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Cinema e pirateria: il decreto legge Urbani non fa chiarezza
21.03.2004

"Il Ministro Urbani e l’Esecutivo continuano a fare confusione e ad occuparsi di cinema e di diritto d’autore legiferando e agendo in maniera approssimativa e poco chiara ". – Così Franca Chiaromonte. parlamentare DS-Ulivo, interviene nella discussione che si è aperta in seguito all’approvazione, il 12 marzo scorso, da parte del Consiglio dei Ministri del Decreto legge prevede interventi urgenti per la cinematografia.

"Questa mattina – prosegue Chiaromonte - il Governo e il Ministero per i beni e le attività culturali hanno pubblicato nei loro siti Internet il testo del decreto legge per il finanziamento del cinema italiano e per contrastare la diffusione delle opere per via telematica. Ci auguriamo che per quando il decreto giungerà in Parlamento per la conversione il Ministro Urbani sia in grado di spiegare con chiarezza a quanto ammontino gli stanziamenti, in quanto tempo saranno disponibili i fondi e quanto dovranno aspettare ancora le produzioni cinematografiche per vedere compiuto l’iter di accesso ai finanziamenti pubblici.

Sulle misure antipirateria, poi, il decreto approvato dal governo rappresenta un tentativo arruffone e mal riuscito di regolamentare lo scambio di file via Internet. Il 10 marzo scorso l’Unione europea ha approvato una direttiva in materia di copyright che impone un giro di vite contro chi copia e distribuisce illegalmente cd e dvd a scopi commerciali senza criminalizzare chi scambia musica e film per uso unicamente personale.

In altri termini l’Ue fa salvo il principio di buona fede per gli utenti che decidono di scambiarsi, con il cosidetto sistema del peer to peer, file via internet.

Se, come è giusto, l’obiettivo è quello di salvaguardare le opere protette dal diritto d’autore dallo sfruttamento illecito della pirateria è necessario essere molto attenti alle norme che si introducono nel sistema per evitare un effetto contrario. L’immissione di regole poco chiare in questo settore è moto rischiosa e può condurre alla diminuzione delle tutele di tutti i soggetti coinvolti anziché aumentarle".

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