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Appello Cap Anamur !!!
10.07.2004

Appello Cap Anamur : NO alla pratica generalizzata dei respingimenti alla frontiera !!!!!
Vi inoltro questo appello da sottoscrivere, induvidualmente o come
associazioni, nel più breve tempo possibile.
Ho già mandato alcune firme come Social forum del Ponente Savonese.
Sottoscrivete l'appello e fate girare l'e-mail.
Un abbraccio
roberto melone

No-news-letter speciale di Carta
Venerdì, 9 luglio 2004

Scusate l¹insistenza, ma ci pare che la vicenda dei 37 profughi a bordo della Cap Anamur, bloccata al limite delle acque territoriali, abbia un
valore - pratico e simbolico - enorme. Bisogna ottenere che quelle persone vengano accolte. I governi (italiano, tedesco, maltese) ne hanno fatto
quasi
una questione di principio.
Società civile, sindacati, missionari, parlamentari, giuristi stanno
facendo
tutto quel che possono per sostenere concretamente la Cap Anamur e i
suoi
passeggeri. Sembra che anche la grande stampa si sia accorta della cosa.
Carta, oltre a cercare di fornire sul sito una informazione tempestiva,
promuove l¹appello lanciato dal Consorzio italiano di solidarietà (Ics).
Le
adesioni, motivate, sono già centinaia. Devono diventare migliaia.
Chiediamo
a tutti coloro che ricevono questa mailing list di far circolare questo
messaggio (come hanno fatto, ad esempio, i Girotondi per la democrazia
di
Roma).
Grazie.

***** Appello Cap Anamur *****
La pratica generalizzata dei respingimenti alla frontiera - adesso anche
ai
limiti delle acque internazionali - vanifica il diritto di asilo
previsto
dalla Convenzione di Ginevra, dalla Carta di Nizza e dalla Costituzione
italiana.
La vicenda ancora in corso della nave tedesca Cap Anamur - carica di
profughi sudanesi salvati in mare, bloccata al largo delle coste
siciliane
ed alla quale viene negato persino il diritto di attraccare in un porto
italiano - dimostra ancora una volta come le autorità italiane
considerino
i
profughi, potenziali richiedenti asilo, come immigrati clandestini da
criminalizzare o, peggio, come possibili terroristi.

Quanto avviene in questi giorni nel Canale di Sicilia, luogo di stragi
continue e di esercitazioni militari, è conseguenza diretta dei nuovi
accordi di cooperazione e di riammissione, oggetto di direttive
all¹interno
della Unione Europea allargata (anche a Malta e a Cipro) e regolati da
intese di vario tipo con i Paesi di transito o di provenienza: del
Nord-Africa (come l¹Egitto, la Libia, la Tunisia, l¹Algeria, il
Marocco),
dell¹Europa orientale (come l¹Albania, la Moldavia e l¹Ucraina),
dell¹estremo oriente (come lo Sri-Lanka, il Pakistan o l¹Arabia
Saudita).
Tutti questi Paesi non garantiscono il riconoscimento effettivo del
diritto
di asilo previsto dalle Convenzioni internazionali e dalle Costituzioni
nazionali.

In base a questi accordi - che sono adesso invocati dal Governo italiano
per
negare l¹ingresso della Cap Anamur nelle acque territoriali e per negare
il
diritto di asilo ai profughi che vi sono imbarcati - si limita
drasticamente
l¹accesso alla procedura d¹asilo. Si diffondono procedure sommarie e
luoghi
di detenzione amministrativa anche per i richiedenti asilo.

Si creano centri di trattenimento forzato per migranti irregolari già
nei
paesi di transito.
E si inventano anche nuovi centri di detenzione temporanea
galleggianti²
in
acque internazionali per richiedenti asilo ai quali non si riconosce
neppure
l¹accesso alla procedura.
Luoghi al di fuori del diritto internazionale e del diritto umanitario,
come
è in questo momento la nave tedesca Cap Anamur a seguito delle decisioni
di
chiusura assunte dal Governo italiano.

Lo stesso Governo che non è stato ancora capace di fare approvare una
normativa organica sull¹asilo e la protezione umanitaria, rimandando
ancora
l¹attuazione all¹art.10 della Costituzione italiana.

Lo stesso governo che non ha ancora emanato i regolamenti di attuazione
della legge Bossi-Fini, affidando esclusivamente alla discrezionalità
dell¹autorità di polizia la gestione del contrasto dell¹immigrazione
clandestina e la delicata questione dell¹ammissione in procedura dei
potenziali richiedenti asilo, costretti all¹immigrazione clandestina.

Chiediamo per tutte queste ragioni:

Che sia consentito immediatamente l¹attracco della nave Cap Anamur in un
porto italiano. E questo per ragioni umanitarie e di diritto
internazionale.

Che, come previsto dal regolamento comunitario Dublino II, n.343 del
2003,
l¹Italia conceda il diritto di asilo ai profughi che sono stati salvati
da
questa nave.

Che si verifichino in tutti i Paesi di transito (anche nei Paesi di
nuova
ammissione nella Unione Europea, come Malta) le condizioni di
accoglienza
e
di effettivo accesso alla procedura di tutti i potenziali richiedenti
asilo,
in fuga da guerre e conflitti etnici

Che il Parlamento italiano approvi al più presto la nuova legge sul
diritto
di asilo e sul regime di protezione umanitaria, abolendo la detenzione
amministrativa dei potenziali richiedenti asilo
Che il Governo italiano sblocchi i lavori della Commissione centrale i
cui
ritardi costituiscono un¹ulteriore negazione sostanziale del diritto di
asiloin Italia.

Che - al fine di un più rapido riconoscimento del diritto di asilo o per
il
rilascio della ³raccomandazione² per il rilascio di un permesso di
soggiorno
per motivi umanitari - la Commissione centrale conduca le audizioni dei
richiedenti asilo in sede decentrata, come previsto dall¹ordinanza del
Presidente del Consiglio dei ministri del 6 settembre 2002


Per aderire all¹appello inviate un¹e-mail a migrazioni@icsitalia.org
oppure
a carta@carta.org, indicando il nome (dell¹associazione e/o della
persona
singola), il luogo di residenza/domicilio e la motivazione
dell'adesione.
Grazie

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