Berlusconi non sente ragioni: la par condicio deve essere cancellata. Prima delle elezioni europee
Impossibile. Molti, nella Casa delle libertà , pensavano che fosse impossibile che Berlusconi pensasse davvero a modificare la legge sulla par condicio. Non ci sono i tempi, dicevano i più pragmatici. La modificheremo, sì, ma dopo le europee, aggiungevano i più prudenti. Altri immaginavano che il presidente del consiglio, verificata l’ostilità di molti alleati (in primo luogo dei centristi dell’Udc) avrebbe lasciato cadere l’argomento. Macché. Berlusconi non rinuncia, ma rilancia. «Bisogna togliere di mezzo questa legge bavaglio – ha tuonato ancora ieri ricevendo nella sua "tana" rappresentanti dei partiti alleati – è assurdo che ci siano queste regole.
Dobbiamo cominciare, cercando di sfilare dalla par condicio qualcosa già adesso».
Non c’è tempo? Ma il presidente del consiglio ha già pensato a come aggirare l’ostacolo.
La scorciatoia consisterebbe nell’inserire nuove norme sulla par condicio durante l’iter parlamentare della proposta di legge sulle elezioni europee, proposta firmata dal "forzista" Malan. Il quale è già pronto a procedere per «cambiare le regole idiote che ci sono, già prima delle elezioni ». Il piano è pronto. «la filosofia che si dovrà adottare – spiega Malan – è che non ci possono essere divieti particolari per la comunicazione politica. Le affissioni, per esempio, si devono poter fare anche in periodo elettorale.
Inoltre si deve poter fare la comunicazione politica a pagamento in tv e nelle tribune politiche si deve tener conto della rappresentatività dei partiti negli spazi». Il modello? «Tutti gli spazi televisivi devono diventare come Porta a Porta, Maurizio Costanzo Show, Ballarò». Si dà il caso che di Ballarò ce ne sia uno solo. Mentre non è un mistero che in Rai si vada organizzando l’occupazione di tutti gli spazi affidati a "uomini di fiducia" del presidente. Così il gioco è fatto: preparati per tempo i contenitori, sarà facile versarvi il contenuto. Uno solo, sempre lo stesso.
Ed ora è anche più chiaro come Berlusconi intende spendere quello stratosferico assegno che ha messo da parte. Quattrocento milioni, dicono.
C’è chi, come i russi, pensa di investirli per acquistare una squadra di calcio come la Roma.
E c’è chi immagina di poterci comprare un paese come l’Italia.
Fonte: www.europaquotidiano.it