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I conti con il terrorismo.
6.03.2004

Cari amici,
Abbiamo tutti letto dello sconcertante verdetto della Chambre d'Accusation di Parigi, che, pur senza pregiudicare il processo di estradizione, ha mandato libero Cesare Battisti ed abbiamo visto con scandalo in televisione il comportamento del terrorista, che, non dimentichiamolo mai, ha assassinato personalmente altri uomini.

Spero che in tutti quelli che leggono non alligni la benché minima comprensione per questo individuo, perché le sue idee ed il suo comportamento ed idee devono essere a noi totalmente estranei.

Vi riporto in calce, uno scritto di Armando Spadaro apparso sulla mailing
list dei Movimenti (corrente della Magistratura); come è noto le mailing
list ed in genere la corrispondenza elettronica sono inviolabili a norma
della Costituzione e non possono essere divulgate senza il permesso
dell'autore, ma in questo caso l'autore ha esplicitamente autorizzato la
diffusone

Un caro saluto.

Piero Stagno

ecco lo scritto di Spadaro:

Scrivo queste note nell'ipotesi che a qualcuno dei lettori della lista
(penso soprattutto ai non magistrati che fortunatamente stanno arricchendo
la lista ed ai colleghi più giovani, quelli che erano adolescenti
all'inizio degli anni '80) possa interessare quello che sta accadendo in
Francia in relazione all'ex terrorista Cesare Battisti, oggi scarcerato
dalla Chambre d'Accusation parigina. Non scrivo tanto come segretario del
Movim. ma come pm che all'epoca, insieme al collega Corrado Carnevali
(oggi aggiunto a Mi) e all'allora G.I. Pietro Forno (oggi sost. a Milano),
seguì l'inchiesta che portò alla condanna di Battisti.
Come magistrati non possiamo che rispettare la decisione dei colleghi
francesi (che, verosimilmente fondata sull'assenza di esigenze cautelari,
non pregiudica la pur sempre possibile estradizione), ma come magistrati e
cittadini dell'Europa non possiamo che rimanere esterefatti ed amareggiati
di fronte alla campagna di opinione che, in Francia, è stata scatenata
intorno alla vicenda. Ne sono stati protagonisti non solo e non tanto i
latitanti italiani che vivono in Francia ormai da molti anni, ma giornali
autorevoli (Le Monde in testa), la lobby degli scrittori di sinistra
(molto potente Oltralpe) ed una vasta area di "intellettuali", di politici
e di amministratori locali : tutti costoro hanno sostenuto che la condanna
di C. Battisti fu frutto dell'azione della magistratura italiana italiana
allineata alle logiche emergenziali dell'epoca, che quella sentenza è
figlia di una giustizia applicata senza rispetto per le garanzie dei
cittadini e che la cattura dell'estradando - dipinto più o meno come un
eroe senza macchia e senza paura - è un favore che il governo francese
avrebbe inteso rendere al governo Berlusconi.
Per chi ha vissuto quegli anni operando nel settore del terrorismo,
vedendo i colleghi e tanti cittadini inermi cadere sotto il piombo delle
Br, di Prima Linea e di altri gruppi di folli criminali, queste sono
giornate deludenti e tristi: sembra di essere tornati indietro di 20/25
anni e di rivedere e risentire quanti (tra loro, persino alcuni colleghi!)
accusavano la magistratura di derive autoritarie ed antidemocratiche.
C'era il Presidente Pertini, fortunatamente, a ricordare che l'Italia era
l'unico paese europeo a potersi vantare di avere fermato il terrorismo
nelle aule di Giustizia, rispettando la Costituzione e le regole del
processo .
Cesare Battisti è stato condannato con sentenze definitive all'ergastolo e
ad un periodo di isolamento diurno, oltre che per banda armata, rapine,
armi, gambizzazioni, per ben quattro omicidi: in due di essi (omcidio
m.llo Santoro, Udine 6.6.78; omicidio dell'agente Andrea Campagna, Milano
19.4.79), egli sparò materialmente in testa o alle spalle delle vittime;
per un terzo (macellaio Lino Sabbadin, Mestre 16.2.79) partecipò
materialmente facendo da copertura armata al killer Diego Giacomini; per
il quarto (Pieluigi Torregiani, Milano 16.2.79) fu condannato come
co-ideatore e co-organizzatore. Gli omicidi Sabbadin e Torregiani,
infatti, furono compiuti a distanza di un'ora l'uno dall'altro, nello
stesso giorno (16.2.79, appunto, a pochi giorni dagli omicidi di Guido
Rossa ed Emilio Alessandrini), perchè responsabili, secondo "la giustizia
proletaria", di avere reagito a rapine che avevano subito poco tempo
prima. Furono uccisi perchè mai avrebbero dovuto reagire ai proletari
costretti alle rapine per sopravvivere. La stessa organizzazione
(Proletari Armati per il Comunismo -P.A.C.), di cui Battisti era uno dei
capì, organizzò i due omicidi in contemporanea per darvi maggior risalto:
un gruppo agì a Mestre (tra essi Battisti), un altro a Milano. Logico e
giusto che gli autori di un omicidio siano stati ritenuti responsabili
anche dell'altro.
Questa circostanza - pensate - è stata utilizzata da Le Monde e da certa
sinistra francese (quella che ha accolto Battisti, appena scarcerato, come
un eroe al canto di "Lugano Addio" o "Oh bella ciao") per sostenere
l'ingiustizia della condanna: come ha potuto la magistratura italiana
condannare Battisti per i due omicidi essendo all'evidenza impossibile che
costui si portasse da Mestre a Milano o viceversa in un'ora ?
L'asilo politico, per come è stato applicato negli anni '80 e per come lo
si vorrebbe applicare al caso Battisti, non ha nulla a che fare con le
tradizioni democratiche di ospitalità della Francia e non può essere
invocato per consentire ad un assassino puro di sottrarsi alla giustizia;
ad un personaggio, tra l'altro, che evase clamorosamente dal carcere di
Frosinone dove era detenuto. Non vi è bisogno alcuno che io spieghi
questa osservazione di solare evidenza.
Il terrorismo non fu frutto di una guerra civile, come superficialmente
qualcuno ancora oggi ripete: la guerra fu dichiarata solo da una parte e
lo Stato Italiano con ben tre successive leggi (l'ultima delle quali
premiava la mera dissociazione dei terroristi senza necessità di chiamate
in correità) ha dato ampia possibilità a chiunque di chiudere i conti con
il proprio passato da terrorista.

Spiace che l'attacco al sistema italiano e la "copertura" dell'eroe
Battisti si manifestino in Francia in un momento come questo in cui si va
affermando la necessità di un unico spazio giuridico europeo e della
reciproca legittimazione degli ordinamenti e sistemi giudiziari dei paesi
europei (tale concetto, peraltro, costituisce la base dell'accordo sul
mandato d'arresto europeo).

Penso che i magistrati italiani - ed, in particolare, i gruppi del
Movimento per la Giustizia e di MD anche all'interno di Medel (proprio
oggi, Vittorio Borraccetti ha sostenuto tale necessità) - debbano farsi
carico di informazione anche in questo settore e su questa vicenda. Per
evitare che la campagna di opinione in atto in Francia (basata anche sul
risibile argomento secondo cui Battisti, ormai, è un eccellente giallista)
produca disinformazione in Europa e, soprattutto, incrini i consistenti
progressi in atto - ripeto - verso la costruzione dello spazio giuridico
comune che si rivela ormai indispensabile contro le forme più agguerrite
di criminalità organizzata, che per definizione sono transnazionali.
Se, da un lato, nessuna impunità può essere invocata - e nessuna legge
varata - per l'interesse di una sola persona (che si tratti del primo
ministro o di un suo sodale, di Sofri o di Battisti, la conclusione è per
noi identica), va pur detto, dall'altro, coerentemente con la nostra
tradizione di indipendenza di pensiero, che non riteniamo giusto tacere
dinanzi alle strumentalizzazioni politiche che si sono manifestate in
Francia : come è noto, non lesiniamo critiche all'attuale Ministro della
Giustizia per le mille ragioni che conoscete, ma qui il colore della
maggioranza di governo non c'entra e, comunque, preferiamo che un Ministro
si attivi per la consegna all'Italia dei latitanti (di tutti i latitanti,
senza differenze per colore o censo o potentati d'appartenenza), piuttosto
che per l'accoglienza da riservare all'aereoporto alla Baraldini di turno.

La democrazia italiana ha saputo resistere all'attacco del terrorismo
anche grazie al sacrificio di molti tra noi: penso a tante vite
assurdamente spezzate. Anche per questo - oggi - non possiamo tacere. E mi
permetto, senza retorica, di rinviarvi ancora una volta al ricordo di
Guido Galli ed Emilio Alessandrini che sono nel sito del Movimento (voce:
Altri documenti, Le opinioni).

Armando Spataro
Segretario del Movimento

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