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La Tv digitale della Rai non sarà gratis
3.08.2004

La Tv digitale della Rai non sarà gratis

Altro che maggiore offerta televisiva: la Rai realizzerà canali per il digitale terrestre a pagamento visibili solo con smart card.

Quando il Parlamento ha approvato la Legge Gasparri e ha deciso di sostenere lo sviluppo della Tv digitale terrestre attraverso un contributo per l'acquisto del decoder, è stata posta un'enfasi straordinaria sul digitale terrestre come l'unica via d'uscita possibile per aumentare l'offerta televisiva in quantità e qualità e per risolvere i problemi del pluralismo televisivo soffocato dal duopolio Mediaset-Rai, che divora la maggior parte degli investimenti pubblicitari nel nostro Paese.
Con il digitale non si sarebbe più dovuto togliere le reti a Rai o a Mediaset per darne a qualcun altro: avremmo avuto fino a 100 canali, specializzati, monografici, diversi e in competizione tra loro.

Peccato che le cose stiano assumendo una piega diversa: la Rai si appresta a lanciare diversi canali solo "digitali", anche con contenuti interessanti come le partite del campionato di calcio di serie A, film, musica e via dicendo.

Ma per ricevere questi canali non basterà possedere il decoder: sarà necessario acquistare una smart card e quindi pagare un abbonamento annuale o un pacchetto di trasmissioni (tot partite, tot film), come avviene già per la Tv satellitare di Sky o per la Tv via Adsl o a banda larga di Fastweb e Telecom Italia, dall'autunno anche Libero-Wind.

Dunque quella che doveva essere una rivoluzione si appresta a essere quasi un imbroglio: se vorrai vedere qualcosa di diverso e di aggiuntivo rispetto alla programmazione Rai delle 3 reti dovrai pagare oltre a quello che già paghi con il canone.

In pratica la Rai con i soldi del canone, cioè i soldi di tutti, e con i soldi della pubblicità (anche questi di tutti perché la paghiamo sui prodotti che acquistiamo) anziché migliorare la programmazione della Tv per tutti, crea dei canali a pagamento, spendendo moltissimi soldi per acquistare i diritti del calcio e per realizzare l'infrastruttura tecnologica ancora da completare.

I soldi di tutti vengono spesi per il piacere dei pochi (750 mila) che hanno comprato il decoder e che, comunque, dovranno pagare ancora; ma lo vorranno fare?

Già Sky soffre, ed è monopolista; inoltre è pensabile che le famiglie, italiane oppresse dal caro-vita, minacciate da stangate fiscali, siano pronte e disponibili a sborsare altri soldi?

Per Flavio Cattaneo, direttore generale della Rai, non è il caso di trasmettere i concerti di musica classica eseguiti dall'Orchestra Rai di Torino, perché non avrebbero ascolti interessanti dal punto di vista pubblicitario, anche se glielo hanno chiesto centinaia di parlamentari di tutti i partiti.

Questa è la Rai: anzichè perseguire la qualità insegue l'audience, per poi buttare i soldi della pubblicità in avventure come il digitale terrestre.


Pier Luigi Tolardo

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