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Se in politica manca quel tocco in piu'
31.05.2004

SE IN POLITICA MANCA QUEL TOCCO IN PIU’

All’alba del nuovo millennio non dovrebbe più neanche esistere il problema, la parità di diritti tra uomini e donne in uno Stato democratico dovrebbe essere scontata e garantita.
Ma così non è, e manifestazioni quali il convegno che si è svolto ieri, sabato 29 maggio, presso il Teatro Studio di Milano, lo testimoniano con evidenza.
“Abbiamo scelto proprio questo spazio teatrale per l’incontro” esordisce Emilia De Biasi, coordinatrice dell’evento, “perché è un luogo dove non c’è un palcoscenico rialzato. Siamo tutti allo stesso livello come dovrebbe avvenire anche in politica tra uomini e donne”.
Numerose sono le testimonianze di deputate, sindaci, candidate e ricercatrici che si spendono a far sì che quella democrazia, di cui le donne sono spesso promotrici nel mondo, diventi uno spazio reale di politica attiva anche per loro.
Cultura democratica di pace da esportare in quei paesi costretti in regimi dittatoriali ed eccessi fondamentalisti che spesso si trasformano scenari di guerra, in cui l’80% circa delle vittime sono civili e in maggioranza donne, bambini e anziani.
Nora è una dottoressa afgana che, grazie al progetto denominato “Le studentesse di Faisabad” di cui Chicca Olivetti è stata presidente italiana, ha goduto di una borsa di studio che le ha permesso di completare il suo percorso formativo.
Durante il regime talebano le era vietato lavorare. Oggi è un medico che “aiuta ad aiutare a vivere”. Nascono finalmente bambini che appartengono ad una generazione che è l’embrione di un futuro democratico.
E’ questo quello che si intende per cooperazione allo sviluppo umano. Azioni basate su criteri di pari dignità tra paesi forti e deboli per favorire un passaggio di cultura tra chi sa e chi ha bisogno di imparare.
Questo significa vivere in un mondo libero e in uno Stato laico.
Laicità che, però, mai come oggi sembra essere a rischio. Su questo secondo punto nevralgico del convegno, di esprime, tra le altre, Alessandra Custerman, ginecologa e presidente del centro di tutela dei diritti di donne vittime di violenze sessuali nella clinica Mangiagalli di Milano. Entra subito nel vivo e attacca la legge da poco approvata sulla procreazione assistita.
“Si confonde il momento dell’unione tra ovulo e spermatozoo con quello della nascita di una vita. Stiamo tornando indietro di trent’anni. La legge 194, che ha riconosciuto alle donne il diritto all’aborto, in questo modo viene svuotata di tutto il suo significato.” E poi incalza, “Stiamo perdendo la libertà di scegliere per noi stesse e per il futuro dei nostri figli.”
Per impedire un ulteriore restringimento dello spazio democratico è indispensabile una maggiore presenza di figure femminili all’interno del sistema paese. Più donne attive nelle imprese, nel lavoro e nel welfare. Chi, infatti, meglio di loro, sa cosa significhi stato sociale? Una politica maschio-centrica non può capire l’importanza di efficaci strutture assistenziali quali, ad esempio, asili o scuole che permetta alle donne di unire lavoro, carriera e famiglia. Lo Stato ha il dovere etico di creare sostegno per chi intende operare scelte simili.
Per valorizzare le donne nel lavoro bisogna riorganizzare i posti di lavoro creando politiche che diano a tutti lo spazio di valorizzare le rispettive differenze.
“Non siamo migliori” sottolinea il sindaco di un piccolo comune della provincia sarda di Nuoro, “ma siamo diverse. Il nostro punto di vista è complementare a quello maschile per fare una politica in cui davvero tutti possano riconoscersi.”
A sintetizzare le testimonianze della mattinata parla Barbara Pollastrini, coordinatrice nazionale delle donne diessine. “Le elezioni del 13 giugno potrebbero rappresentare un radicale cambiamento di ritmo nel sistema politico italiano ed europeo. Finalmente sono numerose le donne candidate sia per le Amministrative sia per il Parlamento dell’Unione, soprattutto grazie alla scelta del partito dei Democratici di Sinistra di garantire un rapporto più equilibrato tra le candidature di uomini e di donne”.
La Pollastrini ricorda Sonia Ghandi, l’italiana vincitrice delle elezioni nella più vasta democrazia del mondo, quella indiana, “dove tutte le grandi rivoluzioni riformiste sono avvenute quando c’erano leadership femminili.
I DS hanno fatto un investimento progettuale nelle potenzialità delle donne e oggi, in nome di tutte le presenti, chiedo al nostro segretario Piero Fassino di sottoscrivere pubblicamente l’impegno preso sotto il motto “Fai la differenza, scegli la parità”.
Così tra gli applausi prende la parola il leader Piero Fassino, “Se guardiamo alla politica con gli occhi delle donne ci rendiamo conto delle vere differenze tra la destra e la sinistra. L’idea della destra”, continua Fassino, “è quella di una società dove il più forte vince. L’ineguaglianza e la solitudine dell’uomo sembrano per loro dei dati a priori immodificabili.
Il compito politico della sinistra, invece, è quello che nessuno si senta più solo. Le donne oggi rischiano più degli altri di essere lasciate a se stesse perché il lavoro è più precario, non c’è assistenza sociale per le famiglie più povere e il maggior peso di responsabilità ricade proprio su di loro.
Il centro sinistra si è sempre impegnato a creare una politica che parli delle donne alle donne e a farlo non possono essere altri che le donne stesse.
Nel Parlamento italiano solo il 9,8% dei deputati sono oggi delle Signore ma è una percentuale che deve crescere sia qui sia in Europa. Se vinceremo le prossime elezioni garantiremo la parità di diritti politico istituzionali uomo/donna per favorire lo sviluppo di una società della conoscenza in cui abbiamo peso adeguato ricerca, innovazione, formazione dei più giovani e laicità dello Stato.”
Chiaro, quindi, il programma. La “carica delle donne” per portare in politica un linguaggio e un progetto diverso, ma complementare a quello maschile.

Barbara Massaro

Addetta stampa di
Simona Giovannozzi Salvatori
Candidata indipendente nelle liste DS
Elezioni Provinciali Milanesi
Collegio 5 Ticinese


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