Welfare Italia :: Lettere a Welfare :: Il futuro dei movimenti di Filippo Barberis Invia ad un amico Statistiche FAQ
4 Maggio 2024 Sab                 WelfareItalia: Punto laico di informazione e di impegno sociale
Cerca in W.I Foto Gallery Links Documenti Forum Iscritti Online
www.welfareeuropa.it www.welfarecremona.it www.welfarelombardia.it www.welfarenetwork.it

Welfare Italia
Home Page
Notizie
Brevi
Il punto
Lettere a Welfare
Cronaca
Politica
Dal Mondo
Dalle Regioni
Dall'Europa
Economia
Giovani
Lavoro
Cultura
Sociale
Ambiente
Welfare
Indian Time
Buone notizie
Radio Londra
Volontariato
Dai Partiti
Dal Parlamento Europeo
Area Iscritti
Username:
Password:
Ricordami!
Recupero password
Registrazione nuovo utente
Brevi

 Foto Gallery
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia

Ultimi Links







Il futuro dei movimenti di Filippo Barberis
19.04.2004

IL FUTURO DEI MOVIMENTI

Nati “intorno” a valori come la legalità, la libertà d’ espressione, il diritto all’ istruzione, alla salute…, girotondi e movimenti tentano di porsi come anticorpi civili a difesa della democrazia e della Costituzione, messe in questi anni sotto assedio dal governo Berlusconi. Se da un lato assistiamo da parte dei movimenti, ad un’ azione di difesa dei valori costituzionali, dall’ altro non possiamo fare a meno di notare anche un incisivo attacco alle politiche del centro-sinistra e ai suoi esponenti. Non vi è la volontà di questi nuovi soggetti di fondare un nuovo partito; sarebbe d’altronde contraddittorio per movimenti che lottano anche per l’ unità e la vittoria della coalizione ulivista. La loro funzione è fare da “ pungolo per la sinistra”, come dice Nanni Moretti.
E’ necessario, a mio avviso, che l’ azione di “ pungolamento” ora venga estesa ad una fase propositiva più concreta e meno gridata, che sia capace, non di dar luogo ad una nuova “ortodossia” di sinistra, ma di dar vita a proposte che uniscano tutti i cittadini intorno alla difesa e all’ applicazione dei valori costituzionali. Occorre oggi aprirsi, guardare oltre al proprio mondo, per tentare di affascinare e coinvolgere con la forza delle proprie idee e passioni anche quell’ elettorato moderato deluso dall’ attuale governo.
È necessario che anche gli esponenti di partito più diffidenti accettino i movimenti come importante soggetto di dialogo capace di rappresentare quel “ceto medio riflessivo” che è una delle parti più attive dell’ elettorato.
D’ altro canto, anche i più sfiduciati movimentisti, devono convincersi che solo nel partito si può individuare quello strumento democratico capace della rappresentanza e della dialettica a livello governativo, una dialettica, che, anche se in grado di rivolgersi al governo, non potrà dimenticare o sottovalutare i movimenti come punto di confronto interno. Ci si dovrebbe muovere verso una concezione di politica-servizio, in cui il partito punti a rendere più agili le proprie strutture nei rapporti con la base, proprio per non perderne mai il contatto e per darle quella sensazione di importanza che sta alla radice del suo coinvolgimento, un coinvolgimento che, inteso come coscienza, preoccupazione per i problemi del paese, rappresenta il cuore pulsante e il miglior parametro di misura per la vita democratica. Più sono i cittadini che si preoccupano per la democrazia, più la democrazia sarà forte.
Le critiche rabbiose, e a volte distruttive provenienti dai movimenti, verso ciò che non andava nella sinistra italiana, dovrebbero convertirsi in una critica più razionale, capace di contribuire attivamente alla stesura di quella carta di valori e obiettivi programmatici di cui tutto il centro sinistra ha bisogno per impostare un indirizzo unitario, che consenta alla coalizione di governare in futuro il paese senza continui spasmi e divisioni. Solo in questa prospettiva, i movimenti non solo non scomparirebbero, ma riuscirebbero a confluire, come corpi intermedi di coscienza civile, nell’ ambizioso quanto difficile progetto di costruzione del nuovo Ulivo. Se questo processo si dovesse realizzare, potremmo trovarci di fronte ad un esempio limpido e raro di democrazia, in cui un partito in crisi, nel ricostruirsi come nuovo soggetto, tende orecchio e mani a coloro che dal partito si fanno rappresentare, i “ titolari della sovranità”, i cittadini elettori.
I movimenti devono riuscire a dimostrare che non vi è in essi un estremismo distruttivo. Il loro obiettivo non deve essere il ribaltamento della classe dirigente del centro sinistra, ma di quella del centro destra. Con i dirigenti dell’ Ulivo si dialoga e si discute come fra compagni di un comune progetto che cerca di definirsi. Sarà un processo complesso e faticoso, ma è l’ unico possibile e potrà essere realizzato solo se si riuscirà ad individuare quegli obiettivi comuni, la cui ricerca non dovrà essere frutto di lacerazioni, ma di una dialettica che, per quanto accesa, non potrà mai dimenticare che per vincere è necessario restare uniti.
I tentativi svolti in questa direzione per una lista unica alle “europee” purtroppo si sono infranti sui soliti non-problemi, con i quali, purtroppo, anche gli esponenti politici della sinistra italiana ci affliggono. Richiamo, ad esempio, il tema centrale e sentito da tutti gli italiani quale esigenza primaria (si fa per dire) del veto di Boselli all’ ingresso dell’ “Italia dei valori” nella lista unica. Un veto tutto costruito su risentimenti e sindromi da post-tangentopolitismo acuto che poco hanno a che fare coi problemi dei cittadini. Sono questi i non-problemi che alimentano l’ ammorbante teatrino della politica, purtroppo a volte anche a sinistra, nel quale partiti dall’ “insostenibile leggerezza” politica riescono a mettere in crisi progetti di una intera coalizione. Se non impareremo a considerare questi non-problemi per quello che sono e a trovare un candidato che sia in grado di risolverli alacremente, tutti gli sforzi per una lista unica rischiano di ridursi a una “fatica di Sisifo”, capace solo di creare delusione e distacco dalla politica. Prodi è chiamato a un compito delicato e importantissimo, speriamo sia all’ altezza di assolverlo. Intanto segnali positivi arrivano dal progetto di una assemblea costituente per l’ Ulivo (proposta da Ochetto). La grande speranza dovrebbe essere quella di costruire, non un modo per sconfiggere Berlusconi, ma un programma capace di convincere la maggioranza degli italiani.
E’ la storia a insegnarci che quando la sinistra non riesce a proporre qualcosa di nuovo, gli elettori tendono a votare a destra.

Filippo Barberis


Welfare Italia
Hits: 1799
Lettere a Welfare >>
I commenti degli utenti (Solo gli iscritti possono inserire commenti)
Terza pagina

Sondaggi
E' giusto che Bersani si accordi con Berlusconi per le rifome ?

Si
No
Non so
Ultime dal Forum
La voce del padrone di Lucio Garofalo
Salotti culturali dell'Estate bolognese
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Romea Commerciale di Orlando Masiero
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Buon che? di Danilo D'Antonio
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Il reality scolastico su "Rai Educational"
Vuoto indietro diventa proposta di legge,





| Redazione | Contatti | Bannerkit | Pubblicità | Disclaimer |
www.welfareitalia.it , quotidiano gratuito on line, è iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 393 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti