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Un'altra rtiforma fiscale
6.04.2004

La campagna elettorale per le elezioni europee avrà fra le principali tematiche la riforma fiscale.

Berlusconi ha già avanzato un disegno che prevede la netta riduzione delle aliquote fiscali sui redditi più alti. Recentemente, ha anche proposto di eliminare "le molte festività in eccesso" per far lavorare di più gli italiani.

Ma non sono queste le priorità della politica economica, quanto piuttosto l’aumento dell’occupazione femminile.

L’Italia è uno dei paesi europei con il più basso tasso di partecipazione delle donne (36,7% contro il 48,2% della media UE).

Politiche attive del welfare e un’adeguata riforma del fisco potrebbero indurre le donne ad una maggiore partecipazione e favorirne il ritorno al lavoro dopo la maternità.

È importante che vengano stabiliti degli incentivi monetari al lavoro, che potrebbero prendere la forma di un credito fiscale.

Il credito fiscale potrebbe essere concesso esclusivamente a tre condizioni: 1) la presenza di figli in famiglia; 2) un reddito congiunto al di sotto di un limite da definirsi; 3) il fatto che almeno uno dei componenti della coppia sia occupato.

La presenza dei figli garantisce che il credito fiscale vada anche a vantaggio delle generazioni future e contribuisce ad alleviare le condizioni di svantaggio sociale dei minori in povertà.

La condizione di un reddito al di sotto di un limite è ovvia. La condizione che almeno uno dei componenti della coppia sia occupato è necessaria affinché il credito fiscale sia un effettivo incentivo all’occupazione femminile e non uno strumento di sostegno alla povertà.

Si deve anche tenere presente che il tasso di occupazione femminile è molto basso in Italia perché tra le donne che lavorano il 30% delle madri non torna al lavoro dopo la maternità.

Si potrebbe pensare, all’interno del sistema di crediti fiscali, di introdurre un ulteriore credito a fronte delle spese di cura dei figli. Le coppie, o i singoli, che hanno diritto ai crediti fiscali potrebbero aver diritto ad un ulteriore credito per la cura dei figli, per una percentuale dei costi sostenuti e fino ad un limite superiore settimanale.

I costi per la cura dei figli potrebbero essere sostenuti sia nel settore pubblico sia in quello privato.

Nel caso delle coppie con figli, il credito fiscale per la loro cura dovrebbe essere concesso solo se i genitori lavorano entrambi. In questo modo si incentiverebbe il ritorno al lavoro delle madri.

Ecco un esempio di riforma fiscale diversa da quella Berlusconi-Tremonti, e in grado di rispondere ai principi di equità e di eguaglianza di opportunità propri di una forza riformista.

di Marco Leonardi

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