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Ultimatum di Cgil, Cisl e Uil. La commissione parlamentare sospe
15.05.2003

ECONOMIA E POLITICA
Ultimatum di Cgil, Cisl e Uil. La commissione parlamentare sospende il dibattito sulla delega. I disincentivi dividono il governo
Pensioni, verso lo sciopero generale
Sindacati: risposte entro l'8 giugno.
È scontro tra Maroni e Fini
RICCARDO DE GENNARO
da Repubblica - 15 maggio 2003
ROMA - Ultimatum dei sindacati al governo: se, entro l´8 giugno, non ci saranno risposte sulla delega previdenziale e un chiarimento sui «disincentivi» alle pensioni di anzianità sarà sciopero generale nella seconda metà del mese. Ma anche un chiaro altolà del ministro del Welfare, Roberto Maroni, verso chi propone i disincentivi: «Per i disincentivi bisogna cambiare la delega decisa un anno fa e attualmente all´esame del Senato». Come dire: no a una riforma in due fasi.
La partita sulle pensioni si accende e, considerata la posta in gioco e i soggetti in campo, sembra configurarsi una situazione che ricorda da vicino il ´94: quell´anno il governo Berlusconi mise a punto una riforma che conteneva un freno alle pensioni di anzianità, i sindacati proclamarono uno sciopero generale, seguito da una manifestazione nazionale a Roma con un milione e mezzo di persone, la Lega Nord uscì dal governo. È vero che oggi il governo Berlusconi è molto più forte elettoralmente e il dibattito sulle pensioni è più articolato anche all´interno della sua maggioranza, ma è altrettanto vero sarebbe impresa assai ardua portare avanti due iniziative come la decontribuzione sui giovani neoassunti e i disincentivi alle pensioni di anzianità.
A spingere i sindacati all´ultimatum è stata probabilmente - oltre ai ritardi del «tavolo» promesso da Maroni - la presa di posizione del vicepremier, Gianfranco Fini, che ieri ha detto: «La politica incentivi-disincentivi è l´unica possibile». D´accordo sui disincentivi è anche il sottosegretario all´Economia, Vito Tanzi, secondo il quale «bisognerebbe introdurre cambiamenti per ridurre nel tempo la spesa per le pensioni». E favorevoli a questo intervento si sono dichiarati, previa concertazione con i sindacati, anche i centristi dell´Udc. Cgil, Cisl e Uil parlano dunque di un «quadro allarmante che non condividiamo e che si pone al di fuori della delega».
Riuniti ieri, i tre segretari confederali Piccinini, Baretta e Musi hanno deciso anche di non attendere l´8 per cominciare a scaldare i muscoli attraverso una serie di iniziative di mobilitazione (attivi regionali dei lavoratori entro la prima settimana di giugno). Lasceranno tuttavia al governo un ampio lasso di tempo per arrivare a una posizione chiara e condivisa da tutte le sue componenti. Questa è la proposta che i tre segretari sottoporranno ai tre segretari generali Epifani, Pezzotta e Angeletti, che ieri hanno anch´essi ribadito: «No ai disincentivi, il governo la smetta con i balletti e dica agli italiani che cosa intende fare».
I sindacati sollecitano un incontro urgente con il presidente della commissione Lavoro del Senato, Tomaso Zanoletti, per verificare l´andamento dei lavori della delega in commissione. da parte sua, ieri, Zanoletti ha annunciato che per alcuni giorni la commissione non riprenderà l´esame del provvedimento e che, alla ripresa, si comincerà dalla discussione generale. L´avvertimento dei sindacati però è chiaro: «Il governo deve darci risposte che ci convincano che si sta parlando della delega e che non c´è sul tavolo alcun altro tema che riguardi la previdenza. Né per il presente, né per il futuro. Questo significa che non se ne deve parlare più né in Dpef né in Finanziaria».

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