20.07.2004
Manifestazione a Roma contro il decreto tagliabilanci: i sindaci consegnano simbolicamente a Palazzo Chigi le chiavi dei Comuni
Il decreto “tagliabilanci” è destinato a mettere definitivamente in ginocchio le amministrazioni pubbliche locali e, con un gesto simbolico, il presidente dell’Anci, Leonardo Domenici, ha consegnato a nome dei comuni italiani un mazzo di chiavi a Palazzo Chigi, prima dell'inizio dell'audizione in commissione Bilancio. Si è trattato del momento clou di una manifestazione che ha portato ieri a Roma oltre un centinaio di sindaci dell’Anci. "Noi chiediamo - ha proseguito Domenici - di eliminare il comma che prevede il taglio delle spese verso i comuni. Questa sarebbe una soluzione punitiva e di scarsa efficacia, potremmo trovare soluzioni migliori". Il presidente dell'Anci non ha nascosto la propria preoccupazione: "temo che la crisi dei rapporti tra i livelli istituzionali possa portare a scelte sbagliate, anche in vista del Dpef: le anticipazioni che ci sono arrivate sono molto preoccupanti". Alla manifestazione ha presenziato anche un folto gruppo di amministratori locali Lombardia, capeggiato dall’on. Giuseppe Torchio, presidente di Anci Lombardia e dell’Amministrazione provinciale di Cremona. I sindaci hanno manifestato davanti a Montecitorio e hanno dato vita a un’affollatissima assemblea pubblica all’hotel Nazionale prima di proseguire nell’intensa giornata con la consegna simbolica delle chiavi a Palazzo Chigi, con l’audizione alla Commissione Bilancio della Camera per esaminare i contenuti del decreto e, nel pomeriggio, l’incontro tra il presidente Domenici e il presidente della Camera Pierferdinando Casini. “La ragioni della protesta di tutto il fronte delle autonomie – ha affermato l’on. Torchio – è legato al taglio del 10% dei cosiddetti consumi intermedi riferito ai bilanci di Comuni e Province, una misura che applicata alle province può portare la scure a raggiungere anche il 30%. Infatti il 10% di taglio si applica a un bilancio che è notevolmente aumentato, per effetto del trasferimento di interi settori – dalla viabilità statale, al turismo, agli uffici del lavoro – alle competenze provinciali”. Nel suo intervento all’hotel Nazionale il presidente Torchio ha rilevato che “i tagli sono diventati una triste realtà già dalla scorsa Finanziaria soprattutto per i piccoli Comuni e le loro Unioni, ma oggi il fenomeno colpisce indiscriminatamente Province e Comuni, con tagli di 480 milioni di euro sulle prime, con applicazione a geometria variabile per cui si ipotizza che a Bergamo si raggiungeranno i 40 miliardi di penalizzazione. Sommando quindi le due stangate, quella della Finanziaria e quella odierna del decreto tagliabilanci, gli enti locali saranno costretti a tagliare pesantemente le loro prestazioni, in particolare sulle mense, sugli asili nido, sul welfare, recando gravi danni alla popolazione soprattutto, per i più anziani”. Nel corso della mattinata la Commissione Bilancio – con la presenza dei parlamentari Ventura (Ds), Russo Spina (Prc), Morgando (Margherita) e Samo (Fi) – ha ricevuto una folta delegazione di sindaci presieduta da Domenici, da Rosa Russo Jervolino, Walter Veltroni, dal responsabile della finanza locale dell’Upi Nino Nunes, dal presidente Giuseppe Torchio, dal presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani e dal coordinatore della Finanza Robilotta (Lazio). La valutazione dei sindaci e degli amministratori locali è stata di totale contrarietà ai contenuti del decreto e si confida ora che il Governo – ma il vicepremier Fini ha già smentito che ciò possa accadere – non arrivi anche a porre la fiducia su questo argomento. Ulteriori iniziative verranno ora decise sia dall’Anci che dall’Upi. Le province italiane hanno già convocato per giovedì a Roma una loro assemblea.
nella foto Giuseppe Torchio Presidente Anci Lombardia.
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