27.05.2004
Mauro Zani all'incontro organizzato dall'Associazione OGGIPERDOMANI "DOBBIAMO AIUTARE GLI U.S.A. A FARE UN PASSO INDIETRO" Il candidato alle Europee nella lista Uniti nell'Ulivo ha parlato di "Europa e guerra" insieme ad Adriana Vigneri
L'incontro di mercoledì sera al Cepu è stato introdotto da Luigi Calesso dell'Associazione Oggiperdomani - Sinistra Riformista di Treviso che ha introdotto la serata ricordando i motivi ed il percorso che hanno portato DS, Margherita, SDI e Repubblicani Europei a formare la lista Uniti nell'Ulivo "Una esperienza che nasce dal Manifesto Prodi per l'Europa e che dà risposta alla richiesta di unità chetante volte è salita dagli elettori del centrosinistra verso i gruppi dirigenti delle forze politiche" ha ricordato Calesso "e che mira a dare corpo ad una forza in grado di rappresentare l'alternativa riformista alla destra che governa il Paese, perché per sconfiggere Berlusconi non è sufficiente criticarlo, ma è necessario proporre al Paese un progetto alternativo di governo, su cui il centrosinistra dia prova di unità ed affidabilità ". "Il programma elaborato sotto la guida di Giuliano Amato dai rappresentanti della lista Uniti nell'Ulivo - ha concluso Calesso - risponde alla esigenza di dare una piattaforma programmatica veramente adeguata alle sfide dell'Europa e, per quanto riguarda la gestione dei conflitti internazionali, esprime una proposta molto chiara: l'adozione nella Costituzione Europea di prossima approvazione di un articolo che - sulla scorta dell'art. 11 della Costituzione italiana - rigetta la guerra come strumento di soluzione delle controversie internazionali". "Questa guerra è diventata un piano inclinato su cui si sono avverate le peggiori previsioni di chi si è battuto contro l'intervento militare in Iraq - ha spiegato Mauro Zani, candidato alle elezioni Europee nella lista prodiana - dall'uso sistematico della tortura, all'espansione in tutto il Paese del terrorismo integralista, i risultati della campagna statunitense - 'esportazione' della democrazia, guerra al terrorismo - vengono quotidianamente contraddetti." "Il nostro no alla guerra ne esce rafforzato, come quello di Francia e Germania, - ha continuato il parlamentare bolognese - ma alla sinistra italiana non basta avere chiesto il rientro del nostro contingente militare: dobbiamo e vogliamo lavorare per aiutare gli U.S.A.a fare un passo indietro, a superare la situazione di drammatico stallo in cui si trovano in Iraq. Attraverso i nostri rappresentanti nel Parlamento italiano, sia pure all'opposizione, nel Parlamento europeo e nelle organizzazioni internazionali del Partito Socialista stiamo lavorando perché dalla bozza di risoluzione presentata da U.S.A. e Gran Bretagna al Consiglio di Sicurezza si arrivi veramente alla svolta che permetta di andare oltre l'occupazione militare dell'Iraq con l'intervento dell'O.N.U. e l'autodeterminazione degli irakeni". Proseguendo nel dibattito l'ex-parlamentare diossina e sottosegretaria trevigiana Adriana Vigneri ha posto altre questioni: "Rispetto al progetto di difesa comune europea e di forza di intervento militare va attentamente valutata la questioni dell'effetto della creazione di un "esercito europeo" nei nostri rapporti con gli U.S.A.: non può trattarsi di un elemento di contrapposizione, ma dobbiamo trovare il modo perché sia fattore di autonomo protagonismo dell'Europa senza creare divisioni nel mondo occidentale di cui facciamo parte." "Non possiamo neppure dimenticare la drammatica questione israelo-palestinese - ha proseguito Adriana Vigneti - una crisi che da decenni attraversa il Medio Oriente e di cui l'Europa sembra avere affidato la soluzione agli U.S.A., senza peraltro che ciò abbia portato a risultati decisivi, eppure si tratta di una crisi che alimenta il terrorismo islamico e determina l'instabilità di una regione che è alle porte dell'Europa". "Credo che ancora non abbiamo dato adeguato valore - ha concluso Adriana Vigneri - al "popolo della pace", alle decine, centinaia di migliaia di italiani ed europei che hanno fatto sentire la loro voce contro la guerra in questi mesi con manifestazioni e proteste, dimostrando una capacità di protagonismo politico che pochi si aspettavano, si tratta di un fenomeno di cui la sinistra deve tenere conto per costruire programmi e proposte su un rapporto diretto con i propri elettori".
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