3.08.2004
Democrazia Europea torna in prima linea...di Sergio D'Antoni RITENENDO DI FAR COSA GRADITA AI NOSTRI LETTORI INVIAMO UNA NOTA DI SERGIO D'ANTONI RIPRESA DAL SITO DI DEMOCRAZIA EUROPEA. LO FACCIAMO PERCHE' APPREZZIAMO IL FATTO CHE SERGIO D'ANTONI, A DIFFERENZA DI ALTRI POLITICI, RIESCE AD ARGOMENTARE LE PROPRIE SCELTE E LAVORA ANCHE PER COSTRUIRE DELLE PROSPETTIVE. BUONA LETTURA Giovanni Frazzica -------------- "Care Amiche, Cari Amici,
La decisione di Umberto Bossi di lasciare sia il Parlamento, sia il Ministero delle Riforme è l'ulteriore testimonianza della crisi profonda ed irreversibile che attraversa la maggioranza di Governo. Di fronte ai gravi problemi economici e sociali che sta vivendo il Paese, l'Esecutivo è alle prese, da oramai più di un mese, con una desolante discussione sugli assetti di potere. I temi veri che stanno a cuore alle gente sono rimasti totalmente fuori da questa presunta verifica di governo. L'Italia non cresce da tre anni, non distribuisce ricchezza, non partecipa alla competizione internazionale. Tutti gli indicatori economici parlano in negativo: sono aumentate l'inflazione, la pressione fiscale, la cassa integrazione, il lavoro nero e sommerso, le ore di sciopero. Il Governo Berlusconi, di fatto, non ha voluto praticare la politica di "concertazione", evitando costantemente un dialogo reale e costruttivo sulla politica dei redditi, le pensioni, lo sviluppo, il Mezzogiorno. L'evasione fiscale e contributiva non vengono toccate; i salari e le pensioni fanno registrare da tre anni una perdita secca del potere d'acquisto; gli enti locali sono praticamente senza risorse; il sistema industriale e produttivo italiano è stato del tutto abbandonato al proprio destino. A pagare il conto più salato di questo immobilismo è, ancora una volta, il Mezzogiorno. Il Pil resta inchiodato allo 0,3, l'export perde quote di mercato, per non parlare delle promesse berlusconiane sulle infrastrutture. Su 41 grandi opere approvate dal Cipe, non ne sono andate in gara che 14 sono, di cui solo due nel Sud: due lotti della Salerno-Reggio Calabria. In pratica due ampliamenti di una infrastruttura già esistente. Frattanto, almeno centomila giovani lasciano ogni anno il Sud, visto che ci sono circa 500 mila famiglie, secondo l'Istat, in cui nessuno ha un posto di lavoro.
Questa disastrosa situazione ha motivato la scelta che abbiamo fatto il 27 aprile scorso. La nostra permanenza nella Casa delle Libertà era diventata incompatibile con i valori per cui ci battiamo. Democrazia Europea è su posizioni ormai diametralmente opposte alla linea assunta dal Governo Berlusconi e dai partiti della sua maggioranza. Abbiamo chiesto, in questi mesi, un cambiamento sostanziale e visibile della politica antisociale ed antimerdionale di questo Governo, attraverso il ritorno alla concertazione. La stessa richiesta è arrivata dalla Confindustria di Montezemolo, dalla Banca d'Italia, dal sindacato. Ma il Governo non ha alcuna intenzione di cambiare linea. Anzi, siamo passati da Tremonti al neo-tremontismo senza Tremonti del neo-ministro dell'economia, Siniscalco. La prova evidente di questa "continuità " si avrà nei prossimi giorni, quando sarà annunciata una manovra economica di 30 milioni di euro: una manovra composta essenzialmente da tagli alla spesa pubblica, insomma, un'altra mazzata per le famiglie italiane, per lo sviluppo, per il Mezzogiorno! Come è concepibile, in queste condizioni, pensare ancora di ridurre in maniera indistinta le tasse? Questo significa solo peggiorare la situazione delle famiglie, ridurre le prestazioni sociali, colpire i più deboli, gli anziani, le donne, i giovani. La finanza pubblica è fuori controllo perché l'economia italiana non è stata messa nelle condizioni di crescere in questi anni. E' un cane che si morde la coda. Che cosa hanno fatto i partiti di Governo per evitare tutto questo? Che cosa ha ottenuto l'UDC dalla tanto strombazzata verifica? Il "follinismo" fa rima baciata con l'impotenza della politica: anzi, è la teorizzazione della "non politica", visto che non si capiscono mai gli obiettivi che si vogliono raggiungere e, quindi, non si possono comprendere nemmeno i risultati. E' la rappresentazione plastica del partito del "vorrei ma non posso". Tutto questo in un clima in cui la Casa delle Libertà non ha una proposta per il paese, e si trascina stancamente nella quotidianità . Ecco perché è arrivato il momento, per il centro-sinistra, di prendere una iniziativa forte. Questo è il percorso naturale per essere pronti ad affrontare positivamente la prova di eventuali elezioni anticipate con un autentico progetto "riformista" fondato sulla concertazione e sulle esigenze dei cittadini, capace di rispondere alla crisi generale determinata da questo Governo.
Ed allora, se questo è il quadro che abbiamo di fronte, si pone per Democrazia Europea la necessità di tornare in prima linea tra la gente a fare politica, per interpretare i reali bisogni degli italiani. Il risultato della lista voluta da Romano Prodi, "Uniti per l'Ulivo", che anche noi abbiamo appoggiato, alle elezioni europee ed amministrative, è stato sicuramente incoraggiante e positivo. Quando si mettono insieme, per la prima volta, forze politiche che non provengono dalla stessa matrice culturale, è evidente che ci siano dei problemi di "convivenza". Ma l'unità è oggi una strada obbligata, se si vuole davvero raggiungere l'obiettivo di sconfiggere Berlusconi. Non possiamo, né dobbiamo crogiolarci sul successo delle elezioni amministrative. Non dobbiamo commettere l'errore del 1993: il berlusconismo è sicuramente al tramonto, ma ci sono ancora molti voti in libertà che il centro-sinistra deve saper raccogliere con una proposta riformista all'altezza della sfida. Il centro moderato e non conservatore è oggi il nostro elettorato di riferimento. Per queste ragioni il contributo di Democrazia Europea è determinante: dobbiamo stare in campo nei territori con le nostre proposte e con i nostri programmi, verificando nei prossimi mesi la nostra effettiva potenzialità e la nostra capacità di attrazione. Democrazia Europea vuole diventare uno dei soggetti fondativi della Federazione dell'Ulivo. Possiamo diventare il "valore aggiunto" del centro-sinistra, per recuperare l'elettorato della Casa delle Libertà deluso dalla politica antisociale ed antimeridionale del Governo. " Sergio D'Antoni
fonte:www.mondonuovonews.com
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