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Scoppola 'Quando torna Prodi, facciamo l'Ulivo'
3.04.2004

Presentate ai segretari le proposte per l’assemblea costituente: «Quando torna Prodi facciamo l’Ulivo»

Intervista a Pietro Scoppola da www.europaquotidiano.it

Il comitato presieduto dal professore propone l’assemblea a costituente ad ottobre sulla base di albi dei cittadini dell’Ulivo. «Non è una proposta contro i partiti, è la proposta di una sede in cui iscritti ai partiti e non iscritti ai partiti possano convivere e "confondersi". Dobbiamo dar vita a un soggetto culturalmente plurale. In Italia non ci sono le condizioni per un bipolarismo come quello spagnolo o tedesco, ci sono tradizioni vitali con una loro identità, e questo si deve rispecchiare in una diversa organizzazione».

Sette proposte per fare la Costituente dell’Ulivo. Anche una data: il 31 ottobre. Il documento di quella che i giornalisti chiamano ormai "Commissione Scoppola" («Addirittura! - si stupisce l’interessato - Ma è solo un gruppo di lavoro...») arriva in queste ore sul tavolo dei segretari. A dimostrazione che i rappresentanti di tutti i partiti dell’Ulivo (e dell’Italia dei valori) e di moltissimi movimenti fanno sul serio.

E alla vigilia di una campagna elettorale proporzionale come quella europea, con l’Ulivo che va diviso tra "unitari" e "non unitari", continuano a scommettere sul futuro della coalizione. E su quello che nel 1996 si cominciò a chiamare «il suo valore aggiunto».

Professor Scoppola, allora l’Ulivo non è morto.

La proposta di Romano Prodi e la nascita della lista unitaria non comportano affatto un superamento dell’esperienza dell’Ulivo.

Anzi: non è di certo un caso che il dibattito sulla costituente sia tornato d’attualità dopo la famosa intervista del luglio scorso al Corriere: solo pochi mesi prima, in aprile, c’era stato il naufragio dell’assemblea nazionale, un’idea che derivava da un’intuizione di Dario Franceschini e che purtroppo non siamo riusciti a sottrarre al gioco dei veti. Ma dopo l’intervista di Prodi abbiamo ricominciato a parlarne.

E alla fine, lo scorso febbraio, le è stato affidato il coordinamento di questo "gruppo di lavoro".

Già, alla fine di una serie lunghissima di incontri, dibattiti, sollecitazioni: tutti ricordiamo quella di Nanni Moretti in piazza Navona, ma ce ne sono state tante... Alla fine abbiamo deciso di cominciare a lavorare, di andare al nocciolo della questione.

Che è questa: l’Ulivo deve rimanere un "incontro elettorale" o deve strutturarsi come un soggetto permanente? E che tipo di soggetto dev’essere l’Ulivo? Un partito, o altro? Ovviamente io sono convinto che serva un soggetto Ulivo.

E che la formula del partito riformista, tendenzialmente socialdemocratico, sia angusta e insufficiente rispetto alla complessità e alla multiculturalità del centrosinistra italiano.

Qual è l’idea centrale della proposta della "commissione Scoppola"?

Una grande novità: l’Ulivo è un soggetto che ha una sua base in quanto tale. Proponiamo quindi la costituzione di albi dei cittadini dell’Ulivo. Sia chiaro: non è una proposta contro i partiti o di superamento dei partiti, è la proposta di una sede in cui iscritti ai partiti e non iscritti ai partiti possano convivere e "confondersi".

E dar vita a cosa?

A un soggetto plurale. Non solo nel senso che è formato da cittadini che si riconoscono in un partito e cittadini che si riconoscono nell’Ulivo, ma naturalmente plurale soprattutto dal punto di vista culturale. In Italia non ci sono le condizioni per un bipolarismo come quello spagnolo o tedesco, in cui l’area riformatrice e progressista si identifica con un partito socialdemocratico riformista. Ci sono tradizioni vitali con una loro identità, e questo si deve rispecchiare in una diversa organizzazione.

In questi anni l’Ulivo ha sperimentato quanto è difficile la convivenza tra diversi. Per alcuni la lista unitaria può essere l’occasione di un "chiarimento". Questo può creare una nuova faglia, proprio nel cuore dell’Ulivo?

Io ho condiviso la proposta di Prodi e il progetto della lista unitaria dal primo momento. La considero un passo molto importante, però non può certo diventare un elemento di divisione: è nata proprio per lo scopo contrario. La costituente dell’Ulivo non è "contro" la lista unitaria. È di più. È un fatto che nel nostro lavoro di queste settimane si sono ritrovate molte realtà che non si sono riconosciute nella lista unitaria.

Ho lavorato con Giovanni Berlinguer, con Achille Occhetto.

Ma anche con ambientalisti senza partito, con Libertà e giustizia, con molti protagonisti dei "girotondi". Oltre naturalmente ai rappresentanti di Sdi, Ds e Margherita.

Ma lei pensa che nel processo costituente ci sarà un "nocciolo duro" corrispondente alla lista Prodi?

Io penso che si aprirà un processo costituente e che funzionerà se partirà dal basso. Saranno i cittadini a deciderne le forme: il «valore aggiunto» dell’Ulivo dovrà potersi esprimere prima o poi...

Finora però le preoccupazioni identitarie hanno sempre finito per prevalere...

Guardi che l’Ulivo non è un rullo compressore, non annulla le identità: questa è proprio un’idea sbagliata. Le valorizza piuttosto, le esalta. In una casa più grande c’è più spazio per tutti. Le identità sono più valorizzate in un’aggregazione ampia che in una parziale. È come per l’Europa...

L’Europa?

Anche se ovviamente l’Unione ha le sue regole, ha istituzioni comuni, nello spazio grande le minoranze etniche hanno più libertà e maggiore ruolo che dentro i confini dei vecchi stati nazionali, che magari non corrispondono neanche ai confini reali tra i popoli... Così nell’Ulivo non devono esserci diritti di veto, né per i grandi né per i piccoli, e dev’esserci un sistema di garanzie per le minoranze.

Dunque si prova a ripartire per riuscire là dove ad aprile si è fallito. Funzionerà? È ottimista?

Né ottimista né pessimista. Conosco bene le resistenze e le difficoltà. Però credo che fra i cittadini queste scelte siano molto mature. C’è, da tempo ormai, un senso di appartenenza comune. È difficile che i partiti possano dire di no a lungo a qualcosa che l’elettorato chiede. Anche perché il «valore aggiunto» non è mica garantito a vita... Non mi faccio nessuna illusione, ma non è interesse di nessuno che l’Ulivo continui a essere una realtà solo "elettorale": se non nasce qualcosa di più morirà anche l’Ulivo.

Professore, senza mettere in imbarazzo nessuno: Prodi la gioca questa partita? O almeno... la guarda in tv?

Romano Prodi è doverosamente informato di tutto. Le faccio notare che nella proposta che abbiamo formulato è indicata per l’assemblea costituente la data del 31 ottobre: non è tassativa, ovviamente, l’assemblea può svolgersi anche dieci giorni prima o dieci dopo. Ma è una data simbolica: è il momento in cui finisce il mandato di Prodi alla commissione europea.

E questa non è una coincidenza...

No.

di CHIARA GELONI

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