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Retribuzioni in aumento, ma i conti si fanno a fine anno.
29.06.2004

Istat / A maggio salari dei dipendenti al +3,3%
Retribuzioni in aumento, ma i conti si fanno a fine anno

Aumentano le retribuzioni del lavoro dipendente, secondo quanto rilevato dall'Istat. A maggio sono cresciute dello 0,5% rispetto al mese prima e del 3,3% rispetto a maggio 2003. Una crescita che l'Istat addebita ai molti rinnovi contrattuali e che supera il tasso d'inflazione (Nic) dello stesso periodo, che è stato del 2,3%. Era dal 1997 - informa sempre l'Istat - che le retribuzioni non superavano la soglia del 3%. E' comunque troppo presto per parlare di un'inversione di tendenza delle retribuzioni, dopo gli aumenti sempre inferiori all'inflazione degli ultimi mesi. ''Bisogna fare sempre i conti alla fine dell' anno, perche' sono indici che risentono molto dei contratti che si chiudono e quindi non si tratta di dati pienamente indicativi di una tendenza''. E' questo l'ammonimento che lancia il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani - intervenuto oggi a una manifestazione della Cgil ad Ancona sulla 'Settimana rossa' - commentando i dati dell'Istat.

L'incidenza delle chiusure contrattuali è testimoniato dal fatto che l'aumento registrato nel periodo gennaio-maggio 2004, rispetto allo stesso periodo del 2003, e' stato del 2,7%. Alla fine di maggio 2004 i contratti collettivi nazionali di lavoro riguardavano 6 milioni di lavoratori dipendenti. Nell'analisi compiuta dall'Istat a proposito dei contratti collettivi e delle retribuzioni contrattuali si rileva che l'incremento dell'indice generale registrato a maggio 2004 ''deriva esclusivamente dal recepimento di cinque rinnovi contrattuali nei settori calzature, lapidei, edilizia, agenzie recapiti espressi e personale nei livelli del servizio sanitario nazionale. Solo quest'ultimo settore, e' stato spiegato, ha pesato per il 56%.

L'indice delle retribuzioni orarie contrattuali per l'intera economia, proiettato per l'anno in corso, in base alle sole applicazioni previste dai contratti in vigore alla fine di maggio 2004, registrerebbe un incremento del 2,4%. Di questo aumento complessivo, spiega l'Istituto di statistica, piu' della meta' (1,3%) sarebbe determinato dai miglioramenti previsti per il 2004 mentre la parte restante (1,1%) deriva dalla dinamica registrata nel 2003.

A fine maggio 2004, la quota di contratti nazionali vigenti, relativa all'intera economia, e' pari al 46,4% di quelli osservati e corrisponde a 40 accordi che regolano, come gia' segnalato, il trattamento economico di circa 6 milioni di dipendenti. Questa quota, spiega ancora l'Istat, ''sottende situazioni molto differenziate a livello settoriale: gradi di copertura molto elevati si registrano, oltre che nell'edilizia, nell'agricoltura e nell'industria in senso stretto. Di contro, la quota percentuale dei contratti in vigore negli altri settori e' marcatamente inferiore. In particolare, e' pari al 49,7% nei trasporti comunicazioni e attivita' connesse, al 22,8% nel commercio, pubblici esercizi e alberghi, al 28,7% nei servizi privati e al 12,9% nel credito e assicurazioni. Infine, nelle attivita' della Pubblica Amministrazione - ricorda l'Istat - i dipendenti sono in attesa di rinnovo''. A fine maggio, erano in attesa di rinnovo 36 accordi collettivi nazionali che rappresentano, in termini di monte retributivo contrattuale, il 53,6% di quelli osservati e sono relativi a 6,3 milioni di lavoratori dipendenti. Tra i contratti dell'industria rinnovati a maggio, osserva l'Istat, di notevole importanza e' quello dell'edilizia a cui corrisponde il 4,7% del monte retributivo totale e circa il 5% dei dipendenti (piu' di 600 mila).

(25 giugno 2004)

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