29.06.2004
Intendiamoci una volta per tutte di Luigi Fasce.
Vorrei conoscere il vostro pensiero su alcune questioni a mio giudizio rilevanti per il futuro, partendo da una constatazione: anche questa volta siamo andati al voto con un perdurante tormentone (giustificato) su tre cose essenziali: "concezione" dell'Ulivo; leadership; programma. 1. intendiamoci una volta per tutte che per "Ulivo" deve intendersi l'Alleanza vasta, oggi diciamo da Mastella a Diliberto, con l'intenzione convinta di doversi estendere anche a Bertinotti, almeno nell'accordo programmatico. Se continuiamo, invece, a lasciare che si insinui il dubbio che per Ulivo si debba intendere solo una parte di tale Alleanza, sbagliamo diabolicamente. Siamo tutti d'accordo? 2. che la leadership sia del Vertice dell'Alleanza mi pare debba essere indiscutibile (Vertice di tutti i Segretari delle forze politiche + una consistente rappresentanza degli esterni che ci si riconoscono). Un momento a mio avviso significativo, e troppo presto dimenticato, di tale "identificazione di leadership" si ebbe nell'ottobre 1998 quando tutti i Segretari, coll'accordo di Romano Prodi, responsabilizzarono l'allora Segretario del maggior Partito della coalizione: allora ci fu un riconoscimento alla forza politica ed alla persona. Oggi mi sembra che si dovrebbe ritornare a quello spirito, con analoghi intenti. E allora penso non dovrebbe essere difficile riconoscere che Romano Prodi sintetizza in sé quei due elementi: l'essere stato il promotore/trascinatore della forza politica (oggi collettiva) più rilevante, cioè la Lista Uniti nell'Ulivo; il godere di un prestigio personale indiscusso, cresciuto in questi anni a livello mondiale. 3. è indubbio che stavolta il "programma", come avvenne anche nel 2001, non è diventato ciò che invece per l'Alleanza vasta dell'Ulivo è essenziale: ossia una proposta iniziale e poi una vastissima elaborazione collettiva, di base, con la consultazione delle competenze e la partecipazione ad ogni livello, che può avvenire solo utilizzando un strumento ben preciso: le Tesi programmatiche. Il Programma messo in rete web il 26 aprile scorso, come è già stato autorevolmente fatto notare, non era ciò, pur essendo un Documento prezioso, ma io temo non usabile altro che come indirizzo per la proposta iniziale. L'elaborazione programmatica deve essere un'esperienza politica collettiva, non una mi viene da dire esercitazione letteraria. E questo "costruire assieme il programma" è indispensabile per coinvolgere e motivare davvero un vastissimo numero di ulivisti impegnati a conquistare il consenso di milioni di cittadini elettori. Tutto ciò non è minimamente ---- Carissime formichine, Sono d'accordo con Angelo Cifatte (anche se ci parliamo tutti i giorni non è dato per scontato !)su tutti i tre punti messi in evidenza. Aggiungo soltanto qualcosa sul primo punto. Il peccato originale dell'Ulivo già nella prima smagliante versione del Bus con dentro tutti è che non si era per nulla quagliato sull'identità politica dell'Ulivo di allora e purtroppo non si è ancora quagliata l'identità politica dell'Ulivo+Rifondazione in oggi. Per certi versi, in teoria, dovrebbe essere più facile perchè il Prc di Bertinotti a Venezia ha superato il Marxismo, unico elemento che dottrinalmente divide socialisti riformatori ovvero liberalsocialisti dalle posizioni della sinistra radicale (PCI) e della sinistra alternativa (Prc). Tuttavia la prassi politica radicale e alternativa ha refusi masimalistici non da poco. Si deve procedere da una lato ad avere un'ampia convergenza in termini di unità d'azione come centrosinistra (compresa RC) e lavorare per stabilire l'identità politica riformista che non può essere che all'interno della visione liberalsocialista. Travare le convergenze possibili in termini di unità d'intenti e di unità d'azione e chiarire gli elementi che ideologicamente separano l'area liberalsocialista dei compagni radicali e alternativi. Patti chiari e amicizia lunga. Anche perchè gli elettori di sinistra prima o poi devona sapere di che pasta sono. Tutto questo lavorio è essenziale anche per aiutare gli amici cattolici democratici a decidere da quale parte stare, con la sinistra progressista (libertà e solidarietà ) oppure al contrario con la destra conservatrice (tradizione cattolica e solidarietà ). Per i nostalgici della DC centrale e equidistante tra liberalsocialismo e liberismo nulla da fare il popolo dell'occidente è pervenuto alla modernità di pensiero liberale da almeno un secolo. Tanto basta. W il nuovo Ulivo allargato al centro sinistra, w l'identità politica liberalsocialista. Luigi Fasce, formichina genovese del circolo Indro Montanelli - cultura politica e diritti del cittadino (www.circoloindromontanelli.it)
-- Luigi Fasce luigi@fasce.it
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