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Regione Liguria in linea.....
6.03.2004

1) Un po' datato ma sempre utile - Diritti di cittadinanza e Stato di diritto.
Il dibattito organizzato da "Aprile" si è svolto come previsto nel salone dell'Amministrazione Provinciale di Genova alle 15,30 di sabato 17 gennaio 2004.

Sintesi e Commento di Luigi Fasce

La partecipazione è stata decisamente numerosa, l'ampio salone del
consiglio non è stato sufficiente a contenere tutti i cittadini
presenti.
Ma molti sono stati anche i relatori: Giovanni Berlinguer, Mino
Ronzitti, Adriano Sansa, Andrea Guzzonato, Francesco Martone, Edoardo
Sanguineti, Raimondo Ricci, Federico Alberti, Cristiano Barattino.
L'aspetto negativo del convegno solo quello che ha visto solo la
presenza di persone del correntone DS e di vari personaggi del
panorama politico liberi ma senza alcun potere né politico né
amministrativo..
L'Ulivo nelle sue componenti ufficiali a tutti i livelli e nel suo
complesso era assente. C'eravamo alcuni di noi della Rete dei
cittadini per l'Ulivo (Fasce, Angelo Cifatte, Mario Tosi) dispersi
nel pubblico. Non si è sentito parlare di Ulivo né di rete dei
cittadini per l'Ulivo.
Non penso certamente di fare la cronaca di tutti gli interventi.
Nemmeno Gio.M. giornalista de Il Secolo XIX si è preso la briga di
farlo nel suo reportage del giorno dopo. Ha riportato soltanto che
'Berlinguer stoppa il triciclo'. Un accenno a Ronzitti che 'ha
ricordato come la tutela dei diritti debba essere al centro
dell'azione politica del centrosinistra come alternativa al populismo
delle destre' e al magistrato Sansa che 'ha ricordato come i diritti
nati dalla Rivoluzione francese, ossia la libertà del cittadino e la
separazione dei poteri, rischiano di essere distrutti oggi da una
politica che mina i fondamenti costituzionali'.
Personalmente ho trovato rilevanti le relazioni di Martone, Ricci e
Sanguineti. Spero di potere avere le rispettive relazioni, in tal
caso saranno messe nel sito.
Un accenno soltanto alla relazione di Sanguineti che ha ripreso il
discorso che stiamo facendo da tempo come circolo e cioè che bisogna
assolutamente ridefinire una ideologia di riferimento per l'Ulivo e
per il centrosinistra.
Visto l'esito positivo dell'incontro in termini di contributi di idee
e di partecipazione ma constatata anche l'assenza di tantissima parte
dell'Ulivo come rete dei cittadini per l'ulivo dobbiamo insistere a
fare opera di coesione tra tutte le componenti dell'Ulivo.

2)Circolo Culturale Circolo Culturale
ALDO MORO Indro Montanelli

Il 9 gennaio 1904 nasceva Giorgio La Pira: a cento anni da quella
data vogliamo ricordare la sua straordinaria, complessa personalità e
il significativo ruolo da lui svolto nella storia del nostro paese.

Docente di diritto romano, sindaco, deputato, è stato uno dei padri
della nostra Costituzione, impegnato in una costante azione in favore
della pace, del diritto al lavoro: giurista, politico, mistico.

= = =

Venerdì 13 febbraio, ore 17,45
Sala del Banco di Chiavari, via Garibaldi 2 (g.c.)

Sul tema:
Spiritualità, pensiero, azione
in Giorgio La Pira
nel centenario dalla nascita

parleranno:
Giulio Conticelli, vicepresidente Fondazione Giorgio La Pira
Enrico Peyretti, pubblicista

= = =

Parteciperà all'incontro il prof. Angelo Scivoletto, autore del
volume "Giorgio La Pira, la politica come arte della pace", ed.
Studium, 2003, che sarà presentato con l'occasione.

Un cordiale invito.

Maria Pia Bozzo Luigi Fasce
Spiritualità, pensiero e azione in Giorgio La Pira
a cento anni dalla nascita

Breve sintesi dell'incontro, promosso dai circoli culturali Aldo Moro
e Indro Montanelli - Genova, 13 febbraio 2004

Nell'incontro su La Pira i tre relatori hanno svolto le loro
relazioni in perfetta armonia.

La lezione su Giorgio La Pira si è avviata con una breve
presentazione di M.P. Bozzo, che ha spiegato il significato
dell'incontro nella naturale convergenza di stima sul personaggio di
due circoli genovesi di cultura politica che si rifanno a matrici
etiche diverse: cattolica e laica, ed ha ricordato l'attualità di La
Pira principalmente per il tema della pace. Luigi Fasce ha letto una
breve nota di quello che pensava Indro Montanelli di La Pira (scritto
riportato da Enzo Biagi ^ Il fatto di oggi^ 31/1/2004).

Il primo dei relatori è stato Giulio Conticelli di Firenze, Vice
Presidente della Fondazione Giorgio La Pira, che ha tracciato il
profilo di La Pira (pensatore complesso tanto in senso globale che
evolutivo) alla luce di almeno tre assi interpretativi:
* spirituale
* l'unità della persona intesa come
a)unità sostanziale; (S. Tommaso)
b) unità d'ordine.(Società)
* L'uomo e il lavoro.

E' alla luce di questa sua concezione dell'Uomo che si devono leggere
conseguentemente la vita e le opere di La Pira.
Sorretto da fede assoluta nel cristianesimo in difesa totale della
persona umana, di qualunque fede, religione etnia perché creatura
caratterizzata da unità sostanziale. La seconda caratteristica quella
di unità d'ordine (come psicologo si potrebbe dire relazionale) ce
l'ha in comune con tutte le altre istituzioni sociali. Anche la
Chiesa cattolica è una unità d'ordine. Di qui il primato della
persona umana su tutto il restante complesso del sociale.
Conseguentemente difesa della libertà dell'uomo perché donata dal suo
Creatore.
Il suo contributo come Padre Costituente sotto questo profilo è stato
estremamente rilevante. Infatti i diritti della persona sono alla
base della Carta Costituzionale della Repubblica Italiana.
Anche la difesa del lavoro che non è la difesa di classe marxista ma
difesa della espressività lavorativa attributo della persona. Il
lavoro per la Pira è inteso come espressione dell,uomo in qualunque
modo e campo espresso: manuale, professionale, artistico, sportivo,
ludico, ecc. Concezione del lavoro che travalica quella dell,attività
umana che si deve subire per procacciarsi da vivere.
La promozione e la difesa dei diritti sociali ne sono il logico
corollario.

Il secondo relatore è stato Enrico Peyretti, pubblicista, già
presidente della FUCI.
Per lo svolgimento della sua relazione si è posto le seguenti domande
di estrema attualità:


Quale pace? Quale politica?

La pace secondo La Pira viene perseguita in quanto "pacifismo
costruttore ", arte della mediazione ^ costruzione di ponti ^
neutralità attiva ^ partigiano del
dialogo ^ capire le ragioni dell'altro ^.
A questo riguardo viene citato un libro di padre Balducci del 1986 e
si fanno riferimenti ad Aldo Capitini.

Considerata l'unità del mondo:
- La Politica secondo La Pira è "gesto di amore"
- L'amore = abbondanza.
- La giustizia = uguaglianza.
- Politica = spiritualità.
- La non violenza è anche la ricerca delle cause delle guerre.
- Togliere le violenze strutturali.
- Il pacifismo attuale è indignazione.
- L'azione di pace per La Pira è connotata da serenità e letizia.
- Cambia epoca, deve cambiare la politica.
- Citazione di M. Rovelli "La Politica perduta" - Einaudi.
- La cultura politica ritiene che lo Stato, il solo detentore della
violenza, è oramai alla frutta.
- L'obiettivo della politica dei moderni è il potere.
- Si deve ritornare all'obiettivo della politica degli antichi: la
giustizia più che il potere.
- La politica del futuro: dal basso e riconciliativa.
Attualmente siamo di fronte a una nuova forma di micidiale sistema
neoliberista;
In alternativa: è possibile una nuova società più giusta e più
umana?

Il terzo relatore è stato Angelo Scivoletto di Parma, professore
emerito di Sociologia e
autore del recente libro "Giorgio La Pira La politica come arte della
pace".
L'esistenza per La Pira, diversamente che per l'esperienza comune, è
crescita di fede.
Sorretto da fede mistica ma interamente riversata nell'impegno
politico concreto.
La Pira in azione per la pace come cattolico davvero universalistico.
Quale la possibile morale ?
Sostanzialmente una. In politica anche quando l'avversario ti
considera nemico è necessario considerarlo, semplicemente,
antagonista, cercando sempre di comprendere le sue ragioni.

Luigi Fasce

3)PREMIERATO, DEVOLUTION, GARANZIE: E' PROPRIO NECESSARIO CAMBIARE LA
COSTITUZIONE?
Venerdì 27 febbraio 2004 alle ore 21 a Genova sull'argomento si è
svolta una relazione da parte del Prof. Renato Balduzzi - docente di
diritto costituzionale dell'Università di Genova e Presidente
nazionale MEIC
A AP - Agire Politicamente - Coordinamento regionale Liguria il
merito di aver promosso l'importante l'iniziativa.

Il seminario fa seguito all'incontro di Venerdì 16 gennaio 2004,
organizzato anch'esso da Agire Politicamente, sul nuovo Statuto della
Regione Liguria. In quel caso il relatore era stato il Prof. Matteo
Cosulich (docente di Istituzioni di diritto pubblico
all'Università di Trento)

In buona sintesi si era allora parlato della tendenza a
personalizzare le rappresentanze politico-amministrative: tutto il
potere al Presidente e in tal senso si caratterizzava la proposta di
statuto della Regione Liguria con conseguente svilimento del ruolo
del Consiglio. L'aggravante, rispetto a quanto avviene per Sindaco e
Presidente della Giunta Provinciale, che questi rappresentanti dei
cittadini svolgono funzioni meramente amministrative, mentre l'Ente
Regione, specie dopo la recente modifica costituzionale dell'art. V,
è un organo legislativo. Questa non piccola distinzione tra funzioni
amministrative di Comuni-Province e funzioni legislative di Regioni,
non sembra scuotere minimamente l'intero schieramento partitico tanto
di destra che di sinistra che in Regione Liguria hanno approvato
l'attuale impostazione di tutto il potere al 'Governatore', nessun
potere al Consiglio. E' chiaro che se questa impostazione è del tutto
connaturata alla destra così non dovrebbe essere per la sinistra di
cui Ulivo e Margherita sono parti preponderanti.
E' ancora possibile qualche azione politica di contrasto a tale
andamento snaturante la concezione democratica dell'Ente Regione ?

Vedremo che tale questione è decisamente pertinente a quanto esposto
dal Prof. Balduzzi.
Mi provo, su invito del Prof. Balduzzi stesso, a redigere una breve
sintesi liberamente interpretata della sua relazione e degli
interventi che ne sono seguiti.
Il Prof. Balduzzi ha esposto la sua relazione, ovviamente, sullo
sfondo della Costituzione individuando un percorso storico in tre
fasi:
I^ fase, dalla promulgazione della Costituzione e il suo lento avvio
applicativo fino all'incirca agli anni 90.
II^ fase, dagli anni 90/94 caratterizzata da un primo tentativo di
attacco alla costituzione con l'entrata in campo del "Cavalier
Berlusconi", con Cesare Previti Ministro di Grazia e Giustizia, e
appoggiato da forze politiche alternative alla Costituzione (Forza
Italia, AN, Lega); questo primo attacco alla Costituzione come
sappiamo non riesce. Nel 1994 Berlusconi deve passare la mano al
governo tecnico Dini.
Fa seguito la 13^ strana legislatura dell' Ulivo (vincente con patto
di resistenza con Rifondazione) che fa sue le idee della precedente
bicamerale: "vediamo di cambiare radicalmente la II^ parte della
Costituzione tutti assieme". Questa idea non fa i conti con
l'interlocutore Berlusconi e le sue vicende giudiziarie. La
bicamerale fallisce perché Berlusconi non ottiene quanto gli serve.
Mentre si capisce bene l'interesse di Berlusconi non si capisce
l'interesse di D'Alema, presumibilmente la legittimazione. Ma a
questo riguardo sarebbe bastato testimoniare la propria fedeltà alla
Costituzione, alla cui fondazione aveva contribuito anche in allora
il PCI.
III^ fase, ancora in atto, lotta contro la Costituzione da parte del
governo Berlusconi che vede convergere convenienze strategiche e
tattiche:
1^ convenienza strategica della Lega è la devoluzione e conseguente
azione legislativa e politica di destrutturazione dello Stato che ha
il suo immediato risvolto nell'attacco allo stato sociale (istruzione
- Sanità, ecc.) che incrocia la seconda convenienza strategica;
2^ convenienza strategica liberista di Forza Italia a cui si
accompagna l'obiettivo prioritario di Berlusconi, quello di "un uomo
solo al potere", con il superamento delle garanzie costituzionali;
3^ convenienza strategica di AN, di lotta contro la Costituzione nata
dall'antifascismo.
Riepilogando sommariamente:
1) devoluzione Lega;
2) liberismo + forma di governo personalizzata Forza Italia;
3) attacco anticostituzionale di AN.

Poi ci sono anche le convenienze tattiche di cui l' l'accorpamento
delle elezioni Europee e Amministrative è solo un esempio.
Per contro, quali le convenienze strategiche e quelle tattiche
dell'Ulivo? Nella passata legislatura il Governo dell'Ulivo avrebbe
dovuto fare leggi sul conflitto d'interessi, sulle garanzie per
l'Opposizione, invece nulla.
E' stata fatto la riforma del titolo V sostanzialmente sulla base dei
lavori svolti dalla bicamerale e con l'appoggio sostanziale di
Regioni e Comuni italiani, ma ciò ha creato il precedente formale di
aver fatto questa riforma costituzionale da soli. Anche se poi si è
convenuto di chiedere per via referendaria l'approvazione da parte
dei cittadini. Approvazione poi puntualmente ottenuta.
Adesso se il centro destra fa la riforma costituzionale da solo non
si può nulla obiettare. Il centrosinistra (l'Ulivo) ha difficoltà su
tutta la linea compreso il premierato.
Inoltre nella coalizione dell'Ulivo ci sono diverse strategie.
Permanendo l'attuale situazione e cioè che il centro destra dovesse
approvare la riforma costituzionale, con l'augurio che non raggiunga
i 2/3 dei votanti, si può solo pensare al Referendum abrogativo.
Sperando che diversamente di quello del 2001 con Ulivo vincente, gli
italiani adeguatamente informati di quello che vuol dire in termini
antidemocratici e in termini di smantellamento dello stato sociale,
ecc., votino decisamente contro questa vera e propria contro-riforma.
Questo l'unico modo per ripartire da zero.

Ha fatto seguito un appassionato dibattito
1) Carlo Ferraris ha messo in evidenza le due tendenze di fondo della
politica del centrodestra: a) smantellamento dello stato sociale
(liberismo); b) Autoritarismo dell'Esecutivo.

Ha fatto seguito l'immediata risposta del Prof. Balduzzi
ricordando le contraddizioni laceranti dell'occidente: due facce di
Giano:
a) i diritti umani;
b) le multinazionali.

Sono seguiti altri interventi:
2) Il mio nel quale ho evidenziato l'estrema debolezza della visione
ideologica d'insieme dell'Ulivo e la tendenza a nascondere questa
debolezza sotto la coperta della personalizzazione del leader seppure
l'ottimo Prodi. Dobbiamo velocemente recuperare un forte collante
ideologico e farlo certamente rappresentare da autorevole leader
funzionale e non certamente meramente carismatico o peggio
autoritario. Prodi in questo momento storico va benissimo visto che
ha pensato bene di presentarci il suo valido Manifesto. Resta ancora
da attendere il programma di Amato per stabilire se la lista unitaria
è minimamente di stampo liberalsocialista e non come c'è ancora da
temere di stampo liberista visto che il riformismo indicato è senza
aggettivazione alcuna. Detto questo forse è il caso di prepararci già
ora al referendum contro la riforma anticostituzionale del polo di
centrodestra.
3) Giugni, che ha indicato l'esigenza di difendere la Costituzione
globalmente.
4) Biffoli, a questo fine occorrerà spiegare bene i principi
costituzionali e cosa comporterebbe dissolverli: distruzione dello
stato di diritto da Montesquieu ad oggi.
5) Alberto Ansaldo, che domanda come non sia stato possibile
attivare la norma costituzionale della incandidabilità per
Berlusconi, e denuncia il forsennato attacco all'art.41 di Berlusconi
in senso biecamente liberista e la sua oscena proposta di modificare
l'articolo 1 su della Costituzione basi razziste.
6) Cosulich, cosa ci ha messo il centrosinistra per creare il mostro?
Molto!
7) Bruzzone, basta con il capo, prima idee e programmi !
8) Volpato, non c'è più senso storico della Costituzione, siamo allo
spappolamento etico e al degrado culturale. In tre anni di liberismo
puro in Italia è stato fatto quello che non sono riusciti a fare i
comunisti in 50 anni. Occorre fare opera di alfabetizzazione
costituzionale agli italiani.

Conclusioni del Prof. Balduzzi
La personalizzazione della politica c'è già, è un fatto. La
personalizzazione è l'acqua in cui si nuota. la differenza tra destra
e sinistra ci deve essere. Per la sinistra si tratta di trovare dei
controbilanciamenti.
Sul referendum, a dispetto dei tentennamenti di politici importanti
anche di livello nazionale, bisogna sapere che se il centrosinistra
non vincesse il referendum le elezioni non le vincerebbe più per un
pezzo.

Commento conclusivo
Le tre convenienze strategiche convergenti di Lega, Forza Italia e AN
secondo sembrano essere completamente sufficienti a sostenere
l'attuale Governo di centro destra. Personalmente ritengo che anche
l'UDC abbia la sua solida convenienza strategica di riferimento
anche se non è stata assolutamente indicata nella relazione. Anzi
l'UDC nella relazione non viene assolutamente mai nominata. A mio
avviso la convenienza strategica dell'UDC è il conservatorismo
cattolico che come sappiamo può coniugarsi assai bene anche con un
regime liberista autoritario alla Pinochet (leggi Berlusconi) come la
storia ci insegna. La recente legge sulla procreazione assistita
esemplifica bene questa convenienza strategica che paga assai bene
anche in termini di trasversalità nei due poli.

Luigi Fasce


4)SINTESI DELL'INTERVISTA PUBBLICA DI MASSIMO CACCIARI
Lunedì 1° marzo 2004 alla Sala Mazzini del Jolly Hotel Plaza.
di Michele Isola

Sono presenti i giornalisti Paolo LINGUA, (La Stampa), Mario
PATERNOSTRO (Primocanale), Andrea PLEBE (Secolo XIX) e Wanda VALLI
(La Repubblica).

Nella sala Mazzini del Jolly Hotel Plaza gremita da inizio
all'intervista Wanda Valli con una difficile domanda sulla difficile
giornata di domani a Genova con i ventisei processati per
devastazione e saccheggio durante i fatto del G8, in particolar modo
chiedeva al Prof. Cacciari se a suo giudizio era giusta la scelta del
Comune di Genova di costituirsi parte civile.
Secondo l'articolata risposta fornita da Cacciari bene ha fattoli
Comune perché solo in tale veste tecnico processuale potrà dare un
contributo chiarificatore teso all'accertamento della verità aiutando
separare le responsabilità tra il movimento sano e le infiltrazioni
vandaliche. Nella veste di Sindaco di Venezia al tempo del colpo dei
"serenissimi" al campanile di San Marco anche Cacciari si costituì
parte civile per meglio far comprendere che più che di fronte a
terroristi ci si trovava davanti ad un gesto di balordi.

La seconda domanda chiedeva a Massimo Cacciari come vedeva Genova in
questo periodo di trasformazione anche in relazione al mutato
contesto Europeo.
Il professore inizia a svolgere un'analisi della situazione presente
e del recente passato di Genova che per ultima ha attraversato ed èd
in via di superamento della sofferta fase della de-
industrializzazione. Ormai questa fase dovrebbe essere lentamente
superata. Questo fenomeno aveva coinvolto già negli anno ottanta
grandi città Europee. Genova si rifugiò in un arroccamento con
un'eccessiva mentalità conservatrice che ritardarono il processo di
rinnovamento.
Attualmente siamo in una fase di superamento di questo grave empasse
con i positivi risultati della riqualificazione urbanistica ed il
rinnovo dell'immagine complessiva della città con la creazione di
centri tecnologici avanzati di notevole interesse e la riscoperta del
turismo. Il modello per Genova secondo Massimo Cacciari deve essere
simile alla città di Barcellona. Oggi c'è la necessità di realizzare
progetti elaborati e polivalenti guardandosi dai rischi del
gigantismo e dei megaprogetti. Per Genova giusto articolare progetti
di media grandezza rispettosi anche delle caratteristiche spaziali
della realtà ligure.
La grande sfida di Genova è sulla progettualità e la capacità di
costruire un futuro originale e sostenibile.

Mario Paternostro formula la terza domanda considerando che spesso
il centrosinistra cade nelle provocazioni del Capo del governo Silvio
Berlusconi abbandonandosi a reazioni esagerate e poco coordinate ma
in realtà non c'è unità e non si parla di programmi.
Cacciari, in premessa fa rilevare che spesso chi è costantemente
oggetto di provocazioni come nel caso del centrosinistra è difficile
non reagire. Il Centro sinistra deve liberarsi di un vero e proprio
effetto ipnotico ovvero non deve reagire alla provocazioni ma agire
politicamente per costruire un'alternativa seria e credibile. Un
primo passo è stato compiuto con la faticosa realizzazione della
Lista Unitaria ma questa deve avere a suo conforto un programma
completo ed esauriente. Un primo documento fondamentale a cui fare
riferimento IL MANIFESTO DI PRODI SULL'EUROPA. Questo importante
documento indica le priorità. Bisogna sviluppare con serietà,
realismo e competenza previdenza, assistenza e scuola. Le promesse
demagogiche di riduzione delle tasse in questa congiuntura promesse
dal governo Berlusconi sono irrealizzabili ed anzi produrranno
l'aumento della tassazione a causa dei tagli alle regioni e agli enti
locali che aumenteranno la loro pressione fiscale. Bisogna portare
avanti con coraggio e forza le tematiche dello Stato sociale, delle
riforme istituzionali. A livello europeo istituzioni come la BCE
necessitano di un interlocutore politico europeo come hanno le banche
centrali a livello nazionale.

Seguono alcune interessanti domande che toccano temi di alto profilo
culturale e filosofico e Massimo Cacciari indirizza il più grande
male della politica nel declino della centralità della politica e
della premieneza dell'elemento tecnologico, scientifico ed economico
tanto che si pone inquietante la domanda ma la politica conta ancora?
Reagire con le vecchie forme della politica è impernsabile proprio
perché nell'era della globalizzazione lo stesso tessuto sociale si è
profondamente diversificato e mutato. Cacciari fa ancora rilevare che
purtroppo il centorisinistra ha perso, non tanto per la forza del suo
avversario, ma per la sua afasia programmatica e sfacelo
organizzativo nelle elezioni del 2001. Purtroppo Berlusconi manda un
messaggio molto recepito la politica è una cosa sporca non ve né
occupate ed arricchitevi, fate affari, proponendo un minimalismo
egoistico tanto caro ai neo radicali di destra USA.
Questa ideologia è buona nel produrre ricchezza ma ha dei limiti nel
ridistribuirla emergono dati inquietanti anche negli USA dove 18.000
famiglie hannoil 20 % dell'intera ricchezza della nazione mentre in
USA albergano circa 45 milioni di Homeless ed il ceto medio è in via
di rapido impoverimento. Questi aspetti emergono anche nelle attuali
primarie per le elezioni presidenziali USA.

Segue una domanda sulle prospettive dell'innovazione e della ricerca
con la nascita proprio a Genova dell'Istituto Italiano di tecnologia
nelle intenzione dei fondatori slegato dalle rigidità della
burocrazia universitaria. E' questa istituzione una reale
innovazione? Massimo Cacciari replica che "qualunque progetto serio
di ricerca non può che essere concepito a livello europeo" tentativi
di singoli paesi ormai sono risibili. Questo Istituto è l'ennesimo
siparietto per coprire lo smantellamento delle Università ma così si
crea un danno irreparabile invece di razionalizzare le indubbie
difficoltà che affliggono il sistema della ricerca universitaria.
Un altro grave elemento di preoccupazione è il crollo degli iscritti
alle facoltà scientifiche questo è emblematico di come il nostro
sistema universitario abbia completamente perso di attrattiva mentre
in passato nelle università italiane venivano a studiate tutti i
rampolli dell'alta borghesia del Sud America oggi questi stessi
rampolli studiano negli atenei USA.

Un'altra importante questione era l'oscillazione e le convergenze e
divergenze ricorrente tra cattolici di centrodetrsa e di
centrosinistra ma a giudizio di Cacciari una nuova DC aggregato di
massa partito di riferimento dei cattolici è tramontato per sempre.
Altra cosa è l'eventuale convergenza di gruppi cattolici da uno
schieramento all'altro eventualità tutt'altro da escludere.

Cacciari illustra come anche il sistema delle comunicazioni dei mass
media è il principale peccato omissiva che sconta il centrosinistra
che doveva superare il duopolio sciagurato RAI FINVEST anzi ormai il
Cavaliere ha avuto per poco prezzo anche il dominio sulla RAI. E'
comunque fare ancora politica con successo anche senza televisioni.
Ad esempio nel 1993 il candidato della Lega a sindaco di Venezia
rovale di Cacciari in quell'occasione senza particolari mezzi
totalizzò il 35% dei voti.

Un'altra questione della massima gravità ed importanza è connessa
alla crisi del sistema formativo italiano. L'idea che la scuola sia
al servizio di un sistema economico presente è superficiale e
sbagliata in quanto contrasta con la mutevolezza dei nostri tempi. E'
una visione anacronistica della formazione come l'estremizzazione e
semplificazione delle tre I Informatica, Inglese e Impresa. Oggi in
questo assetto così diversificato ed in rapido mutamento è quello di
creare dei veri liberi professionisti. Sempre più persone in un'età
critica per una riqualificazione vengono espulse dal mondo
produttivo. E' necessario perciò realizzare la formazione permanente.

La lusinga della destra impolitica e di Silvio berlusconi è
riassumibile nello slogan "io sono come voi" nell'identificazxioone
tra rappresentati e rappresentante che se diviene totale è mla fine
della democrazia rappresentativa.
Tra le ultime domande c'è quella sulle ragioni del comitato
trasversale che vuole le primarie nel centrosinistra. Cacciarti è
pienamente favorevole al sistema delle primarie.Lo definisce un
bellissimo esempio di democrazia che ci viene dagli USA. Massimo
Cacciari auspica addirittura una legge che obblighi a svolgere le
primarie. A tale proposito cita una trascorsa proposta pubblicata
sulla rivista di micormega.

Conclude l'incontro la domanda posta dal moderatore e Presidente
dell'Associaizone L'Europa che vogliamo avv. Mario Epifani che chiede
quale soggetto politico Cacciarui vede scaturire dal "triciclo" e
quale il suo impegno in merito?
Questo è un soggetto che nasce dallo sforzo comune dei DS e della
Margherita e di altre aggregazioni minori che vuole avere una
dimesione europea. Un partito con nuove competenze aperto alla
Società civile odierna tenendo conto che si confrontano due
concezioni profondamente diverse tra questo centrosinistra e le
destre.
-------------------------------------------------------------

Una riflessione sulla democrazia

La costruzione di una proposta politica nasce dalla riflessione condivisa grazie alla libera discussione tra cittadini informati.
Qui di seguito viene proposto un possibile itinerario, dell’arco temporale di un mese, in cui incontri a cadenza settimanale consentano la messa a fuoco dei temi e delle valutazioni che si tradurranno nelle tesi di un documento riassuntivo dei lavori.
Allo scopo di assicurare il massimo di omogeneità alla discussione, sarebbe auspicabile che i partecipanti al gruppo di lavoro assicurassero la presenza costante ai quattro incontri previsti (tre seminari e un workshop).

Sabato 20 marzo 2004 orario 16,00 – 19,00
I° incontro: le dinamiche del cambiamento, seminario avviato da una relazione sulle principali trasformazioni nel passaggio dalla Prima alla Seconda Modernità (globalizzazione, informazionalismo, spinte identitarie e fondamentalismi...)

Sabato 27 marzo 2004 orario 16,00 – 19,00
II° incontro: i principi del cambiamento, la crisi dei paradigmi (rappresentazioni ideologiche e valori contrapposti) con cui la politica e la cultura concettualizzano e interpretano la trasformazione sociale

Sabato 3 aprile 2004 orario 16,00 – 19,00
III° incontro: il governo del cambiamento, scontro attuale tra democrazia e postdemocrazia, tra statualità e mercato, tra logiche inclusive ed esclusione

Sabato 10 aprile 2004 – orario 16,00-19,00
IV° incontro: il cambiamento nella politica locale, workshop, avviato dall’esposizione di uno schema/inventariazione di items significativi, sul caso genovese nelle sfide economiche, politiche e sociali in atto.

Metodologia: i seminari sono avviati da una relazione introduttiva a cui segue il dibattito dei partecipanti

Relatore-animatore: Pierfranco Pellizzetti
Moderatore del dibattito: Luigi Fasce

Sede: vico S.Antonio, 5/3A - Genova

Partecipazione: max 25 persone, inviare richiesta di iscrizione entro 16/3/2004 a: luigi@fasce.it
Il Coordinatore Regionale
ANGELO CIFATTE
Genova, 1/3/2004

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