Il giorno 12 febbraio il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sul caso Parmalat
In attesa della relazione di Fiorella Ghilardotti sul Governo d'impresa e il diritto societario previsto in commissione Affari giuridici per il mese di aprile, l'Aula ha discusso, con i rappresentanti della Commissione, del caso Parmalat. Il commissario per il mercato interno Bolkestein ha esordito analizzando i rischi connessi allo scandalo finanziario della Parmalat, in particolare il possibile indebolimento dei mercati finanziari europei, dovuto alla fuga di molti investitori ed al conseguente aumento del costo del capitale. Ha poi individuato le possibilità di intervento dell'Unione europea per riorganizzare l'industria dei servizi finanziari, attraverso il Piano di azione finanziario, con misure sugli abusi di mercato, ma nuova direttiva sui servizi d'investimento e quella sulla trasparenza. Tutti gli interventi dovrebbero essere dunque finalizzati ad aumentare i poteri delle autorità competenti e migliorare la collaborazione transfrontaliera, prevedendo inoltre una responsabilità piena dei revisori di un gruppo di società e sanzioni più severe. L'onorevole Claudio Fava dei DS, parlando in nome del gruppo socialista, ha imputato il crac della multinazionale italiana alla condotta delle grandi banche, degli organi di controllo, ma anche a quei governi europei che tollerano i paradisi fiscali, citando in particolare il Lussemburgo. Conseguentemente, il deputato propone una serie di limitare il segreto bancario attraverso un accordo globale, che preveda anche regole di controllo sovranazionali. Infine, ha ricordato che sono i lavoratori le prime vittime di vicende come quella Parmalat.
A seguito del dibattito, l'Aula ha approvato, il giorno seguente, una risoluzione comune che esprime l'esigenza di migliorare la vigilanza dei servizi finanziari. L'intenzione degli eurodeputati é quella di assicurare un equilibrio fra la necessità di garantire un flusso d'informazioni tempestivo fra i soggetti interessati al controllo, e l'opportunità di non porre eccessivi oneri burocratici alle società europee. In particolare, il Parlamento chiede alla Commissione di riunire a livello europeo gli organi incaricati della sorveglianza dei rapporti fra imprese e banche, al fine di tutelare gli interessi dei risparmiatori. Adottando un emendamento presentato da Fiorella Ghilardotti, gli eurodeputati hanno affermato che la presenza di rappresentanti dei lavoratori all'interno dei consigli d'amministrazione può permettere di "far valere i loro interessi nel caso di decisioni che abbiano un impatto diretto sul futuro stesso dell'impresa".
Per quanto riguarda gli aspetti internazionali, la risoluzione approvata consiglia ai governi degli Stati membri di rivedere le regole del governo societario all'interno dell'OSCE al fine di rafforzare la tutela sui lavoratori.
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Il 12 febbraio il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sulla crisi nel settore siderurgico ed il caso della AST di Terni
Il commissario Diamantopoulou ha aperto il dibattito ricordando che la crisi del reparto magnetico della fabbrica AST di Terni mette a rischio 450 posti di lavoro, oltre ad un numero più ampio di posti collegati. Per far fronte alla situazione, l'Esecutivo europeo ritiene necessario promuovere a livello comunitario un dialogo con le parti sociali in modo da concordare i possibili interventi. per limitare gli effetti della crisi. Ha poi confermato l'intenzione dell'Unione europea di concludere un accordo internazionale in merito alle sovvenzioni alla produzione di acciaio delle quali alcuni governi fanno uso al di fuori del quadro dell'Organizzazione Mondiale del Commercio.
Intervenendo in nome del gruppo dei socialisti, l'onorevole Guido Sacconi dei DS ha spiegato le gravi conseguenze socioeconomiche che rischia di avere la chiusura dello stabilimento di Terni, in particolare le pesantissime conseguenze interne, visto il valore strategico del settore magnetico ed il rischio che l'industria italiana diventi dipendente dalle importazioni dalla Russia e dagli USA. La situazione attuale dimostra inoltre la necessità di predisporre forme più avanzate di collegamento fra investimento pubblico e strategia d'impresa.
La Delegazione dei DS al Parlamento europeo, insieme a tutto il gruppo socialista, ha presentato una proposta di risoluzione, che esprime solidarietà ai lavoratori a rischio e rileva l'importanza dell'acciaio magnetico per la competitività di tutto il settore siderurgico italiano ed europeo. S'invita la Commissione ad intervenire con efficacia in ambito internazionale in difesa del settore metallurgico del continente, contro la concorrenza sleale di paesi terzi, e di garantire il ruolo fondamentale del settore per la creazione di posti di lavoro. L'Aula ha poi approvato una risoluzione comune che riprende sostanzialmente i punti principali della proposta del PSE.
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Il giorno 11 febbraio il Parlamento europeo ha approvato un rapporto sugli orari di lavoro
Con 370 voti favorevoli e 116 contrari, l'Aula ha approvato il rapporto Cercvas Alonso (PSE) sulla direttiva relativa agli orari di lavoro, che ha l'obiettivo di proteggere i lavoratori dagli effetti negativi provocati da orari eccessivi sulla loro salute e sicurezza. Il rapporto approvato chiede ai governi degli Stati membri che rispettino il limite massimo di 48 ore lavorative settimanali, criticando fortemente l'abuso che questi hanno fatto della clausola dell'opt-out, che permette di derogare a tale regola, con particolare riferimento al Regno Unito. Il gruppo socialista accoglie con favore l'approvazione della relazione, che tuttavia assicura flessibilità d'applicazione in alcuni casi specifici, come quello dei medici del pronto soccorso. La direttiva sugli orari di lavori é anche strettamente collegata alla questione delle pari opportunità ed alla conciliazione della vita familiare e lavorativa. Critiche alla decisione arrivano da parte dei liberali inglesi, che sostengono che la competitività britannica richieda una flessibilità totale degli orari lavorativi.
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Il giorno 11 febbraio il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sul riconoscimento delle qualifiche professionale
Il Parlamento europeo ha votato in codecisione e in prima lettura, giovedì, 218 emendamenti alla proposta di direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali, adottando la relazione di Stefano Zappalà. Sostituendo i quindici testi attualmente in vigore, la direttiva ha l'ambizione di semplificare l'iter amministrativo per i laureati dell'Unione allargata che decidono di stabilirsi o fornire servizi in uno Stato diverso da quello d'origine. Il testo precisa le condizioni di accesso alle attività professionali per una serie di professioni libere, dagli ingegneri ai professionisti della sanità, ad esclusione degli avvocati e dei notai e istituisce un sistema generale di riconoscimento reciproco dipendente dal livello di formazione e dei sistemi di "riconoscimento automatico" delle esperienze o dei titoli professionali per alcune professioni.
Il dibattito in plenaria sul tema ha fatto emergere forti divergenze sul testo, si sono contrapposte posizioni più favorevoli alla facilitazione del riconoscimento per favorire la libera circolazione dei laureati e dei professionisti e posizioni di chiusura più incentrate sulla difesa dei modelli nazionali di qualifiche e di "corporativismo" delle professioni. I deputati hanno apportato una serie di modifiche al testo della Commissione, fra le quali:
Riconoscimento delle qualifiche: il PE afferma che il livello di qualifica debba essere "equivalente a quello richiesto nello Stato membro di accoglienza" e non "almeno equivalente al livello immediatamente inferiore a quello richiesto nello Stato membro di accoglienza" come proposto dalla Commissione. I deputati intendono così evitare una "svendita a basso prezzo" delle qualifiche.
Attività "temporanee": la Commissione proponeva di semplificare le procedure per i prestatari che forniscono un servizio temporaneo in uno Stato membro, quando tale attività non superi le "sedici settimane". I professionisti sarebbero dispensati dalle formalità richieste normalmente ai loro omologhi nello Stato membro di accoglienza. Il PE sopprime tale criterio di tempo e lo sostituisce con criteri qualitativi: il carattere temporaneo sarebbe valutato in funzione della "presenza di installazione fisse, della durata e dell'essenza dell'attività stessa". I deputati hanno reso più rigide le condizioni di accesso "temporaneo" al mercato, quando è in causa la "responsabilità professionale", come nel caso delle professioni mediche ed hanno precisato che tali prestatari dovranno essere soggetti agli "stessi diritti e obblighi" dei praticanti stabiliti nello Stato di accoglienza, in altre parole: inscriversi ad una organizzazione professionale e ad un organismo di previdenza sociale.
Lingua: il PE afferma che lo Stato di accoglienza può "chiedere ad un migrante di apportare la prova delle proprie conoscenze (linguistiche)" mentre la Commissione era più flessibile, autorizzando gli Stati membri solo a chiedere "ai beneficiari di acquisire le conoscenze linguistiche necessarie all'esercizio della loro attività professionale".
Accesso alle professioni mediche: tali professioni saranno sottoposte ad obblighi particolari come: dichiarazione preventiva alle autorità dello Stato di accoglienza e registrazione pro forma in alcuni casi. Il PE ha reso più severe le condizioni di concessione di un "riconoscimento automatico" di alcuni titoli di formazione medica. I deputati mantengono la possibilità di riconoscere automaticamente " nuove specializzazioni mediche" ma a condizione che siano " riconosciute ufficialmente in vari Stati membri".
Spetta ora al Consiglio pronunciarsi sulla prima lettura del PE e decidere se assecondare l'impostazione più ispirata al riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali tipica della Commissione o quella più conservatrice e cauta del Parlamento europeo.
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Il 10 febbraio il Presidente colombiano Uribe é intervenuto al Parlamento europeo
In seduta solenne, gli europarlamentari hanno ricevuto la visita del Presidente della Colombia Alvaro Uribe. La visita é stata contestata dai gruppi politici liberali, verdi e della sinistra unita, che hanno duramente criticato la politica di sicurezza attuata dal governo colombiano a detrimento dei diritti dell'uomo. I due gruppi maggioritari, i popolari ed i socialisti, hanno invece sostenuto che la visita possa rappresentare un'occasione per esercitare pressione politica affinché il governo modifichi alcune scelte e decida di iniziare il dialogo con le FARC per la liberazione dei prigionieri politici.
La Delegazione italiana dei DS ha deciso tuttavia di non assistere all'intervento del Presidente Uribe in plenaria, ritenendo inopportuno l'invito di un Presidente la cui deriva autoritaria é stata sottolineata anche dall'Alto commissariato ONU per i diritti dell'uomo. L'onorevole Claudio Fava, parlando in nome della Delegazione, ha criticato il governo colombiano che nello scorso luglio si era impegnato sul terreno del rispetto dei diritti individuali, formalizzando la scelta con un programma di 24 punti accordato con le Nazioni Unite: nessuno di quei punti é stato fino ad ora realizzato.
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Il 10 febbraio il Parlamento europeo ha approvato la costituzione di un Centro europeo per le epidemie
Con l'approvazione della relazione Bowis (PPE), il Parlamento di Strasburgo approva la decisione di creare un Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie. Il Centro, finanziato col bilancio comunitario, avrà sede in Svezia e dovrebbe essere operativo a partire dal 2005. Si tratta di una piattaforma di cooperazione fra i Paesi membri per la prevenzione ed il controllo della propagazione delle malattie trasmissibili, quali l'AIDS, la SARS e la meningite, che risponde anche all'attuale crisi dell'influenza aviaria. I compiti ordinari del Centro consistono nell'individuare e valutare i rischi attuali ed emergenti, d'origine naturale o criminale, come nel caso del bio-terrorismo, fornendo ai governi nazionali assistenza tecnica e pareri scientifici indipendenti. In situazioni straordinarie d'emergenza, il Centro deve essere in grado di avviare proprie iniziative, a tal fine sarà dotato di un fondo di riserva.
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