19.04.2004
Fate come Zapatero! e date un chiaro sostegno all´Onu Ad un mese dalla straordinaria giornata del 20 marzo la Tavola della pace invia al Parlamento un nuovo documento sul ruolo dell´Onu in Iraq.
Fate come Zapatero!
E date un chiaro sostegno all´Onu.
Ostaggi: la Tavola della pace ringrazia e incoraggia il religioso islamico iracheno Al Kubeissi che aveva partecipato alla Marcia Perugia-Assisi del 12 ottobre 2004.
Ad un mese dalla grande manifestazione contro la guerra in Iraq del 20 marzo la Tavola della pace rilancia l´appello per una svolta radicale della politica italiana in Iraq e invia al Parlamento un nuovo documento sul ruolo dell´Onu in Iraq.
"E´ già passato un mese dalla straordinaria giornata del 20 marzo che ha visto un milione di italiani chiedere un cambio radicale della politica italiana in Iraq. E´ passato un mese e nulla è cambiato nella politica del governo italiano", ha dichiarato Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace. "La guerra invece è diventata sempre più estesa e crudele. L´Italia, volente o dolente, è stata risucchiata nel vortice della guerra e il governo Berlusconi continua imperterrito ad eseguire gli ordini della Casa Bianca cercando di nascondere il proprio fallimento dietro il dolore e l1angoscia per le vittime e gli ostaggi italiani."
"L´Italia faccia come Zapatero", insiste Flavio Lotti. "Ringraziamo il Primo Ministro spagnolo per aver dato avvio al ritiro dall´Iraq del contingente spagnolo. Onorando questo impegno elettorale la Spagna eviterà nuove inutili vittime e costringerà le forze occupanti a rivedere la propria politica fallimentare.
Basta con la retorica e le menzogne. Questo è il tempo in cui bisogna dare corpo ad una svolta radicale a favore dell´Onu che deve poter disporre di un mandato chiaro e delle risorse necessarie per attuarlo."
La Tavola della pace, infine, ringrazia e incoraggia il religioso islamico iracheno Abdel Salam Kubaisi, che ,su invito di Pax Christi, aveva partecipato alla Marcia per la pace Perugia-Assisi del 12 ottobre scorso, per gli sforzi che sta facendo per ottenere la liberazione degli ostaggi italiani. (Da oggi pomeriggio sono disponibili le sue foto alla Marcia).
Segue il documento "Il ruolo dell1Onu in Iraq.
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Il ruolo dell´Onu in Iraq
Guerra, avventura senza ritorno: mai come in questo momento, il monito lanciato da Papa Wojtyla nel 1991 è carico di drammatica attualità . Il tragico disordine in Iraq che caratterizza il cosiddetto dopoguerra (!) trionfalmente decretato dal Presidente Bush segna il fallimento di un´operazione che, razionalmente, ragionevolmente e responsabilmente, non avrebbe mai dovuto essere intrapresa. Rifiuto dell´occupazione militare e dei piani americani di ricostruzione, crescente pratica terroristica, intrinseca debolezza e incapacità del cosiddetto governo provvisorio, diffuso atteggiamento di non collaborazione delle popolazioni, grave peggioramento delle condizioni di vita degli iracheni sono fattori tra loro interconnessi che alimentano la spirale della violenza e dell´ingovernabilità . La perdurante occupazione militare ripete e amplifica i caratteri della guerra preventiva che l´ha originata, cioé di flagrante violazione del vigente Diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. Dare centralità al ruolo delle Nazioni Unite e ripristinare la legalità internazionale rimane un imperativo ineludibile, anche se la sua pratica traduzione nell´attuale contesto iracheno si presenta sempre più ardua e complessa. Occorre assolutamente evitare che il ruolo dell´ONU sia percepito dalle popolazioni locali e dall´opinione pubblica mondiale in funzione di ratifica di un "fatto compiuto" e quindi di legittimazione a posteriori di una forza multinazionale che mantiene integralmente l´identità illegittima di forza occupante. Occorre pertanto evitare che il ruolo dell´ONU sia mischiato con le gravissime responsabilità di natura penale e politica delle potenze occupanti. Chi ha sferrato la guerra preventiva e quanti vi si sono, più o meno esplicitamente, coinvolti non possono pretendere che l´opinione pubblica accetti la tesi secondo cui l´ammissione del palese fallimento dell´operazione bellica e il ritiro delle forze occupanti comporterebbe l´automatico riconoscimento della vittoria in capo al terrorismo. Il tentativo di identificare il fallimento della guerra preventiva con la vittoria del terrorismo maschera in realtà il tentativo di oscurare le crescenti responsabilità legali, penali, politiche e morali di chi ha violato il Diritto internazionale. È un modo ripugnante di ricattare la buona fede dell´opinione pubblica mondiale la quale, anche con le massicce dimostrazioni del 20 marzo, è determinata nel ribadire la sua radicale opposizione al terrorismo così come alla guerra. Perché il ruolo dell´ONU sia efficace occorre che il suo esercizio nel territorio iracheno avvenga senza i condizionamenti delle potenze occupanti e sia quindi percepito come imparziale e genuinamente rappresentativo della volontà di pace e di giustizia della comunità internazionale. Per questo all´Onu deve essere affidato un mandato chiaro e le risorse necessarie per realizzarlo. In questa prospettiva va interpretata la Risoluzione 1511 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la quale assume come prioritario il diritto di autodeterminazione del popolo iracheno e all´esercizio di questo diritto subordina il ruolo di una "forza multinazionale sotto comando unificato". Va sottolineato che nella Risoluzione non è precisato di quale forza multinazionale e di quale comando unificato trattasi. Di certo, questi non possono essere le forze occupanti e il loro comando, perché illegittime al pari dell´operazione che le ha installate nel territorio. Le forze occupanti devono pertanto essere ritirate e una eventuale nuova Risoluzione dovrà essere più esplicita e coerente con i dettami della legalità internazionale. Compito delle Nazioni Unite è dunque far sì che il popolo iracheno si esprima liberamente sul proprio futuro mediante una consultazione popolare che legittimi l´entrata in funzione di una assemblea costituente genuinamente rappresentativa. In questa prospettiva ravvicinata il ruolo dell´ONU è di supervisionare l´effettuazione della consultazione popolare, compiendo un atto di fiducia nel popolo iracheno e di rispetto dei suoi più autentici e antichi valori di civiltà , non cancellati da decenni di regime dittatoriale. Occorre altresì che il programma di ricostruzione economica sia esso stesso sotto la diretta autorità delle Nazioni Unite e sia accompagnato da un progetto che dia occupazione alle forze lavoratrici dell´Iraq.
Tavola della pace, 19 aprile 2004
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