19.09.2004
PROMEMORIA PER UN RINNOVAMENTO DEL Centro Sinistra di Gustavo Pasquali.
IL PERCORSO RECENTE Dopo la vittoria di Berlusconi nel 94, il CS ha un sussulto, il PDS cambia simbolo, la DC disgregata da Tangentopoli cerca una collocazione a cavallo della novità rappresentata dall’irrompere del bipolarismo. Con l’Ulivo nasce una nuova aggregazione proposta da Prodi, Veltroni e altri. Si vince e nasce il Governo Prodi che dura pochi anni e nel quale si dispiega la linea Prodiana dell’adeguamento dell’economia al confronto Europeo e Mondiale attraverso fusioni delle grandi Industrie e all’azionariato diffuso, attraverso la trasformazione e la partecipazione dei privati ad una gestione di “mercato” delle industrie Monopolistiche di Stato. Al salotto buono della Borghesia Italiana la cosa non piace e nell’impossibilità di accedere all’esosa visione del potere di B. sceglie la caduta di Prodi e la sua sostituzione con il Governo d’Alema. A questo collabora il fallimento della bicamerale per altro guidata da d’Alema stesso, le vecchie concentrazioni di Potere legate alla prima Repubblica che cercano trasversalmente garanti nell’ottica di attuare una politica economica dei due tempi: prima controllo dell’economia poi eventualmente le aperture, perdendo del tempo prezioso. MEMENTO 1. All’Assemblea dei giovani Industriali a Santa Margherita Ligure, tre mesi prima della caduta, si fa già il totoministri. 2. Bertinotti si guadagna l’accreditamento verso il nuovo quadro politico togliendo il sostegno al Governo (vecchie amicizie a sinistra giocate con il sistema dei due forni che gli Italiani non capiscono più). 3. Cossiga fa da garante in quanto dei peccati della prima Repubblica ne sa una pagina più del Libro. 4. D’Alema entra nel salotto buono ed è un garante abile che cerca egemonia e coinvolgimenti (Di Pietro Senatore al Mugello) ma crea paure e ritorsioni nel vecchio gruppo di Centro. ESCE D’ALEMA 1. Un trasversalismo senza pietà fa sì che tre mesi prima delle elezioni, in modo incomprensibile, si attua una riforma elettorale che metterà nelle mani di Berlusconi il 60% di maggioranza Parlamentare anche se la vittoria di B. oramai era cosa risaputa.
SI VA ALL’OPPOSIZIONE
Il primo scoglio è il G8 a Genova. La mancanza di coordinamento, lo stacco sempre maggiore dai sentimenti che sollecita l’arroganza del CD, portano alla ridicola invenzione della reciproca astensione sul documento da presentare, in un’ottica bipartisan incomprensibile e migliaia di giovani che in assenza di indicazioni precise della Coalizione, vanno al macello. Moretti molla dei ceffoni ma è subito rimosso come un fastidio. Nel vuoto lasciato nascono i movimenti e sussidiano il “ buco” nel rapporto con il Paese reale: i girotondi sulla giustizia e sull’uso della TV si moltiplicano (si piange sul latte versato). Cofferati porta in piazza tre milioni di persone che non sono solo lavoratori ma gente che percepisce con sentimento e partecipazione la svolta brutale e arrogante che il CD porta nell’economia (premi alle partite IVA e agli evasori che sono il vero, potentissimo, motore dell’elettorato di CD) marginalizzando il ruolo dello Stato e distruggendo il Welfare senza adeguarlo alle mutate condizioni dell’economia. Il salotto buono resta deluso ma B. non ne ha colpa, é la mancanza di coraggio, é il rifiuto di misurarsi con l’economia globalizzata che ne determinano la caduta in molti settori, non hanno raccolto la sfida nei tempi in cui era possibile rimediare. A livello di Politica estera (al netto della vicenda Iraq) è mancato il sostegno politico ad un disegno Europeo che desse supporto alle nostre potenzialità economiche superando le visioni Nazionalistiche. Siamo malmessi!…e il CS che fa?. Si gongola nell’idea che il CD perderà (ma siamo sicuri?) e incomincia un assalto alla diligenza dei Poteri, con scarsa credibilità nella ricerca degli obiettivi ma soprattutto delle competenze che servono per raggiungerli. Le Segretarie dei Partiti in questa fase sembrano più un ufficio collocamento che un centro di elaborazione di strategie per portare l’avversario sui terreni a lui sfavorevoli danno il senso, nella migliore delle ipotesi, della diversità non dell’alternativa. Non hanno un disegno che guardi alla vasta area dell’astensione che è la vera chiave per la vittoria ma si gingillano sul sostegno di vecchi riferimenti (Talvolta clientelari) che tra l’altro legano le mani verso possibili trasformazioni. Si guarda molto dentro invece che fuori. E i movimenti? Non c’è dubbio che erano formati da personaggi spesso navigati della politica ma che avevano il privilegio di essersi mossi da soli senza imprimatur partitici e dando spazio a una domanda politica trasversale molto forte che guidata dagli attuali detentori dell’ufficio collocamento non avrebbe dato riscontri. Cofferati, i girotondini, beffeggiati senza difese dai Partiti di CD alle ultime elezioni Europee, hanno trovato riscontri in cooptazioni nel CS senza nessun coinvolgimento della base stessa dei Partiti e dei Movimenti: che nessuno tocchi i Poteri delle Segreterie per carità . D’altronde se andiamo avanti così sarà l’ultimo potere che le rimarrà . In parole povere, il trasversalismo che è l’unica vera risorsa verso una costruzione bipolare resta escluso e rimosso. E Prodi? Prodi ha sbagliato quando si è disfatto dell’unico suo Partito, i Democratici, ora è solo perché coloro che non volevano l’ulivo in fondo ne sono i gestori. Prodi ha portato il 70% di elettorato alla Margherita e si è beccato il 30% della direzione. I Partiti hanno la cattiva abitudine di contare gli adepti e le corti più dei voti. E adesso? Adesso bisogna fare un Ufficio di premierato, e nella gestione del processo di nascita della federazione, che tutti vogliono ma non fanno mai, deve mettere persone di sua fiducia, non importa da dove provengono. Deve fare un regolamento che renda importante e non casuale la presenza di Movimenti nell’elaborazione delle linee della Coalizione nella determinazione della squadra di Governo. Non so quanto le primarie serviranno a questo, perché qualche marpione troverà di sicuro il metodo di svolgerle in modo tale da salvaguardare il potere dei Partiti e perché nel Paese manca lo slancio necessario, penso piuttosto ad una proposta politica tutta sua come programma, mappa per il CS, i Partiti che non concordano saranno costretti a dire dei sì e dei no. I super partes hanno fatto vincere il centro sinistra in diverse Regioni ma sono mal visti. Non si può far affogare nelle contumelie e nelle defatiganti ed inutili trattative tra segreterie un disegno forte e vincente: hanno affermato che è lui il Candidato, esca forte, e sfidi su un percorso da fare, le opinioni delle Segreterie se sono capaci di farlo e di attuarlo. Verona 15/09/2004 Gustavo Pasquali
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