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Intervista a Maura Cossutta
18.06.2004

Maura Cossutta: “C’è tanto bisogno di sinistra, in Italia e in Europa”
Alice intervista la deputata del PDCI: “L’unità del centrosinistra non significa diventare una cosa sola. Noi facciamo una politica vicina alla gente, diversa da quella spettacolo degli sms. A differenza di D’Alema siamo orgogliosi della storia del PCI”.


Onorevole, come è andata la campagna elettorale?

Pensiamo di aver lavorato tanto e bene con incontri, iniziative, porta a porta e comizi. Questo è il nostro modo di essere, di fare e di concepire la politica: una politica vicino alla gente e non quella mediatica, spettacolo fatta con gli sms. Una politica di ascolto che oggi è sempre più rara. Ho notato tra la gente tanta voglia di partecipazione e una grande domanda di coerenza e chiarezza. Noi abbiamo cercato di essere tali.


Su quali punti?

Innanzitutto sulla guerra. Abbiamo visto le immagini degli italiani liberati e abbiamo letto la risoluzione del Consiglio di Sicurezza, la n. 1546. Ebbene, si sta facendo una grande confusione e dando vita ad un'operazione di propaganda. Noi abbiamo espresso un sentimento di gioia vera perché finalmente sono tornati a casa gli ostaggi, ma subito ci siamo posti le domande che oggi si stanno facendo tutti: come è stata condotta questa trattativa? Emergency dice che è stato pagato un riscatto di 9 milioni di euro e che è stata interrrotta una mediazione delle organizzazioni umanitarie. Quando si saprà la verità? La lezione di Zapatero insegna che la trasparenza e la verità sono degli imperativi.


Allora perché tutta questa “propaganda”, come la definisce lei?

Perché si è utilizzato in modo strumentale e bieco questa liberazione per fare dimenticare le colpe di questo governo e degli americani.


Qualche giorno fa Amato ha espresso forti critiche sulla posizione del centro-sinistra.

Qualche sbandamento nel listone c'è stato. Finalmente eravamo tutti uniti a votare in modo coerente e chiaro per chiedere il ritiro delle truppe. Qualche esponente ha dichiarato che avevamo sbagliato e che eravamo stati troppo condizionati dal movimento della pace, secondo loro la svolta c'era stata. Purtroppo, però, la svolta non c'è stata. E' stato fatto un passo in avanti, ma la realtà in Iraq resta quella che è perché le truppe di occupazione restano. La svolta vera sarà quella che senza tentennamenti prevederà il ritiro delle truppe di occupazione per lasciare spazio ad una forza internazionale sotto l'egida dell'ONU e con una sovranità piena in Iraq.


Intanto si è insediato il governo provvisorio.

Il capo del governo provvisorio è dichiaratamente e spudoratamente uomo della CIA. Con quale autorevolezza potrà rappresentare la voglia di indipendenza e di sovranità legittima del popolo irakeno?


<B<Venendo all'Italia. Il centrosinistra non appare essere sempre molto unito.

Questa è la maggiore critica che ci viene mossa. L'unità è una necessità per il nostro paese perché senza unità non c'è speranza. Nessuno però ci può dare lezioni di unità. Noi abbiamo difeso l'unità del centro-sinistra con il governo Prodi contro la scelta scellerata di Bertinotti.


Nel centrosinistra emerge il grande “blocco” del Listone che intende assumere legittimamente la guida della coalizione, rappresentandone la netta maggiorana dei consensi.

Ai compagni dei DS e agli amici della Margherita dico che non ci vogliono né veti né arroganza perché tutti abbiamo pari dignità. Insieme perché diversi, e questa unità è tanto più forte e più vera tanto più vengono rispettate queste diversità. L'unità non significa diventare una cosa sola ma essere aperti come elemento strategico e fondativo di una coalizione senza concezioni proprietarie delle politiche.


Però è il Listone la vera alternativa a Forza Italia?

Non c'è un solo voto per battere Berlusconi perché tutti i voti della sinistra sono utili e necessari per battere Berlusconi.


In questi giorni il PDCI ha ricordato spesso la figura di Enrico Berlinguer per il ventesimo anno dalla sua morte.

Sì, riconosciamo a Berlinguer di essere stato un grande uomo, un grande statista e un grande dirigente di partito. Però Fassino scrive nel suo libro che, in realtà, Berlinguer è stato uno sconfitto perché sull'abolizione della scala mobile aveva ragione Craxi. E ancora il compagno D'Alema, con l'arroganza che lo contraddistingue, dice che l'intuizione dell'eurocomunismo di Berlinguer come un modello di sviluppo diverso era sbagliata perché rimane e rimaneva la parola comunismo. Berlinguer era un dirigente scomodo. Noi, invece, siamo orgogliosi di quella storia perché il PCI ha fatto la libertà e la democrazia di questo paese. E anche oggi c'è tanto bisogno di sinistra”.



Stefano Mutti

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