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Idrogeno, energia del futuro
6.03.2004

Idrogeno: energia del futuro - Intervista al Prof. Massimo Scalia, Docente di Istituzioni di Fisica matematica all’Università di Roma.

- In che cosa si differenzia l’idrogeno dalle altre fonti energetiche? E perché questo elemento potrebbe essere il motore di una grande rivoluzione industriale, tecnologicamente ed economicamente possibile ?

"Fondamentalmente l’idrogeno non è una fonte di energia primaria come ad esempio, il petrolio, il carbone il metano.
L’idrogeno è un vettore energetico, vale a dire, l’idrogeno non esiste libero in natura, ancorché sia molto abbondante, ma va prodotto.
L’idrogeno è un’esperienza industriale antica, di almeno 200 anni.
I primi stabilimenti di produzione d’idrogeno risalgono addirittura alla Francia Repubblicana della Rivoluzione Francese.
A tutt’oggi viene prodotto in circa 50 milioni di tonnellate all’anno, dunque possiamo parlare di una produzione sicuramente rilevante, ma che sarebbe del tutto inadeguata se noi pensiamo che l’idrogeno è un vettore energetico. Perché l’idrogeno è una fonte che ha un elevato potere calorico più del triplo di qualunque altro combustibile, che se bruciato con l’ossigeno genera vapore. Da ciò ne risulta un vettore energetico molto pulito. Eppure, è vero, l’idrogeno stenta ad affermarsi. Questo accade per svariate ragioni che ho spiegato nel mio articolo uscito sull’ultimo numero di Lettera Internazionale.

- Ma l’idrogeno potrà diventare concorrenziale rispetto al petrolio ?

"Il gran parlare che in questo periodo si fa dell’idrogeno è fondamentalmente legato alla famosa curva di Abert che quantifica l’evoluzione nel tempo della produzione industriale del greggio.
Ci sono ormai da tempo molte proiezioni di questa curva, che prevedono il picco della produzione industriale del petrolio intorno al 2010 al 2020.
Quando il greggio avrà raggiunto il picco della sua produzione industriale il controllo sul prezzo risulterà pressoché impossibile, perché mentre la domanda continuerà presumibilmente ad aumentare, si pensi ad India e Cina, ne diminuirà la disponibilità industriale. Diverse previsioni collocano questo periodo intorno tra il 2010 e il 2030: in termini energetici significa non oggi ma di domani.
Questo spiega perchè quasi tutti colossi dell’energia come l’IP e la Shell ed anche le grandi case automobilistiche, stanno da una quindicina d’anni sperimentando motori ad idrogeno, sperimentando le fuel cells ed investendo in questo settore.
Oramai sta diventando di dominio comune, come peraltro emerso dal Salone dell’Auto di Tokyo, l’idea che nei prossimi anni saranno disponibili su larga scala auto a idrogeno. E quindi l’automobile potrebbe essere la testa di ponte di questa nuova tecnologia".

- In che modo il sindacato, il movimento dei lavoratori, potrebbe essere coinvolto in questo progetto riguardante l’idrogeno ?

"Ho cercato io stesso circa un anno e mezzo fa di coinvolgere la struttura dirigente della Cgil, con l’idea di avviare una campagna informativa che attraverso una rete di seminari portasse all’attenzione del mondo sindacale la tematica riguardante l’idrogeno. Mi era sembrato naturale rivolgermi al sindacato più importante, più forte.
Tutto questo si è arenato purtroppo. Capisco che questo è stato portato all’attenzione del sindacato all’incirca un anno e mezzo fa in un momento nel quale era impegnato a difendere delle importanti priorità quali l’articolo 18 ed in generale lo stato sociale.
Sarebbe però molto grave se il sindacato non svolgesse in futuro un ruolo propositivo verso un settore, quello energetico, il quale ha costituisce e costituirà una delle maggiori priorità del XXI secolo.
In un paese da molti punti di vista in declino come il nostro uno dei pochi comparti industriali rimasto molto competitivo, è proprio il comparto energetico, basti pensare ad Eni e, pur nella vicenda della vendita di alcuni comparti, all’Enel.
Se si deciderà di fare investimenti nell’idrogeno, nel futuro questo potrà imporsi come un comparto industriale efficace, sostenibile sotto il profilo ambientale, comprendendo insieme ricerca, tecnologia, lavoro, tamponando quel declino del nostro paese, di cui molti, anche nel sindacato giustamente parlano, e che è purtroppo cavalcato alla grande dal nostro premier Berlusconi".


A Roma, mercoledì 10 Marzo alle ore 17.00, presso i locali della Fondazione Giuseppe Di Vittorio, in via Donizetti 7/b si terrà il seminario: "Ambientalismo e politica: Il Futuro dell’Energia".

fonte: www.fondazionedivittorio.it

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