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Forza dell'unione di Barbara Massaro
27.05.2004

LA FORZA DELL’UNIONE
Barbara Massaro

Unità è la promessa che sigilla l’intesa della coalizione di centro-sinistra guidata da Romano Prodi. La II convention nazionale di “Uniti nell’Ulivo” ha richiamato attorno a segretari, candidati e onorevoli una folla di 3000 sostenitori che sabato 22 maggio si è data appuntamento alla Fiera di Milano per la presentazione ufficiale della lista unitaria.
C’erano tutti i grandi. Amato e D’Alema, Fassino e Rutelli, Bersani e Gruber oltre, naturalmente, a Romano Prodi e ad esponenti della cultura di sinistra da Lella Costa a Moni Ovadia a Michele Santoro.
“Noi siamo l’alternativa riformista al centro destra. Uniti non solo abbiamo la possibilità di cacciare via chi oggi governa, ma anche di costruire una democrazia di dialogo e di pace”. E’ questo il cuore del progetto elettorale, il tema che scandisce le otto ore no stop di conferenza.
“Dopo la scossa elettorale” garantisce Bersani, candidato per il nord est alle Europee “sarà possibile dar vita ad un governo riformatore reale, fatto di persone in carne ed ossa non di parole astratte”.
Subito tavolo di dialogo sociale per combattere il calo prezzi. Amato, da buon economista, punta il dito sulle tasse e accusa “abbassare le tasse ma aumentare i costi dei servizi è paradossale. E’ come se vi promettessero che vi pagano da bere mentre poi ve lo dovete pagare voi.”
Meno tasse sì, ma solo per i redditi medio bassi, per aumentare il potere d’acquisto dei salari. E’ di Letta, al nord ovest per l’Europa, l’allarme: “Le vendite di latte nell’ultima settimana di ogni mese subiscono regolarmente un calo. Questo significa che gli italiani non riescono ad arrivare a fine mese con i loro stipendi.” E poi incalza: “Il centro sinistra deve riuscire a dialogare anche con quella classe imprenditoriale che ha votato Berlusconi ma che oggi inizia a capire”. “Bisogna creare un terreno fertile per il futuro dei nostri figli.”
E in avanti guardano tutti. E’ necessario un investimento nella formazione di capitale umano in una scuola pubblica e gratuita. Si denuncia la fuga di teste dal bel paese. Chi oggi voglia intraprendere la carriera della ricerca universitaria qui non trova spazio e strutture adeguate. Ci stiamo impoverendo. Il segretario dei D.S. Fassino cita il presidente Ciampi: “L’Italia non è solo un bel paese ma anche un grande paese!”. Le potenzialità esistono ma bisogna saperle sfruttare “Siamo un grande paese con un piccolo governo”, riassume il leader diessino e oggi il centro sinistra può e deve operare un drastico cambiamento di rotta.
“La vicenda delle torture ha rappresentato il limite oltre il quale l’Italia democratica non può proseguire. Bisogna investire in un capitale umano responsabile ed eticamente corretto.”
Etica e cultura sono temi chiave che ritornano per voce dei diversi leader. E’ la Sbarbato quella che denuncia più chiaramente: “I giovani per trovare un primo impiego più o meno stabile sono quasi costretti a prostituirsi.”
“La cultura e l’educazione alla cultura dovrebbero essere il pane quotidiano di tutti noi. Ma il governo ha spaccato il paese perché ha favorito la crescita di una cultura di parte” si riferisce alla scuola privata Moni Ovadia che, sul palco accanto a Lella Costa, parla anche di Israele. Si unisce a Gard Lerner, moderatore discreto della manifestazione, nell’assicurare che essere israeliano non significa stare con Sharon e conclude con una storiella: “Un ebreo finisce su un’isola deserta. Lo tornano a prendere dopo 10 anni. Il capitano della nave vede come si è organizzato ed apprezza. Ad un certo punto su una collina vede due edifici e chiede all’ebreo cosa siano. -Quella di sinistra- risponde –è la Sinagoga dove vado a pregare, in quella di destra non ci vado neanche se mi danno 10.000 dollari”.
Il pubblico applaude ed approva e di ora in ora cresce l’emozione per l’arrivo di Romano Prodi.
Si parla tra la gente in platea e si mormora che forse questa volta ce la faremo, che i sondaggi ci sono a favore e tra i milanesi si arriva persino a sperare di vincere anche alle Provinciali, roccaforte storica del centro-destra. Penati, candidato alla presidenza della provincia di Milano assicura: “Da mesi giro nelle piazze e più la gente mi conosce più comincia a fidarsi. Il consenso cresce di giorno in giorno.” Osso duro Milano, con la presidente Colli che ancora cammina qualche passo avanti.
Ma la giornata è all’insegna della speranza e del coraggio: non solo si può vincere ma si deve stravincere. E’ una sfida e una promessa quella di Lilli Gruber. La candidata alle Europee per il centro Italia accende gli animi. Sale sul palco tra gli applausi con una copia del “New York Times” in mano. In prima pagina la foto di un prigioniero iraqueno. E’ coperto di feci e un soldato americano ne ride di gusto. Basta alla guerra. Tutta la sinistra non ha dubbi: è un dovere etico e umano quello di chiedere scusa. L’occidente democratico ha subito uno strappo profondo al fondamento stesso di quella democrazia che gli americani vorrebbero farci credere che stanno portando in Iraq.
L’America che è stato il più grande esempio di democrazia dalla seconda guerra mondiale in poi ma questa volta ha sbagliato completamente e solo l’Europa può provare a ricucire il tessuto lacerato.
E’ Romano Prodi a sintetizzare meglio il no alle guerra. Quasi un’ovazione al suo ingresso.
Sventolano alte le bandiere verdi col simbolo del progetto unitario e il professore snocciola ad uno ad uno le bugie della guerra: “Si era parlato di armi di distruzione di massa e non sono state trovate; era stata garantita la stabilità in Medio Oriente e non c’è; avevano promesso la diminuzione del prezzo del petrolio e non è mai stato così caro; doveva essere una missione di pace e stiamo assistendo a orrori e torture operate da quelle che sono diventate vere e proprie truppe di occupazione. Non è così che si fa”.
Il commissario UE contrappone l’esempio europeo. “Con l’allargamento dell’Unione a 25 paesi noi abbiamo esportato democrazia con dialogo e amicizia. Abbiamo dato alle singole nazioni gli strumenti giusti per costruire la propria democrazia.”
Cita i Balcani Prodi, con la Croazia, ex teatro di interminabili conflitti, in prima fila per entrare in Europa. “Noi sì che esportiamo la pace” il professore, sempre calmo e pacato, si scalda e la voce quasi rotta rivela commozione.
La lista unitaria ha senso perché è costituita da una somma di pluralità, proprio come l’Europa ed è lì che deve agire guardando ad un futuro di solidarietà comunitaria.
Con ordine tira le fila delle otto ore di convention. Torna su economia interna, tasse, informazione ed etica. Affronta ogni tema senza lasciare nulla al caso. Sono quasi le sette di sera quando si congeda.
Piove su Milano e all’incalzare delle note di “Canzone popolare” di Battiato ci si stringe tutti insieme, ancora una volta, uniti nell’Ulivo.

Barbara Massaro,
addetto stampa di Simona Giovannozzi Salvatori,
candidata DS per la provincia di Milano
tel.347-8002533
e-mail: stregatta14@yahoo.it.

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