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NEWS a cura di Fiorella Ghilardotti
6.04.2004

Il 30 marzo il Parlamento europeo ha approvato una relazione sulla parità d'accesso a beni e servizi

La direttiva in esame concerne la parità di accesso per donne e uomini a beni e servizi e alla loro fornitura, copre quindi la necessità di lottare contro le discriminazionitra i sessi anche al di fuori del luogo del lavoro, materia già disciplinata da altre direttive. In particolare, la relazione dell'onorevole Prets (PSE), approvata con 313 voti a favore, 141 contrari e 47 astensioni, si riferisce alle discriminazioni basate sul sesso nel settore delle assicurazioni e dei regimi privati di pensioni integrative. Recenti studi hanno dimostrato che le assicurazioni basano il calcolo delle loro tariffe sul fattore "genere". Nel senso che, poiché statisticamente le donne vivono più a lungo degli uomini, esse costituiscono un gruppo a maggior "rischio" e pertanto pagano premi più alti. Il fatto di utilizzare il genere nel calcolo dei premi fa sì che, rispetto al settore dell'assicurazione malattia, le donne siano notevolmente discriminate, la gravidanza, per esempio, anziché valere come elemento di riproduzione sociale resta un costo a carico delle donne soltanto. Allo stesso tempo, i premi per le pensioni complementari, sempre più necessarie ed incoraggiate dai sistemi pubblici stessi, sono più alti per le donne, le quali sono doppiamente discriminate dato che, in media, i loro salari, a parità di lavoro, sono ben inferiori a quelli degli uomini. Il discorso opposto vale per le assicurazioni auto. Secondo le statistiche, le donne provocherebbero meno incidenti, e quindi meritano un premio assicurativo inferiore. Gli europarlamentari considerano inaccettabile l'utilizzo del fattore del genere come base di calcolo per le assicurazioni o i regimi privati di pensione, in ragione del fatto che l'interessato o l'interessata non possono intervenire su di esso, mentre sarebbe necessario considerare ogni situazione caso per caso e tener conto di fattori orizzontali quali l'educazione, il livello sociale, lo stile di vita, ecc.. Il campo di applicazione della direttiva, che ha la sua base giuridica nell'articolo 13 del Trattato CE, riguarda le discriminazioni basate sul sesso in materia di accesso e fornitura di tutti i beni e servizi a disposizione del pubblico, mentre non si applica né all'educazione, né al contenuto dei media.

Per approfondire l'argomento www.europarl.eu.int poi (attività) poi (tornate) poi (testi approvati)

 

Il 31 marzo il Parlamento europeo ha approvato una relazione sul mandato europeo di ricerca delle prove

Il Consiglio dei ministri UE non ha ancora preso in esame la proposta quadro sul mandato europeo di consegna delle prove da utilizzare a fini probatori nei procedimenti penali, e l'ultimo Consiglio europeo ha stabilito come data ultima la fine del mese di giugno. Intanto, l'Aula ha approvato la relazione dell'onorevole Paciotti dei DS dando il suo parere positivo sulla decisione quadro. Il mandato europeo potrà essere utilizzato per acquisire mezzi di prova già direttamente disponibili nello Stato di esecuzione del mandato, e non per avviare nuove azioni o nuove indagini. La relazione chiede inoltre che le decisioni delle autorità siano trasparenti e che le richieste di prove supplementari siano debitamente motivate. "La decisione quadro sulle prove costituisce un tassello essenziale del complesso insieme di provvedimenti, come il mandato europeo d'arresto e il mandato di confisca, destinati ad attuare una più efficace cooperazione giudiziaria tra i Paesi dell'Unione" ha sottolineato la relatrice, cooperazione "diventata sempre più necessaria per garantire la sicurezza dei cittadini nel rispetto dei loro diritti fondamentali". Ed infatti, gli europarlamentari hanno raggiunto un accordo su una decisione quadro in materia di garanzie procedurali a favore degli imputati, anche per ciò che concerne l'ammissibilità delle prove raccolte.

Per approfondire l'argomento www.europarl.eu.int poi (attività) poi (tornate) poi (testi approvati) e per i comunicati stampa DS si veda www.dspe.net

 

Il 31 marzo il Parlamento europeo ha criticato il trasferimento di dati dei passeggeri in volo verso gli USA

Con 229 voti a favore, 202 contrari e 19 astensioni, l’Aula ha approvato la relazione dell’on. Boogerd-Quaak (Liberali), che respinge la proposta di decisione della Commissione in merito al livello di protezione dei dati a carattere personale contenuti nelle pratiche passeggeri (PNR, Passenger Name Records) trasferite all’ufficio doganale degli Stati Uniti. Il gruppo popolare ha votato contro la risoluzione. Gli eurodeputati hanno ritenuto che la possibilità di modificare le finalità per cui sono raccolti i dati nel PNR esuli dalle competenze dell’Esecutivo europeo. L’importanza della questione è tale che, spiega la risoluzione approvata, l’UE dovrebbe regolarla sulla base di un vero accordo internazionale che definisca la possibilità di trasferimento dei dati personali, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali. Elena Paciotti, europarlamentare DS, ha affermato che, bocciando il progetto di decisione, "Il Parlamento europeo ha fatto valere il suo ruolo di rappresentante dei cittadini europei e capace di difenderne i diritti". Ha poi concluso sottolineando che "è grave che i deputati europei che appartengono ai partiti italiani che sostengono il governo Berlusconi abbiano votato contro la risoluzione del Parlamento europeo. Il centrodestra italiano, super garantista dimentica all'improvviso la difesa dei diritti fondamentali dei suoi cittadini davanti a qualsiasi, anche illegittima, richiesta statunitense."

Per approfondire l'argomento www.europarl.eu.int poi (attività) poi (tornate) poi (testi approvati) e per i comunicati stampa DS si veda www.dspe.net

 

Il 31 marzo il Parlamento europeo ha respinto l’iniziativa italiana sulle espulsioni collettive degli immigrati

L’Aula ha dato il suo parere contrario sul progetto, presentato dal governo Berlusconi durante il semestre di presidenza italiana, di organizzare voli congiunti per l'espulsione collettiva di immigrati clandestini presenti in due o più Stati membri. La relazione dell’on. Hazan (PSE) critica la proposta il Consiglio poiché, legittimando l’uso di voli charter di espulsione, si rischia di offuscare l’immagine dell’Unione europea, contribuendo pericolosamente all’idea di una "fortezza Europa". L’organizzazione di rimpatri di gruppo avrebbe anche l’effetto di aumentare le procedure accelerate di esame delle domande di asilo, a detrimento delle disposizioni della Convenzione di Ginevra sui rifugiati. Inoltre, offrirebbe una prova di incoerenza da parte delle Istituzioni europee, incapaci di trovare un accordo sulle modalità di ottenimento dello status di rifugiato, ma pronte ad elaborare una politica comune di rimpatrio. Secondo Fiorella Ghilardotti, infatti, "l’organizzazione dei rimpatri collettivi finisce per delegittimare il principio secondo cui sono ammesse solo espulsioni individuali". "Il Parlamento, – continua l’europarlamentare DS – respingendo il progetto del governo italiano, ha messo in guardia il Consiglio dall’assumere iniziative improprie e lontane dallo spirito e dalle politiche sull’immigrazione che non possono mai essere esclusivamente di stampo repressivo".

Per approfondire l'argomento www.europarl.eu.int poi (attività) poi (tornate) poi (testi approvati) e per i comunicati stampa DS si veda www.dspe.net

 

Il 1° aprile il Parlamento europeo ha votato una risoluzione sulla situazione in Kossovo

L'Aula ha fortemente condannato le violenze inter-etniche delle passate settimane nella regione del Kossovo, ed ha invitato tutti i dirigenti, in particolare gli albanesi, ha prendere iniziative immediate per porre termine alle tensioni. Il voto ha mostrato una forte divergenza di opinione sulla situazione kossovara fra il Parlamento europeo da una parte, e la Commissione ed il Consiglio dall'altra. La linea politica da sempre sostenuta dai governi europei, che coincide anche con l'approccio del Consiglio di sicurezza dell'ONU, é quella delle "norme prima dello statuto", nel senso che la provincia a maggioranza albanese dovrebbe prima conformarsi a certe norme economiche e politiche, prima di vedersi riconosciuto un qualsiasi statuto. Sia il presidente di turno del Consiglio Dick Roche, sia il commissario Patten, hanno, infatti, auspicato che l'UE rafforzi tale approccio.

Contrari invece gli europarlamentari. Il PE ha sottolineato le responsabilità della comunità internazionale per i recenti episodi di violenza, ed ha sostenuto la necessità di spezzare lo status quo e di definire finalmente uno statuto per il Kossovo. L'onorevole Swoboda, intervenendo a nome del gruppo del PSE, ha fatto notare come la mentalità della classe dirigente serba ed albanese non sia cambiata, e che la creazione di uno stato multietnico non rientra nei loro progetti. Pertanto ha invitato a considerare l'opportunità di ritirare il sostegno finanziario europeo a chi non vuole un Kossovo multietnico.

Per approfondire l'argomento www.europarl.eu.int poi (attività) poi (tornate) poi (testi approvati)

marzo (2) 2004 INFO territorio n° 22

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