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Libertà per Leyla Zana, prigioniera di pace.
10.05.2003

APPELLO PER LA LIBERTA' DI LEYLA ZANA, PRIGIONIERA DI PACE.
Solo l'opinione pubblica europea e prese di posizione da parte di
istituzioni possono modificare l'andamento del processo e la
situazione in Turchia. Oggi 7 maggio la polizia per la sicurezza dello
stato turco (i militari, organo che sta al di sopra dello stesso
governo) ha perquisito la sede dell'associazione per i diritti umani
IHD di Ankara, ha portato via tutti i computer e tutti i dischetti,
disorganizzando così totalmente il loro lavoro oltre che prendere nota
dei nomi delle persone che si rivolgono a loro. E tutto questo mentre
è in corso un processo imposto dalla Corte Europea dei Diritti
dell'Uomo e a sei mesi di distanza dalle modifiche costituzionali che
dovrebbero rendere la Turchia più "democratica". Casualmente il
presidente dell'associazione IHD di Ankara è l'avvocato di Leyla Zana.
Grazie per l'aiuto che potete dare nel far conoscere la situazione

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DONNE IN NERO
L'appello è stato inviato dalle tre organizzazioni che lo
promuovono al'ambasciata turca italiana e sarà di nuovo
trasmesso con le firme di chi vorrà sottoscriverlo inviando una
mail a: libertaperleylazana@donneinnero.org specificando nome,
cognome e eventuale riferimento d'organizzazione.

Testo appello

[.] non é sufficiente poter dire che ci sono giudici giusti, si deve
poter dire che esiste in Turchia la democrazia e la giustizia. [.] Noi
vogliamo in primo luogo la fraternità dei kurdi e dei turchi [.]. Se
la Turchia diventa un paese democratico, sarà il centro di democrazia
in Medio Oriente [.]. La bellezza dell'arcobaleno è che arriva dopo la
pioggia ed è ricco di differenti colori. Noi possiamo danzare sotto
l'arcobaleno. I Diritti Umani sono la possibilità di danzare tutti
insieme con molti colori. (dal discorso di Leyla Zana pronunciato il
28 marzo 2003 ad Ankara alla riapertura del suo processo).

LA CORTE SUPREMA EUROPEA PER I DIRITTI UMANI (CEDU), IN
DATA 17 LUGLIO 2001 HA IMPOSTO ALLA TURCHIA DI RIPETERE
IL PROCESSO A Leyla Zana, UNICA DONNA CURDA ELETTA
DEPUTATA NEL 1991, INSIEME A Hatip Dicle, Orhan Dogan, E
Selim Sadak, DEPUTATI CURDI DEL DISCIOLTO PARTITO
DEMOCRATICO DEP; TUTTI E QUATTRO CONDANNATI NEL 1994
DAL TRIBUNALE DI SICUREZZA DELLO STATO DI ANKARA, A 15
ANNI DI PRIGIONE DOPO UN PROCESSO INIQUO.

TALE PROCESSO E' STATO COSTRUITO SU ACCUSE
RELATIVE A CONTATTI E FREQUENTAZIONI CON UNA
PARTE DI ELETTORATO COLLEGATO CON IL PARTITO
CURDO DEI LAVORATORI (PKK); RELAZIONI PERALTRO
INEVITABILMENTE CONNATURATE ALL'ATTIVITA' POLITICA
DI PARLAMENTARI ELETTI ANCHE IN RAPPRESENTANZA
DELLA MINORANZA KURDA IN TURCHIA.

IL 28 MARZO 2003 SI E' AVVIATO AD ANKARA, COSI' COME
IMPOSTO DALLA CORTE SUPREMA EUROPEA, IL SECONDO
PROCESSO AI QUATTRO PRIGIONIERI DI COSCIENZA.
PARLAMENTARI EUROPEI/E E ITALIANI/E E NUMEROSE
DELEGAZIONI INTERNAZIONALI HANNO ASSISTITO ALLA
PRIMA E ALLE SUCCESSIVE UDIENZE ( 25 APRILE,
PROSSIMA FISSATA 23 MAGGIO).

E' IMPORTANTE CHE L'OPINIONE PUBBLICA VIGILI
AFFINCHE' SI SVOLGA FINALMENTE UN PROCESSO EQUO
NELLA MASSIMA TRASPARENZA E NEL RISPETTO DEI
CRITERI DI IMPARZIALITA' RICHIESTI DALLA CONVENZIONE
EUROPEA PER LA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI UMANI ALLA
QUALE LA TURCHIA HA ADERITO E AL CUI RISPETTO E'
VINCOLATA.

PER QUESTE RAGIONI CREDIAMO NELL'ASSOLUZIONE E
LIBERAZIONE DI LEYLA ZANA, PRIGIONIERA DI PACE, E DEGLI
ALTRI TRE COIMPUTATI.

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