono pensare grandi progetti: ci sono le idee, gli uomini e le risorse per realizzarli. C’è un patrimonio straordinario di tradizione e cultura, un tesoro inestimabile su cui dobbiamo investire per ridare alla città il posto che merita in Italia ed in Europa.

Ho scelto Bologna perché è importante la dimensione locale, la capacità di amministrare, la voglia di tornare a far politica di molti cittadini. Ho sempre pensato che i partiti siano importanti per una società e che il loro lavoro, ad ogni livello, sia essenziale per mantenere unita una comunità. Una volta le forze politiche erano in grado di rappresentare il tutto. Oggi non è più così. Dalla società nascono bisogni nuovi che mutano con grande rapidità. E’ un "mondo veloce" che a volte sfugge ai partiti tradizionali, ma che, spesso, è intercettato dai movimenti, dalle associazioni, dai comitati. Far dialogare queste due forme della politica credo sia importante.

Giorgio si chiede se candidarsi a guidare una città sia un ripiego. Non lo è per nulla. Bologna è una città che conta e che può contare di più. E’ un luogo dove nascono idee e progetti nuovi e la nostra esperienza può essere il punto di partenza per avviare quella stagione di cambiamento che, a cominciare da Bologna, dobbiamo costruire insieme.

Caro Giorgio, bolognese lo sono per scelta.

Sergio Cofferati.

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