Intervista al parlamentare europeo Enrico Letta: "Lilli Gruber ha dimostrato di saper lavorare con rigore, professionalità , dedizione e gli elettori l’hanno premiata. Significativo che tutti gli eletti di «Uniti nell’Ulivo» abbiano optato per Bruxelles".
On. Letta, innanzitutto complimenti per il suo risultato elettorale e per la sua elezione a parlamentare europeo. La Lista Unitaria però a livello nazionale non ha sfondato. Secondo lei perché?
La lista "Uniti nell'Ulivo" è andata comunque molto bene. Un terzo degli italiani - dieci milioni di persone - ha deciso di dare il proprio voto a un progetto nuovo, ambizioso e lungimirante. Mi sembra un ottimo dato di partenza. Ci siamo confrontati con un sistema elettorale proporzionale che premia i singoli partiti, non le coalizioni. Lo sapevamo sin dall'inizio, ma abbiamo tuttavia voluto dimostrare che l'unità è la strada giusta. Siamo oggi la prima forza del Paese, ricordiamocelo.
Crede che la posizione, da più parti giudicata un po' troppo massimalista, tenuta dalla Lista Unitaria nella vicenda irachena abbia penalizzato il centrosinistra, consentendo sostanzialmente a Berlusconi di pareggiare alle europee?
Berlusconi ha perso quattro milioni di voti. Forza Italia arretra in tutte le circoscrizioni, anche nelle sue roccaforti storiche. Il premier ha voluto trasformare le consultazioni europee in una sorta di referendum sulla sua leadership, esponendosi ovunque e in prima persona. E questo referendum lo ha perso, senza appelli. Altro che pareggio.
Quanto all'Iraq, credo che la risoluzione in Parlamento non sia stata una dimostrazione di massimalismo. Dovevamo votare sulla base delle parole di Berlusconi e abbiamo scelto, insieme, di non fidarci. Del resto, gli eventi delle ultime settimane dimostrano che il coinvolgimento delle Nazioni Unite non è poi così imminente. In politica estera ciò che accomuna davvero il centro-sinistra è la scelta consapevole del multilateralismo. Resto convinto che anche la maggioranza degli elettori si muova in questa direzione.
Gli equilibri in termini di consenso elettorale all'interno del centrosinistra appaino sempre più spostati a sinistra. Perché il centro del centrosinistra stenta?
I partiti della coalizione più spostati a sinistra correvano da soli e hanno beneficiato più di noi dei vantaggi del proporzionale. E' comunque ancora troppo presto per parlare di equilibri saltati. Per ora dobbiamo concentraci sui ballottaggi. Puntiamo a vincere, poi potremo valutare lo stato di salute dell'Ulivo a bocce ferme. Il centro della coalizione deve, già a partire dal prossimo week-end, porsi l'obiettivo di recuperare i milioni di voti in libera uscita dalla maggioranza. E' nel nostro DNA: ottenere il consenso dei moderati e contribuire al rafforzamento di tutto il centro-sinistra.
La Gruber, persona certamente seria e preparata, ha sbancato, surclassando nelle preferenze i "politici di professione". Crede si tratti di una ulteriore testimonianza della spettacolarizzazione della politica e dell'incidenza della TV sugli esiti elettorali?
Lilli Gruber ha dimostrato in questi anni di saper lavorare con rigore, professionalità , dedizione. Gli elettori l'hanno premiata per questo, non per la sua esposizione mediatica. Dopotutto, anche altri illustri personaggi del mondo dello spettacolo hanno provato la scalata elettorale, ma senza successo. Mi sembra piuttosto che queste elezioni abbiano segnato la rinascita della partecipazione politica e dell'impegno sul territorio. Berlusconi è stato il più presente sui mezzo di comunicazione, ha invaso della sua immagine l'Italia attraverso la TV, la stampa, i mega-cartelloni 6x3, e, nonostante questo, è uscito sonoramente sconfitto dalle urne. E' il segno di un'inversione di tendenza, su cui tutti dovremmo riflettere.
Tra qualche settimana prenderà ufficialmente avvio la sua esperienza istituzionale all'Europarlamento. Come immagina quest'avventura?
Ho scelto di candidarmi perché credo da sempre nell'Europa e nelle istituzioni comunitarie. Considero il processo di integrazione il compimento di un grande progetto ideale, prima che politico. Un progetto che va rafforzato giorno dopo giorno, per evitare che le tentazioni intergovernative abbiano la meglio sugli sforzi e i sacrifici di questi anni. Mi sembra indicativo il fatto che tutti gli eletti di "Uniti nell'Ulivo" abbiano optato per Strasburgo e Bruxelles. E' la prova di quel senso di responsabilità e di rispetto degli impegni assunti con gli elettori che ci distingue, ancora una volta, dal centro-destra.
Stefano Delendati
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