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A piccoli passi di Stefano Facchi
13.05.2003

Se, nel passato, qualcuno mi avesse predetto che un giorno mi sarei trovato a scrivere un testo dal titolo "I piccoli passi" avrei pensato di trovarmi di fronte a chi non mi conosceva per nulla: io, così sanguigno ed immediato, così radicale nella manifestazione delle dee.

Figuriamoci!

E invece, eccomi qui: sarà la maturazione (eufemismo che nasconde l'invecchiamento) e quel pizzico di saggezza in più, ma credo fermamente in quanto sto per scrivere.

Naturalmente l'oggetto di questo mio scritto è l'Ulivo e, nella fattispecie, l'Ulivo metropolitano dopo la manifestazione di sabato 10 maggio.

Ho ricevuto, in questi giorni, una quantità imprevista di mail: la maggior parte, quasi tutte a dire il vero, esprimono soddisfazione per come sono andate le cose ed invitano a continuare nel lavoro fino a qui svolto.

Alcune, invece, sollevano dubbi e perplessità.

Proprio da queste, per il profondo rispetto che provo nei confronti di chi produce critiche costruttive, vorrei partire nel mio ragionamento.

Ho detto molte volte, in riunioni e mail, di ritenere quello di sabato scorso solo come un primo, importante momento per la nascita dell'Ulivo nella nostra provincia.

Cosa significa questo?

Che, sicuramente, non è con una manifestazione tenuta in un sabato di inizio estate che si può pensare di aver risolto i problemi che hanno ostacolato, sino ad oggi, la nascita dell'Ulivo.

La litigiosità tra i partiti, le gelosie reciproche, la difesa dei propri spazi (spesso micro-spazi), la ricerca di visibilità, di una intervista o di un passaggio televisivo; tutto questo, insieme a problemi politici veri (pensiamo alla vicenda della guerra o dell'art. 18) ha prodotto l'effetto di un freno a mano tirato.

Non dobbiamo dimenticare che, a fronte di questo quadro nazionale, fino a dicembre del 2002 Milano e la sua provincia erano il fanalino di coda dell'Ulivo, non avendo mai superato la formuletta ulivo=somma delle segreterie dei partiti.

Esisteva un coordinamento che si ritrovava soltanto per la definizione di pratiche elettorali o di nodi amministrativo-territoriali.

A dicembre, su spinta del Coordinamento Regionale, si è deciso di iniziare, faticosamente, a lavorare insieme sul progetto dell'Ulivo metropolitano, introducendo quello che, secondo me, è un importante elemento di novità politica: il ruolo dei Cittadini per l'Ulivo, ai quali è stato riconosciuto uno spazio politico di pari dignità con le altre forze presenti al tavolo provinciale.

Da questa scommessa, e con un lavoro, da parte nostra, a volte di tessitura ed altre di proposta, siamo riusciti a mettere in piedi questa manifestazione che, fino all'ultimo momento, è stata in forse anche a seguito del fallimento della assemblea nazionale dell'Ulivo convocata per il 13 aprile a Roma.

Devo dire che, dentro al coordinamento provinciale si è sempre respirata un'aria costruttiva e di grande collaborazioine dal punto di vista dei rapporti: erano, semmai, le varie segreterie nazionali a remare contro ed a creare problemi.

Quindi, il 10 maggio, nessuna rivoluzione, nessun momento storico.

Soltanto è successo che i partiti, tutti insieme, le associazioni e molti dei movimenti presenti sulla scena politica (per quanto brava e simpatica, Daria Colombo non è l'unica, seppure importante, referente di questo mondo così variegato), hanno deciso di iniziare il percorso costituente dell'Ulivo metropolitano promuovendo una assemblea elettiva da tenersi entro l'estate.

Hanno deciso anche di promuovere la costituzione, sempre entro l'estate, dei coordinamenti permanenti in tutti i collegi della camera e nelle zone di Milano.

Hanno deciso anche di aprire una riflessione sul metodo più democratico per la nomina del candidato presidente della provincia.

Hanno deciso, infine, di costituire gruppi di lavoro sul programma, che vedano la presenza di tutte le competenze e le esperienze presenti sul territorio (dagli eletti alle associazioni, ai volontari, alle varie personalità).

E' poco?

Sicuramente.

Però io credo che, da sabato, per tutti noi sarà più facile fare l'Ulivo richiamando ognuno agli impegni presi.

Sta a noi, adesso, saper incalzare, fare in modo che il percorso prosegua rispettando tutte le tappe.

Ma, soprattutto, è arrivato il momento nel quale gli ulivisti veri sappiano mettere in campo idee e proposte, per passare dalla fase in cui si chideva Ulivo alla fase in cui si fa l'Ulivo.

Dobbiamo cominciare a dire come vogliamo che siano strutturati i coordinamenti, quale ruolo per le associazioni, quale per gli eletti.

Dobbiamo saper riempire le caselle vuote, avendo ben presente, sempre, che nell'Ulivo sono molto forti le componenti che intendono questo come un mero "cartello elettorale", buono da rispolverare in campagna elettorale per poi essere rimesso in cantina.

Queste posizioni sono ben radicate e si sconfiggono con proposte politiche e con l'incalzare quotidiano.

In sintesi, con passi piccoli ma decisi e nella direzione giusta.

Credo che dovremo pensare subito ad una iniziativa nostra sul tema delle PRIMARIE: immagino una assmblea/seminario da tenersi in giugno nella quale chiamiamo la città, con le sue forze politiche ma anche associative, sindacali ed imprenditoriali, a confrontarsi su questo tema.

Potremmo pensare ad un sabato, diviso in due parti: la prima, pubblica, che discuta di quanto sopra.

La seconda, interna, per ragionare do organizzazione al nostro interno e per darci degli organismi dirigenti usando forme molto leggere, da verificare e sperimentare, che, comunque, garantiscano un percorso democratico anche al nostro interno.

Mi scuso se vi ho rubato un po' di tempo, ma credo che questo contributo fosse quasi un atto dovuto, da parte mia.

Spero che serva per aprire un dbattito sereno, sereno come il clima della bellissima riunione che abbiamo tenuto giovedì 8 maggio in via Monreale.

Grazie.

Stefano Facchi

Ulivo Lombardia lombardia@ulivo.it

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