Welfare Italia :: Economia :: Una Cassa piena di dubbi (da www.lavoce.info) Invia ad un amico Statistiche FAQ
30 Aprile 2024 Mar                 WelfareItalia: Punto laico di informazione e di impegno sociale
Cerca in W.I Foto Gallery Links Documenti Forum Iscritti Online
www.welfareeuropa.it www.welfarecremona.it www.welfarelombardia.it www.welfarenetwork.it

Welfare Italia
Home Page
Notizie
Brevi
Il punto
Lettere a Welfare
Cronaca
Politica
Dal Mondo
Dalle Regioni
Dall'Europa
Economia
Giovani
Lavoro
Cultura
Sociale
Ambiente
Welfare
Indian Time
Buone notizie
Radio Londra
Volontariato
Dai Partiti
Dal Parlamento Europeo
Area Iscritti
Username:
Password:
Ricordami!
Recupero password
Registrazione nuovo utente
Brevi

 Foto Gallery
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia

Ultimi Links







Una Cassa piena di dubbi (da www.lavoce.info)
6.05.2003

di Giuseppe Pisauro Silvia Giannini
La "Relazione sulla stima del fabbisogno di cassa per l’anno 2003 – meglio nota come Relazione di cassa (Rc) - presentata in aprile è un documento importante perché costituisce il primo momento di verifica degli obiettivi del Governo sui conti pubblici.

La lettura della Relazione solleva tuttavia alcuni dubbi sulle modalità con cui sono state effettuate le previsioni delle entrate e delle uscite e dei relativi saldi pubblici, e non consente di confermare gli annunci rassicuranti fatti dal Governo.

Vediamo alcuni esempi, concentrando l’attenzione su alcune voci e sui principali saldi del bilancio consolidato delle Amministrazioni pubbliche, riportati nella tabella.

Crescita, indebitamento e avanzo primario

Innanzi tutto, va dato atto al Governo di riconoscere, con maggiore tempestività rispetto al passato, che l’economia sta andando peggio di quanto originariamente previsto. Nel settembre 2002 la previsione di crescita per il 2003 era già stata rivista verso il basso: 2,3 per cento rispetto al 2,7 per cento inizialmente prospettato nel Dpef presentato a luglio 2002. Ora, più realisticamente, la previsione viene ulteriormente ridotta all’1,1 per cento, un valore che potrebbe ancora rivelarsi ottimistico.

Il tasso di crescita nominale del Pil subisce una riduzione più contenuta, soprattutto se si confrontano le previsioni più recenti: passa infatti dal 4,1 per cento (settembre 2002) al 3,9 per cento previsto nella Rc, probabilmente come effetto di una più realistica stima sull’andamento dell’inflazione. La relazione rivede però solo il deflatore del Pil, senza invece modificare il tasso di inflazione dei prezzi al consumo che rimane inchiodato su valori del tutto irrealistici. I motivi di questo comportamento in apparenza schizofrenico non sono particolarmente nobili: un aumento del deflatore del Pil aiuta i conti in quanto è associato a maggiori entrate; al contrario, un aumento dell'inflazione dei prezzi al consumo si ripercuote su contratti e pensioni, quindi sulla spesa pubblica.

L’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche (Ap) - il saldo di riferimento per il Patto di stabilità Ue - indicato pari allo 0,8 per cento del Pil nel luglio 2002, viene aumentato a 1,5 per cento a settembre 2002 e ora (aprile 2003) al 2,3 per cento.

Sulla base di questi dati sono possibili alcune considerazioni. In primo luogo, emerge che nonostante gli interventi approvati con la Legge finanziaria, nel 2003 il disavanzo pubblico resterebbe sugli stessi livelli raggiunti nel 2002 (2,3 per cento del Pil). In secondo luogo, non è chiaro quanta parte del peggioramento del disavanzo sia imputabile alla revisione delle previsioni macroeconomiche. Infatti, almeno in via di prima approssimazione e nel breve periodo, l’indebitamento risente per lo più dell’andamento del Pil nominale, ma mentre quest’ultimo resta pressoché invariato confrontando le previsioni di settembre 2002 e aprile 2003, l’indebitamento stimato aumenta notevolmente. Infine, per effettuare un confronto corretto tra il disavanzo 2002 e quello 2003 occorre considerare che a partire da quest’anno il saldo in esame esclude gran parte delle spese dell’Anas, non più considerata tra le Ap, ma tra le imprese pubbliche che producono per il mercato, come le ferrovie e le poste. Ciò comporta una riduzione dell’indebitamento di circa 2,5 miliardi di euro. Senza questa "esternalizzazione", per molti aspetti discutibile e che potrebbe non essere accettata da Eurostat

, l’indebitamento raggiungerebbe il 2,5 per cento del Pil. Un valore certo ancora inferiore al fatidico limite del 3 per cento, ma comunque elevato, soprattutto se si considera che al suo contenimento contribuisce la riduzione del peso degli interessi passivi, di circa mezzo punto di Pil rispetto a quanto previsto a luglio e settembre 2002 (1).

Le spese al netto degli interessi, invece, aumentano più delle entrate e infatti l’avanzo primario atteso (differenza tra entrate e spese, esclusi gli interessi) peggiora di circa due decimi di punto rispetto al 2002 (scendendo dal 3,4 per cento al 3,2 per cento del Pil) e si allontana sensibilmente dai precedenti obiettivi (5,1 per cento e 4,5 per cento, rispettivamente a luglio e settembre 2002).

Il peggioramento dell’avanzo primario suscita preoccupazioni ancora maggiori se si ricorda che esso avviene nonostante entrate e spese risentano ancora nel 2003 di massicci interventi straordinari, in particolare ulteriori cartolarizzazioni e numerose sanatorie fiscali. La Relazione di cassa non chiarisce, tuttavia, completamente la portata quantitativa di questi interventi e soprattutto non ne tiene distinti gli effetti, il che rende difficile la lettura e l’interpretazione del vero andamento previsto per i conti pubblici.

La scarsa trasparenza delle previsioni di entrata

Prendiamo, per esempio, le entrate in conto capitale, che sono suddivise in due voci: "imposte in conto capitale", dove vengono solitamente contabilizzati gli incassi di imposte straordinarie, come quelli derivanti dalle sanatorie fiscali, e "altre entrate in conto capitale di natura non tributaria". L’insieme di queste voci aumenta da 5,6 a 7 miliardi di euro, e la Relazione (p. 21) spiega il positivo andamento con gli introiti connessi al rientro dei capitali illegalmente detenuti all’estero (scudo fiscale). In realtà, la voce "imposte in conto capitale" dove anche l’anno scorso sono stati correttamente contabilizzati gli introiti dello scudo fiscale, resta costante, a 2,9 miliardi di euro, rispetto al 2002. Ciò è comprensibile, se si pensa che nel 2002 le imposte in conto capitale includevano, oltre agli incassi derivanti dalla regolarizzazione dei capitali illegalmente detenuti all’estero, le somme restituite dalle banche per le agevolazioni non ammesse in sede comunitaria, per un importo complessivo di circa 2 miliardi di euro e che un importo sostanzialmente uguale è previsto nel 2003, a seguito della riapertura e dell’estensione alle società dello scudo fiscale. Ma allora non è chiara la spiegazione fornita dalla Relazione, né cosa giustifichi l’aumento delle entrate in conto capitale di natura non tributaria (da 2,7 a 4,2 miliardi).

La stabilità delle imposte in conto capitale evidenzia inoltre che esse non includono, a differenza dell’attuale prassi contabile, il gettito di tutte le altre sanatorie (condono tombale, concordato per gli anni pregressi, chiusura delle liti fiscali, etc.). Queste ultime misure straordinarie, aggiuntive rispetto al 2002, sembrano dunque alimentare le entrate correnti di natura tributaria (imposte dirette, indirette e contributi sociali), che crescono del 4,5 per cento, rispetto al 2002. Se questa procedura può servire a togliere il Governo dall’imbarazzo di dover fornire una quantificazione di ciò che si attende di incassare nel prossimo mese dai numerosi condoni, al contempo rende impossibile valutare l’andamento delle singole voci di entrata e le ipotesi sulla base delle quali sono costruite le stime.

In sostanza non si sa quanto di questo andamento sia imputato all’effetto automatico della crescita del Pil nominale, quanto a provvedimenti strutturali di modifica del sistema, soprattutto il primo modulo della riforma dell’Irpef, e quanto a misure "una tantum" come i condoni.

In conclusione, nonostante la gran quantità di dati presentati nella Relazione, permane l’incertezza sui conti del 2003 e sull’eredità che le misure straordinarie cui si è fatto ricorso in questi anni lasceranno nel futuro. Come interpretare l’affermazione contenuta nella Relazione (p. 20), secondo cui a differenza del passato la previsione dell’indebitamento per il 2003 "costituisce una stima e non un obiettivo"? È da attendersi una nuova manovra di finanza pubblica in corso d’anno?

L’incertezza sulla politica economica si aggrava se si guarda poi al medio periodo. Il Governo continua a promettere una riduzione strutturale delle imposte, così come previsto dalla legge delega per la riforma fiscale e ribadito nella Relazione di cassa, che comporterebbe, a regime (tenendo conto dell’abolizione dell’Irap e della modulazione su due sole aliquote dell’Ire), una riduzione del prelievo di circa 60 miliardi di euro, pari a circa 4 punti di Pil. Contemporaneamente, si dovrebbe assistere a una massiccia devoluzione di competenze dallo Stato centrale alle Regioni e agli enti locali, un’operazione che con il moltiplicarsi dei centri di responsabilità appare destinata a provocare nuove tensioni verso un aumento della spesa.

È realistico pensare che queste promesse possano essere mantenute, nei prossimi anni, dato il tendenziale peggioramento dell’avanzo primario di cui si è detto, la necessità di compensare le numerose una tantum che hanno consentito la "resistenza" dei conti pubblici nel 2002 e nel 2003 e le prospettive di crescita economica, che se pure migliorassero non saranno certo sufficienti a finanziare i tagli delle imposte e il nuovo federalismo?

Per il momento, lascia intendere la Relazione, tutto è rinviato al prossimo Dpef e alla prossima Legge finanziaria, quando saranno noti i dati del condono e dell’autotassazione.

(1) L’incidenza di questa voce di spesa, già scesa fortemente nel 2002 (dal 6,4% al 5,7% del Pil) passa ora, nelle previsioni del governo, al 5,5%)

da www.lavoce.info

Welfare Italia
Hits: 1795
Economia >>
I commenti degli utenti (Solo gli iscritti possono inserire commenti)
Terza pagina

Sondaggi
E' giusto che Bersani si accordi con Berlusconi per le rifome ?

Si
No
Non so
Ultime dal Forum
La voce del padrone di Lucio Garofalo
Salotti culturali dell'Estate bolognese
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Romea Commerciale di Orlando Masiero
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Buon che? di Danilo D'Antonio
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Il reality scolastico su "Rai Educational"
Vuoto indietro diventa proposta di legge,





| Redazione | Contatti | Bannerkit | Pubblicità | Disclaimer |
www.welfareitalia.it , quotidiano gratuito on line, è iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 393 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti