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Ho visto quel che accade in Kosovo
26.03.2004

Ho visto quello che sta accadendo in Kosovo.
Cari amici,
ho visto quello che sta accadendo in Kosovo.
A suo tempo sono stato fermamente contrario all'intervento in Kosovo,
intrapreso dall'Italia solo perché D'Alema doveva farsi la verginità
atlantica, ma che, come dissi allora, avrebbe sostituito una pulizia
etnica con un'altra, accresciuto le sofferenze delle popolazioni, aiutato
lo sviluppo dell'integralismo musulmano, tutte cose puntualmente
verificatesi.
Vi mando di seguito una lettera che scrissi nel '99 al presidente della
Repubblica e spero che da parte del nostro governo, nell'interesse
nazionale, non ci siano cedimenti alle pretese degli albanesi.
Mi scuso con quelli di voi che ricevevano le mie lettere nel settembre
2001, perché ce l'hanno già, in quanto la inviai come premessa al commento
sulla tragedia di New York, in quanto la guerra del Kosovo (e in Bosnia)
fu un potente collante dell'integralismo musulmano proveniente da vari
paesi.
Invio altresì una lettera che qualche giorno dopo scrissi a Prodi con
proposte che sono ovviamente datate, ma che conservano la loro validità
per lo meno indicando la direzione verso cui muoversi.
Un caro saluto.
Piero Stagno
----------------------------------
ecco le due lettere.
Genova, 28 marzo 1999
Egregio Signor
Oscar Luigi Scalfaro
Presidente della Repubblica
Palazzo del Quirinale
Roma

Illustrissimo Signor Presidente,
Le scrivo nella Sua veste di supremo garante della
Costituzione, che Ella, or sono sette anni, ha solennemente promesso di
osservare e che in questi anni ha difeso strenuamente, salvando in alcune
occasioni la stessa esistenza della Repubblica, come Le scrissi nel maggio
1996.
Indubbiamente la Sua devozione alla Costituzione è anche
originata dalla Sua partecipazione alla Costituente, e quindi dalla
consapevolezza che solo in quel patto, sintesi degli ideali politici che,
attraverso la Resistenza, costruirono la Repubblica, il Popolo Italiano
può riconoscersi e progredire, come ha fatto, pur tra errori e deviazioni,
in questi cinquant'anni.
In questi giorni, la Costituzione è sottoposta ad una grave
prova: l'articolo 11, inserito nei "principi fondamentali", dice: "
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri
popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
consente, in condizioni di parità con gli altri stati, alle limitazioni di
sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia
fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali
rivolte a tali scopi"; l'art. 87, che enumera i poteri del Presidente
della Repubblica, esordisce affermando solennemente che egli "rappresenta
l'unità nazionale" ed al IX comma dice: "ha il comando delle Forze armate,
presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge,
dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere".
L'Italia è ora coinvolta in azioni militari rivolte contro uno
Stato sovrano, membro dell'ONU, ed il suo esercito, non contro bande
irregolari di entità non riconosciute, come in Bosnia e od in Somalia,
(dove inoltre c'era un mandato ONU e compiti ben definiti, di protezione
dei civili, non bombardamenti e distruzione) e quindi ha iniziato una
guerra vera e propria.
Questa guerra è in diretta violazione dell'art. 11 della
Costituzione, in quanto ha, nelle parole stesse del Presidente degli Stati
Uniti, lo scopo di indurre la Serbia ad accettare gli accordi di
Rambouillet, quindi è "un mezzo di risoluzione di una controversia
internazionale"; inoltre non c'è stata delibera delle Camere (solo delle
mozioni approvate da una di esse), né Ella la ha dichiarata.
Ella ha affermato recentemente che "pacta sunt servanda",
affermazione che condivido pienamente, anche perché il Patto Atlantico è
stato un valido scudo delle democrazie contro il totalitarismo comunista.
Tuttavia se c'è un contrasto fra le decisioni di un'alleanza e
la Costituzione, la Costituzione viene prima, perché è il patto degli
Italiani e la Costituzione, applicata al caso specifico vieta la guerra.
Benché questa guerra sia in violazione della Costituzione (e
quindi per rifiutarla non ci sarebbe da aggiungere altro, proprio perché
la Costituzione è la legge suprema della Patria), non posso fare a meno di
rilevare che si tratta di una guerra particolarmente insensata.
Innanzitutto è da rifiutare la sua connotazione umanitaria, in
quanto per essere credibile avrebbe dovuto essere applicata in tutti i
casi analoghi (cito solo il Kurdistan e la Turchia perché più recente, ma
la nostra memoria è purtroppo piena di massacri avvenuti fra
l'indifferenza generale e la stessa Seconda guerra mondiale iniziò quando
Gran Bretagna e Francia si videro minacciate nella loro stessa esistenza e
non per l'Olocausto già in fieri)
Guardando l'interesse nazionale che ci vede dirimpettai dei Balcani, è
chiaro che il nostro principale interesse nell'area è che sia un'area di
pace: come il Kosovo è stato originato dalla crisi bosniaca e dalla
sconfitta serba, una volta caduto il Kosovo, chi salverà la Macedonia dai
fantasmi della "grande Albania"??
A quel punto Grecia e forse Bulgaria si vedrebbero minacciate e non è
azzardato pensare che si avrebbe una riedizione delle guerre balcaniche
del 1912/13.
Ma l'insensatezza maggiore è che stiamo rafforzando uno stato, l'Albania,
probabilmente governato dalla mafia, e comunque musulmano, quindi
appartenente ad un'area culturale ben lontana dall'aver accettata la
democrazia come regola dei rapporti politici, in quanto ancora legata ad
una concezione teocratica ed intollerante della politica: per questo
ritengo che l'aspetto politico dell'islamismo sia per la civiltà
occidentale un pericolo pari a nazismo e comunismo.
Già in un'altra area, l'Afganistan, gli Stati Uniti, per combattere un
nemico, ne hanno originato uno peggiore, i talebani, e tutto fa ritenere
che si sia sulla via di fare una ripetizione, questa volta con
l'intervento dell'Italia,
Faccio appello alla Sua sensibilità di Costituente e di supremo garante
dell'unità nazionale, affinché l'Italia abbia un soprassalto di dignità
nazionale e si dissoci da questa avventura, soprattutto per fedeltà alla
Costituzione, che in questo caso si sposa perfettamente con l'interesse
nazionale.
Le sarò molto grato esaminare questa mia, che va intesa come
un contributo assolutamente costruttivo di un cittadino al Presidente
della Repubblica, ed eventualmente inviarmi un Suo commento.
Con i sensi della mia massima considerazione e con la massima
gratitudine per il modo con il quale ha svolto il Suo compito in questi
anni così difficili.
Piero Stagno
-----------------------------------------------
Genova, 14 aprile 1999
Egregio Onorevole
Romano Prodi
Roma
Egregio Onorevole,
di seguito alla presente, Le invio copia della lettera che ho
inviato, alcuni giorni fa, al Presidente della Repubblica, che posso
schematicamente riassumere come segue:
-questa guerra è incostituzionale, in quanto contravviene in modo
diretto all'articolo 11 della Costituzione, essendo un modo di "risolvere
una controversia internazionale" e all'articolo 87, perché lo stato di
guerra non è stato deliberato dalle Camere (solo alcune mozioni e non si
deve certo spiegare a Lei, che fa politica da una vita, che una mozione
non si nega a nessuno;
·la connotazione umanitaria è quanto meno ipocrita, in quanto in
un caso di oppressione analogo se non peggiore (Turchia e Kurdistan),
l'oppressore è stato indirettamente aiutato da noi e fermamente appoggiato
da chi ci ha trascinato in quest'avventura (e la cui credibilità è
espressa in modo paradigmatico dall'epilogo della tragica vicenda del
Cermis);
·l'interesse nazionale richiede che i Balcani siano un'area di
pace, mentre la guerra in corso prefigura scenari di destabilizzazione
dell'intera regione, con altri stati coivolti;
·lo sbocco probabile è la costituzione di una grande Albania,
stato musulmano, con i conseguenti gravi rischi di un regime integralista
islamico a pochi chilometri dalle nostre coste (la vicende
dell'Afghanistan consegnato ai talebani è lì ad ammonirci);
·lo scenario è veramente apocalittico, in quanto l'integralismo
islamico è senza dubbio il più grave pericolo che in questo momento
minaccia il mondo occidentale, per la sua incompatibilità con la
democrazia;
·per tutti questi motivi, l'Italia in prima linea, ed assieme ad
essa l'Europa, è coinvolta in una guerra insensata.
Inutile dire che tutto questo è stato facilitato dalla totale
assenza di una proposta europea e mi pare che l'Italia e/o l'Europa
potrebbe promuoverne una e Lei si trova in una posizione privilegiata per
farlo.
Mi pare che una proposta del genere potrebbe avere questi cardini:
· intangibilità delle frontiere garantita internazionalmente:
l'esperienza insegna che toccare le frontiere, salvo che non sia fatto di
mutuo accordo (Repubblica Ceca e Slovacchia) causa bagni di sangue (Bosnia
e guerra serbo-croata), inquanto in Europa praticamente non esistono
frontiere "giuste"; quindi con esclusione sia della secessione del Kosovo
sia , peggio ancora dell'unione all'Albania;
· garanzia di rispetto delle caratteristiche culturali di ciascuna
comunità (lingua, scuole, università, rappresentanza politica ed
amministrativa secondo il modello applicato dall'Italia in Sud Tirolo, con
ottimi risultati);
· cessazione di ogni atto di guerra;
· disarmo totale delle milizie di ogni genere;
· rientro dei profughi in un anno;
· a garanzia della pace occupazione militare in Kosovo per un
periodo di tre anni di due paesi NATO (Italia e Francia) e di due paesi
slavi (Russia e Bulgaria);
· contestuale ritiro dal Kosovo dell'esercito serbo;
· piano finanziato dalla NATO per la ricostruzione del Kosovo e
delle infratrutture civili distrutte dai bombardamenti in Serbia;
· al termine dei tre anni elezioni in Kosovo per gli organi
amministrativi e per l'elezione dei rappresentatnti della provincia al
Parlamento di Belgrado, con l'intero processo elettorale garantito dalle
forze di occupazione.
La proposta tedesca che ho ascoltato stasera mi sembra proprio
una proposta fatta per farla respingere e precostituirsi un alibi per
continuare i bombardamenti, in quanto non garantisce l'intangibilità
territoriale e prevede un'occupazione del Kosovo da parte della NATO, con
obiettive caratteristiche odiose, mentre non solo bisogna coinvolgere la
Russia ed almeno un altro paese slavo, ma bisogna tener fuori gli USA,
lasciando la rappresentanza della NATO a due grandi paesi, non
sospettabili di di essere nemici preconcetti della Serbia
Non mi nascondo certo che la realtà è molto più complessa di
quello che può sembrare ad un comune cittadino, seduto al computer a casa
sua, ma credo che una proposta del genere potrebbe servire a ristabilire
la pace e a ridare all'Europa una certa iniziativa politica (sarebbe la
premessa di un secondo Congresso di Berlino, però non senza lo scopo di
servire l'egemonia tedesca, secondo i piani del Bismarck).
Le faccio comunque i miei più sentiti auguri per il difficile
compito che la attende e Le rinnovo (da sostenitore convinto dell'Ulivo
fin dal suo sorgere), i sensi della mia più profonda considerazione e
stima.
Cordialmente
Piero Stagno

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