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Toscana: legge sulla tossicodipendenza
1.10.2004

"Una legge regionale sulle tossicodipendenze per la prevenzione e la solidarietà"

Presentata la proposta del centrosinistra toscano di organizzazione complessiva dei servizi per le dipendenze. "Contro la pericolosa demagogia di Fini", dice Fossati.
"La recente sentenza della Cassazione ci dà ragione e ci incoraggia a continuare sulla strada della promozione della cultura della salute, della prevenzione, della riduzione del danno, del rifiuto di ogni criminalizzazione del consumo di droghe. La Toscana avrà presto una legge "quadro" che organizzerà tutti gli interventi e la rete di integrazione tra servizio pubblico e privato sociale. La Toscana, insomma, nella sua autonomia anche in questo campo si organizza da sé". Lo ha detto Filippo Fossati, consigliere regionale e responsabile sanità dei Ds toscani, presentando la proposta di legge regionale (clicca qui per vedere il testo) sulle tossicodipendenze promossa insieme ai colleghi del centrosinistra Federico Gelli (Margherita), Pieraldo Ciucchi (Sdi), Fabio Roggiolani (Verdi) e Nino Frosini (Pdci). Alla presentazione sono intervenuti anche Don Armando Zappolini, vicepresidente nazionale del CNCA, Giuliano Giorgetti, della Cgil Toscana e Franco Corleone, già sottosegretario alla giustizia. "Dopo il decreto Fini - ha spiegato Fossati - ci siamo mossi unitariamente per mettere in campo un'iniziativa toscana che dicesse chiaramente che c'è un altro modello di politiche per combattere la diffusione del consumo di sostanze, un modello agli antipodi della ricetta Fini che vuole sbattere in carcere anche i fumatori di spinelli. Per fortuna - ha aggiunto Fossati - la Cassazione ha smontato il pilastro principale di quella visione retrograda e proibizionista voluta dalla demagogia inutile e dannosa del vicepremier. In Toscana - ha concluso - vogliamo percorsi differenziati per ogni cittadino e vogliamo decidere insieme al privato sociale". "La nostra proposta di legge - ha detto Federico Gelli, che è anche presidente della Commissione sanità del Consiglio - vuole offrire uno strumento di riferimento organizzativo, ma anche dettare i principi fondamentali che ispirano la filosofia d'intervento della Regione. Siamo convinti - ha continuato Gelli - che i profondi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni sulla qualità e la quantità del fenomeno richiedono una risposta differenziata e articolata, tutto il contrario della semplificazione consumo-reato-galera. La nostra proposta - ha sostenuto Gelli - è anche una legge manifesto contro l'azione del governo". "E' una legge che punta al dialogo, alla emersione del problema per lavorare alla riduzione del danno di tutte quelle droghe che si vanno affermando grazie ad un atteggiamento indifferenziato ed indiscriminato cosicchè concentrandosi per fare gli agguati ai coltivatori di qualche pianta di cannabis in giardino ci si distrae dalla vera lotta alle pastiglie da discoteca ormai imperanti", ha aggiunto il capogruppo dei Verdi Fabio Roggiolani, che ha segnalato anche le novità importanti contenute nell'art.3 della proposta e cioè la definizione delle diverse patologie e modalità di consumo. Per Pieraldo Ciucchi "la Toscana si muove su un profilo europeo, cioè con la priorità di indicare ricette per la salute ed il benessere dei cittadini". La proposta di legge, quindi, riconferma un approccio "europeo" al problema, ricordando "l'evoluzione delle strategie pubbliche di contrasto alle droghe nella gran parte dei paesi della UE, sempre più orientate a ridurre l'ambito di intervento penale e ad ampliare l'area di intervento socio-sanitario; a distinguere fra i modelli di consumo (uso, uso problematico e dipendenze); a considerare la riduzione del danno come un "pilastro" delle strategie sociosanitarie ogni possibile criminalizzazione promuovendo la cultura della salute e del benessere con azioni informative e educative". La proposta dei consiglieri di Toscana Democratica individua quindi nella "forte integrazione esistente tra i servizi pubblici e terzo settore il modello di intervento più appropriato" e prevede "politiche socio-sanitarie complessive, tese a una riduzione generalizzata dell'uso delle sostanze, legali e illegali, e/o alla riduzione dei rischi correlati all'uso". La proposta prevede poi una più precisa e aggiornata definizione delle diverse patologie e comportamenti correlati all'uso delle sostanze, individua nelle comunità locali "il luogo privilegiato per gli interventi di inclusione sociale e di riduzione del danno". Infine si valorizzano "le specifiche capacità di intervento delle organizzazioni del privato sociale, del volontariato organizzato e dei gruppi di auto-mutuo aiuto", il cosiddetto "terzo settore", che avrà anche propri rappresentanti nei due comitati previsti dalla proposta di legge: il "Comitato delle dipendenze patologiche" (da istituire in ogni Asl) e il "Comitato di coordinamento regionale per le dipendenze patologiche". Giuliano Giorgetti, della Cgil Toscana, ha commentato positivamente l'iniziativa dei consiglieri regionali di Toscana Democratica: "La riconferma delle politiche di riduzione del danno è un fatto importante, un'idea-forza che ha ancora tanto da dire in Italia come in Euroopa". Padre Armando Zappolini, inoltre, ha sottolineato che la Regione Toscana "è una delle regioni più sensibili e attente al movimento che si è prodotto in Italia per contrastare la legge Fini; un provvedimento - ha commentato Zappolini - che si muove nell'ambito di una cultura che vuole marginalizzare e ghettizzare il disagio". Franco Corleone, infine, ha ricordato che proprio ieri in Senato il centrosinistra ha avanzato una proposta di legge per contrastare il decreto Fini e si è detto molto preoccupato per la situazione delle carceri, già oggi affollate da moltissimi detenuti per motivi legati alla droga, che "rischiano l'esplosione, insieme alla macchina giudiziaria, se il progetto del governo va avanti".

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