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Dalle strette di mano a internet. di Sergio Cofferati
29.02.2004

Dalle strette di mano a Internet, tanti modi per comunicare
Domande e risposte di Sergio Cofferati con gli studenti dell'università di Urbino

Comunicare attraverso il blog del sito internet, conoscere una città macinando chilometri a piedi, parlare con i cittadini, compresi gli studenti universitari, troppe volte messi da parte dalle istituzioni. Sono alcune delle domande che 400 studenti della facoltà di sociologia dell’Università di Urbino hanno posto a Sergio Cofferati, per un giorno “professore” di comunicazione e politica.

Il sito internet e la tv cittadina

La partecipazione e la comunicazione con i cittadini sono stati i punti di partenza del candidato a sindaco di Bologna. Già dall’inizio dell’avventura, racconta Cofferati, “io e i miei collaboratori abbiamo scelto di utilizzare tutti gli strumenti disponibili e anche di sperimentare nuovi strumenti”. Innanzitutto è stato programmato il lunghissimo viaggio nei quartieri di Bologna. “Per 45 giorni abbiamo girato, ascoltando le opinioni di associazioni e cittadini, e abbiamo esplicitamente chiamato questa fase ‘il viaggio dell’ascolto’. Non è stata una scelta strumentale, ma un modo esplicito per dare alla politica un possibile indirizzo diverso”. Il programma e il progetto per la città nascono e vengono costruiti attraverso il rapporto con i cittadini che in questo modo possono illustrare le loro esigenze. Un lavoro lungo, faticoso e inedito, legato ai quartieri della città. “La vita dei quartieri era una delle forme di partecipazione più alte, nata da un’intuizione di Dossetti fatta propria dal sindaco Dozza”. I quartieri sono il luogo dove è possibile ricostruire il tessuto di relazioni che a Bologna c’era ma che “nel tempo si è un po’ rarefatto”. Il viaggio nei quartieri, le assemblee, la nascita di “Bologna2004”, il cartello elettorale di associazioni e partiti, hanno reso possibile una forma nuova di rapporto e comunicazione tra partiti, movimenti, comitati e singoli cittadini.
“Mostrare attenzione e interloquire con ciò che è associato è importante – prosegue Cofferati – ma non comporta il non utilizzo di tutti gli altri strumenti disponibili, a cominciare dal sito e dal blog”. A questi strumenti si aggiungerà presto una novità: “Introdurremo anche una prassi, consentita dalla tecnologia, del dibattito attraverso i forum: introdurrò gli argomenti e risponderò. Si crea così una rete di relazione che non è fisica ma permette di rispondere e conoscere i bisogni delle persone”. Cofferati si dice soddisfatto del sito internet: “Sono contento dei contatti e del ritorno di attenzione. Sono però sempre determinato a cercare altre forme di relazione”. Tra queste c’è la televisione: “Mi piacerebbe che nascesse una tv di territorio, perché uno strumento come la televisione può avere anche una funzione civile. Che un territorio abbia uno strumento così mi farebbe piacere. E’ un’idea da prendere in seria considerazione”.

La comunicazione con l’università e i suoi studenti

Anche nei confronti del mondo universitario, per il candidato a sindaco vale la regola del rapporto diretto, a cominciare dal rettore per arrivare ai docenti, agli studenti, al personale. “A Bologna – afferma Cofferati – l’università ha un valore straordinario. E’ un luogo importante per il valore che ha in sé e per il contributo che dà alla città che deve tornare importante in Europa e nel mondo”.
Quanto alla partecipazione degli studenti alla vita politica e istituzionale, “trovo sbagliata l’idea che in una contesa amministrativa ci si debba rivolgere solo ai residenti. Una città deve occuparsi di tutti i cittadini – ribadisce il candidato agli studenti di Urbino – e i cittadini sono coloro che vivono in città anche solo di giorno, o anche per una parte della giornata, quindi figuratevi gli studenti fuorisede”. Tra gli obiettivi di una città c’è anche quello di incentivare e non perdere le intelligenze migliori che escono dall’università. “Ora non capita più: Bologna è una città cara e non sufficientemente affettuosa verso gli studenti. Questo crea condizioni che portano a un rapido abbandono. La condizione matrigna allontana gli studenti dalla città”. Verso l’università l’amministrazione deve mettere in campo delle iniziative. “Per una università come quella di Bologna dovrebbe essere scontata l’attenzione dell’amministrazione. Oggi non è così. Oggi c’è un atteggiamento sbagliato di distrazione e addirittura di ostilità verso l’università”, che tra l’altro subisce anche gli effetti pesanti e negativi delle politiche nazionali “profondamente sbagliate

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