19.09.2004
Le news dei Ds Lombardi
1 - Federalismo: la Regione Lombardia non è proprio così virtuosa 16 set 2004 - Nota del gruppo Ds in Consiglio regionale
Mentre in Parlamento ci si avvia a discutere di una riforma dello Stato che rischia di aumentare i conflitti tra i poteri e svuotare le Regioni delle funzioni attribuite con la precedente modifica del titolo quinto della Costituzione, nel Paese si è avviato un dibattito che riguarda i costi del federalismo. Il problema è se con il federalismo lo Stato costerà di meno, come Si sostiene in modo spess0 acritico, o se invece costerà di più. Il dibattito, avviato dal Presidente di Confindustria prima dell'estate, indubbiamente tocca un nervo scoperto della riforma, ma soprattutto denuncia il clamoroso ritardo del centrodestra nell'attuazione del federalismo voluto dal centrosinistra, confermato dal referendum popolare, e nel mancato avvio del federalismo fiscale. In un convegno su questo tema il Presidente lombardo Formigoni ha affermato che la sua Giunta ha applicato un federalismo che "rende più competitivo il territorio" e più efficiente e meno costosa la macchina burocratica. Quello di Formigoni sembra essere un auspicio, purtroppo contraddetto dall'evidenza. La Lombardia, infatti, con il governo di centrodestra ha visto un significativo aumento delle tasse. Questo grazie all'addizionale regionale da lui imposta nel 2002, che dà alla Regione un introito di 320 milioni di euro complessivi, e all'imposizione dei ticket farmaceutici, sul pronto soccorso e dei superticket su esami e prestazioni: nel 2003 i cittadini hanno pagato 190 milioni di euro. Il federalismo lombardo, come tutti i modelli che non prevedano una contemporanea diminuzione di competenze da parte dello Stato, comporta una maggiore spesa. La Lombardia non fa eccezione. Il Presidente Formigoni deve piuttosto oggi spiegare ai lombardi perché accetta la controriforma del centrodestra che riduce i presidenti delle regioni e i consigli regionali a controfigure di un fantomatico "senato federale" e nega le necessarie risorse per le "nuove amministrazioni regionali capaci di rendere più efficiente il territorio. Per quanto riguarda la competitività , infatti, la Lombardia è passata nel 2004 dal 36° al 46° posto nel mondo tra le regioni più evolute e lo sviluppo del PIL lombardo è stato negli ultimi anni inferiore a quello italiano. Insomma, la realtà vede i lombardi, proprio perché il nostro territorio ha perso competitività , diminuire il loro potere d'acquisto e, in molti casi, vedere a rischio il loro posto di lavoro. L'esatto contrario di quello che ha affermato il Presidente.
2 - Riforma del commercio: discuteremo con spirito costruttivo, ma bisogna fare come a Torino 14 set 2004 - "La strada da percorrere è quella della città di Torino, che con un accordo tra istituzioni pubbliche e sistema della distribuzione porta a una diminuzione dei prezzi del 2%, non a un generico auspicio che i prezzi rimangano inalterati". Lo afferma Luciano Pizzetti, consigliere regionale Ds, a commento del nuovo progetto di legge regionale sul commercio predisposto dalla Giunta e licenziato lunedì. L'iter ora prevede la discussione in Consiglio regionale. "La proposta della Giunta contiene aspetti anche condivisibili - aggiunge Pizzetti -, che discuteremo in aula con atteggiamento costruttivo, ma non possiamo non rilevare due dati negativi: la Borsa della Spesa, il progetto di contenimento dei prezzi della Giunta varato nell'autunno scorso, non ha dato alcun risultato visibile. Il caso di Torino mostra che un'amministrazione pubblica può, e in questo caso dobbiamo proprio dire 'deve', fare di più. Il secondo dato è che, ancora una volta, Formigoni e la sua Giunta sono i primi a dare il cattivo esempio con l'aumento medio (per alcune categorie è stato molto di più) del 2,2% dei biglietti e degli abbonamenti delle ferrovie regionali, attuati dal 1° settembre. Se avesse voluto contenere il carovita, venire incontro ai consumatori, il Presidente avrebbe avuto un'ottima occasione. Che non ha colto."
3 - Fecondazione assistita, ancora pochi giorni per firmare i referendum. Una battaglia di civiltà per i diritti di tutti i cittadini 14 set 2004 - "Mancano pochi giorni per mobilitarsi in massa contro la legge intollerabilmente ingiusta sulla fecondazione assistita". Fiorenza Bassoli, vice presidente del consiglio regionale e consigliera regionale dei Ds, lancia l’ultimo invito a chi non ha ancora firmato i cinque quesiti referendari promossi da un larghissimo arco di forze politiche e sociali. "I banchetti per sottoscrivere i cinque referendum - prosegue Bassoli - si moltiplicheranno in ogni città , soprattutto in occasione dei tre giorni finali, il week-end tra venerdì 17 e domenica 19 settembre. Chi non l’ha ancora fatto ha l’ultima occasione per dare il suo contributo, piccolo ma importantissimo, a una grande battaglia di civiltà ". A sostegno della lotta per cancellare il 'mostro' partorito dal centro-destra al governo si sono levate voci autorevoli. Medici, scienziati e ricercatori hanno mostrato di condividere l’iniziativa referendaria sottolineando, anche con riferimento alle loro esperienze professionali, i guasti che un impianto legislativo tanto retrivo può provocare. "Sono moltissimi - prosegue la vicepresidente regionale - gli esempi che chiariscono quanto sia ingiusta e brutta questa legge. Basta pensare all’enorme aumento nel numero di coppie che per avere un figlio con le tecniche della fecondazione assistita sono costretti a recarsi nei paesi esteri. Oppure, per citare un recente caso di cronaca, voglio ricordare Luca, il bambino affetto da talassemia al quale sono state trapiantate le cellule staminali dei fratelli sani appena nati, dopo una pratica di fecondazione assistita, con una diagnosi preimpianto degli embrioni. Ebbene, per ricorrere a questo intervento, i genitori del piccolo hanno dovuto andare fino in Turchia, visto che questa procedura in Italia è attualmente vietata dalla legge compilata dal governo di centro-destra". La battaglia per cancellare attraverso i referendum la normativa sulla procreazione medicalmente assistita coinvolge le più ampie fasce della popolazione. Il centrodestra, blindando il provvedimento nei giorni della discussione in parlamento, ha dimostrato ancora una volta di operare contro gli interessi di gran parte del paese. "Quella portata avanti dal nostro partito - chiude l’esponente dei Ds - e da tutti i promotori dei referendum, dagli altri soggetti politici fino ai semplici cittadini è una battaglia per i diritti di tutti. Le donne, la cui salute è messa a rischio da questa brutta legge; le coppie che desiderano un figlio e che non possono averlo con i metodi naturali e i malati affetti da patologie degenerative che aspettano una risposta di speranza dalla ricerca scientifica. Per questo invito chi ancora non l’ha fatto a firmare, magari cogliendo l’occasione dell’ultimo ‘referendum day’ in programma in Lombardia e in tutto il paese il 17, il 18 e il 19 settembre".
4 - Ferrovie regionali: biglietti sempre più cari 10 set 2004 - Dal 1° settembre, in seguito a una delibera della Giunta regionale, sono aumentati del 2,2% i biglietti e gli abbonamenti dei servizi ferroviari regionali. "L'aumento è determinato - sottolinea Luciano Pizzetti - da un adeguamento previsto dal Dpef del Governo Berlusconi. Mentre in Francia il governo conservatore ha raggiunto un'intesa con i commercianti per diminuire del 3% il costo dei prodotti per i consumatori, il Governo italiano dimostra anche in questo caso di non preoccuparsi minimamente di controllare le dinamiche dei prezzi". "Questo aumento - aggiunge il consigliere - non è esorbitante, ma sempre eccessivo se non corrisponde a un miglioramento del servizio offerto ai cittadini. Anzi, i dati recentemente pubblicati dimostrano che i servizi continuano a essere deludenti". "Colpisce - conclude il consigliere - che la Giunta Formigoni, dopo aver eliminato dal primo d'agosto le tessere di libera circolazione, danneggiando così i cittadini più deboli, ora avalli aumenti delle tariffe. È forse questa la linea di sostegno al trasporto pubblico annunciata con enfasi da Formigoni?".
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