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Se il centro sinistra entra nel tunnel...di Veltri e Sylos Labin
6.10.2004

Se il centro sinistra entra nel tunnel
ELIO VELTRI PAOLO SYLOS LABINI

«Il vostro parlare sia sì sì no no, il resto viene dal maligno». Il versetto
evangelico, che è alla base della lettera di Prodi e della sua richiesta
di chiarezza, è una frustata salutare. Tutto si può dire, infatti, tranne
che nell'Ulivo e nel centro sinistra (Bertinotti ha confermato che del primo
non vuole far parte), dalla sconfitta del 2001 le cose siano state chiare.
Non è stata chiara e non lo è ancora la ragione della sconfitta dopo 5 anni
di governo. Non è stato chiaro perché sono state abbandonate le due proposte
ufficiali, nel 2003 e 2004, approvate da Rutelli e Fassino, per convocare
una Costituente dell'Ulivo, (avanzata fin dal 2002 da Opposizione Civile),
con la partecipazione di Cittadini- Elettori, disponibili a registrarsi
negli Albi. Del loro abbandono, sbagliato e surrogato da una intenzione,
disattesa, di federazione di alcuni partiti dell'Ulivo, non è stata data
ragione convincente. Ma ancora più significative sono le cose sulle quali
si preferisce sorvolare e che la lettera di Prodi tenta di fare emergere.
Le fantasie centriste di Rutelli ce le siamo sognate di notte? Le divisioni
su questioni dirimenti come la guerra e la modifica della Costituzione,
ce le siamo dimenticate? E che dire del fatto che Bertinotti, dopo tutto
quello che è successo, ripete che nel 1998 aveva ragione lui?
Fatta questa premessa, non si capisce perché alcuni si meraviglino della
lettera di Prodi, ignorando il suo passato e che il suo nome e il percorso
politico sono legati all'Ulivo. Alla presentazione del governo al Senato
nel maggio 1996 aveva detto: ?non mi voglio consumare nei corridoi del palazzo?
e così è stato. Prodi ha sempre operato per costruire l'Ulivo, come soggetto
politico, non sostitutivo dei partiti. Visto come sono andate le cose nel
1998, riteniamo che avesse ragione. Nella sua lettera propone due livelli
politici e organizzativi: la Federazione dei partiti dell'Ulivo e la Grande
Alleanza Democratica del centro sinistra. Se Prodi ha scritto la lettera,
e minaccia di ritirarsi, è perché ha trovato resistenze. Bertinotti, rifiuta
un prima e un dopo, chiede di discutere il Programma tutti insieme e non
di ?trattarlo? con l'Ulivo. Partiamo da Bertinotti: siamo d'accordo di discutere
il Progetto-Programma tutti insieme e lo siamo anche sulle questioni accennate
nell'intervista al Corriere quali: il recupero dell'evasione fiscale con
tassazione progressiva e la tassa di successione sui grandi patrimoni. Così
come siamo certi che anche su altre questioni che ci impegnano da tempo
quali il rilancio della politica industriale e un progetto complessivo di
ripristino di livelli accettabili di legalità per fare impresa e per recuperare
ingenti risorse, ci troveremo d'accordo. Basti pensare al lavoro nero e
ai patrimoni mafiosi che ammontano a circa due milioni di miliardi e dei
quali nessuno si occupa: Cavour confiscò i beni della Chiesa, mentre lo
Stato repubblicano, per fare cassa, ha messo sul mercato tutti i suoi beni,
proprio perché non confisca quelli delle mafie. Tutto questo, però, non
è sufficiente. È necessario dire con chiarezza se alla Grande Alleanza Democratica
partecipano solo i partiti o anche movimenti, associazioni, intellettuali,
cittadini e se le scelte vengono fatte a maggioranza oppure no. Ma, anche
dopo avere risolto questi due problemi il compito non è esaurito: rimangono
le candidature per la Camera e il Senato. Le primarie, con regole rigorose,
sono necessarie anche per queste candidature o no? È più produttivo discuterne
con i singoli partiti o con la coalizione dell'Ulivo strutturata? Non ci
sono solo due modi alternativi di costruire la Grande Alleanza Democratica
della quale parla Prodi: o la ?trattativa? con l'Ulivo, sul programma, che
non piace a Bertinotti come non piace a noi; o un'assemblea di tutti i partiti
del centro sinistra, che discute insieme, ma taglia fuori enormi energie
sociali e culturali disponibili all'impegno.
C'è n'è un terzo: una Grande Alleanza Democratica che nasce sul programma
e che prende avvio da un'assemblea di rappresentanti di partiti, eletti,
movimenti, nella quale i partecipanti si confrontano liberamente e senza
vincoli, anche se alcuni di loro hanno partecipato alla Costituente dell'ULivo.
D'altronde lo stesso Bertinotti, geloso dell'autonomia e dell'identità di
Rifondazione, dice che l'Ulivo è libero di organizzarsi come vuole. Aggiungiamo
che è libero di farlo anche attraverso una Costituente che si lascia alle
spalle tutte le insufficienze e i balletti delle segreterie dei partiti.
I giornali si domandano cosa succede se Prodi lascia davvero. Succede che
il centro sinistra entra in un tunnel e fa un gran bel regalo a Berlusconi.
Opposizione Civile
01 Ottobre 2004

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