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Dalla Lombardia: centro-sinistra unito alle prossime regionali
10.10.2004

CENTROSINISTRA UNITO ALLE PROSSIME REGIONALI
L'unità è un valore aggiunto che in Lombardia i partiti del centrosinistra, Rifondazione comunista e l'Italia dei valori non possono disperdere nella prossima competizione elettorale per la scelta del Presidente e il rinnovo del Consiglio regionale. Questa è stata la consapevolezze di fondo che ha animato il seminario svoltosi lunedì 4 ottobre preso il "centro congressi di Villa Cagnola" di Gazzada, tenuto dai gruppi consiliari dei Ds, Margherita, SDI, Verdi e Rifondazione Comunista, con i rispettivi segretari regionali, ai quali si sono aggiunti i Comunisti italiani e l'Italia dei Valori. Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo hanno premiato, soprattutto in Lombardia, la volontà unitaria messa in campo con la lista "Uniti nell'Ulivo". Questo nucleo elettorale e programmatico rappresenta la vera novità che nella competizione elettorale della primavera del prossimo anno le forze del centrosinistra possono mettere in campo per contrastare il centrodestra. L'esperienza della lista unitaria non va ripresa soltanto perché in Lombardia ha mostrato una forte capacità di attrazione verso l'elettorato, confermando quello di appartenenza e intercettando quello d'opinione, ma soprattutto perché questa unità rafforza il profilo programmatico stabilizzando la coalizione. Il sistema sanitario e la riforma del welfare, le infrastrutture per la mobilità, le politiche per lo sviluppo, l'innovazione e la ricerca per contrastare il declino industriale, queste sono le promesse tradite e le scommesse mancate da Formigoni e dalla sua maggioranza di centrodestra. Su queste tematiche programmatiche l'emergere di un profilo riformista capace di coniugare cambiamento, innovazione e tutela della qualità della vita e del territorio, costituisce contributo essenziale per la coalizione di centrosinistra che si vuole dare l'obiettivo di battere Formigoni. Inoltre, la qualità del profilo programmatico e il grado di unità rappresentano un'ulteriore garanzia per l'autorevolezza del candidato Presidente che sarà indicato per guidare la coalizione.

ALFA DI ARESE: SITUAZIONE SEMPRE PIÙ CRITICA
L'Alfa di Arese chiuderà definitivamente, è questo l'amaro annuncio della Fiat. La notizia smentisce le aspettative alimentate da Formigoni sulla possibilità di accordi con la Fiat per mantenere ad Arese una significativa presenza della casa di Torino, che avrebbe dovuto impegnare circa 900 lavoratori. Proprio di questa situazione si sarebbe dovuto discutere martedì in Consiglio regionale, ma l'assenza del presidente Formigoni e di tutti gli assessori interessati ha provocato l'indignazione del Centrosinistra, che su proposta del capogruppo dei Ds Pierangelo Ferrari ha deciso di abbandonare l'aula in segno di protesta. "È scandaloso - dichiara il consigliere regionale Ds Maria Chiara Bisogni - che per nascondere questa verità, per non assumersi la responsabilità di venire in aula a sostenere tesi insostenibili, nessuno degli assessori coinvolti, né tanto meno Formigoni, ha avuto il coraggio di affrontare il Consiglio". "Le domande - prosegue Bisogni - che poniamo alla Giunta, assente dall'aula, sono le seguenti: l'accordo di programma stipulato per l'area CRAA, la prima area dismessa dalla FIAT, è da considerarsi ancora valido, dal momento che le imprese che hanno acquistato l'area per la costruzione di un centro della logistica, impegnandosi ad assumere 540 lavoratori dell'Alfa, non hanno ancora firmato la convenzione urbanistica, atto necessario per l'avvio della costruzione delle opere? In secondo luogo il piano di prefattibilità elaborato dall'ENEA per un polo della mobilità sostenibile è approdato a un qualche interesse concreto di imprese, tanto da poter configurare la realizzazione di insediamenti e occupati provenienti dall'Alfa Romeo?" "A queste domande - conclude Bisogni - esigiamo precise risposte. I lavoratori dell'Alfa Romeo hanno bisogno di soluzioni concrete e non di generici intenti finalizzati puramente al prolungamento della cassa integrazione guadagni in attesa di oltrepassare la data delle elezioni regionali".


OIL FOR FOOD: FORMIGONI CHIARISCA UNA VOLTA PER TUTTE
Il Sole 24 ore, nell'edizione di venerdì 8 novembre, rilancia con dovizia di particolari "lo scandalo delle assegnazioni petrolifere di favore che il regime avrebbe fatto avere attraverso la campagna petrolifera di stato" Oil for Food, il programma creato dall'Onu per permettere all'Irak di vendere petrolio durante l'embargo, utilizzando i ricavi esclusivamente per fini alimentari o umanitari. Secondo uno dei tredici elenchi segreti di assegnazione, pubblicati nel rapporto dell'Irak Survey Group e composto da nomi di persone e società italiane ritenuti "amici" del regime, la persona che avrebbe avuto il maggior numero di assegnazioni risponde al nome del Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Secondo la testimonianza, riportata dal Sole 24 ore, di uno degli investigatori americani "il sistema ideato dal regime iracheno era molto intelligente, perché permetteva ai beneficiari delle assegnazioni di negare di aver mai ricevuto il petrolio, o denaro, dall'Irak, a pagare erano semmai i trader o le società petrolifere a cui gli assegnatari vendevano i contratti…. Né c'era alcuna traccia documentabile di qualsiasi assegnazione: I nomi degli assegnatari erano riportati solo negli elenchi interni del ministero del Petrolio". Quelli appunto che gli americani sono in grado di esibire oggi. Sempre da questo elenco si desume che Roberto Formigoni avrebbe avuto intestate quote per 17 milioni di barili, successivamente girati sempre alla stessa compagnia petrolifera, la Cogep s.r.l di Milano di proprietà della famiglia di Natalio Catanese. A seguito delle prime informazioni, trapelate il 28 gennaio 2004, il gruppo regionale dei DS aveva rivolto al Presidente della Regione un'interrogazione per sapere se le notizie comparse sulla stampa rispondevano al vero e quale ruolo effettivo avesse svolto. A quella interpellanza Formigoni non ha mai risposto. Tutte le persone chiamate in causa da quell'elenco hanno ammesso il loro coinvolgimento nella vicenda. Per il ruolo istituzionale ricoperto, Formigoni non può sottrarsi dal preminente dovere istituzionale di chiarire la natura dei suoi rapporti con il passato regime iracheno, gli effetti della sua eventuale attività di intermediazione svolta all'atto di girare le sue quote alla Cogep srl, il grado di convolgimento dell'istituzione regionale nell'attività svolta dal Presidente Formigoni in qualità di "amico" del regime di Saddam.

RADAR IN TILT LUNARDI SI DIMETTA
I black out del sistema radar di Linate di questi giorni hanno avuto conseguenze sul traffico aereo di tutta Italia creando enormi disagi: ritardi di ore, voli cancellati e coincidenze perse. Queste le considerazioni del consigliere regionale Ds Daniele Marantelli, consigliere segretario della Commissione trasporti: "Inaccettabile. Quello che è accaduto e sta accadendo negli aeroporti milanesi è gravissimo. I responsabili devono pagare. Mentre sono in corso intese faticose tra SEA e Alitalia per rilanciare i due scali, i danni al radar di Linate hanno prodotto un enorme danno di immagine ed economico. E' bene ricordare che i vertici ENAC e ENAV, a causa della selvaggia lottizzazione del Governo di centrodestra, avevano avuto un radicale avvicendamento". "Come mai - denuncia il consigliere - nonostante la sala di controllo sia stata rifatta da meno di un anno si è verificato questo incidente? Che fine ha fatto la legge sulla sicurezza dei cieli promessa dal Ministro Lunardi dopo la tragedia di Linate di cui ricorre l'anniversario proprio in questi giorni?" "Ritengo - conclude Daniele Marantelli - che l'unico gesto di responsabilità da parte di Lunardi sia quello delle dimissioni."

CONSORZI DI BONIFICA: APPLICARE LA NUOVA NORMATIVA
Sono mesi ormai che cittadini, associazioni e amministratori locali di varie zone della Lombardia protestano contro l'emissione delle cartelle esattoriali per i contributi di bonifica. "In verità - puntualizza il consigliere Ds Giuseppe Benigni - nuove norme in materia di bonifica e irrigazione sono state approvate con la legge regionale n.7 del 2003. Fra le tante novità introdotte ce ne sono alcune che riguardano direttamente i cittadini contribuenti. Ad esempio è previsto che sia l'ente gestore del servizio di fognatura a pagare il contributo per coloro che, situati in area urbana, scarichino acque - quasi sempre in modo indiretto - nei canali del Consorzio, evitando così a migliaia di cittadini di pagare cartelle esattoriali specifiche. Viene contemplata inoltre 'una soglia di economicità' fissata in 12 euro, al di sotto della quale non viene inviata alcuna cartella". "Purtroppo - conclude il consigliere - dopo oltre un anno dall'approvazione - queste norme non sono ancora entrate in vigore. Ho chiesto quindi con una interpellanza che vengano deliberati i necessari provvedimenti attuativi così che quanto contenuto nella legge possa finalmente essere applicato".

EX FALCK: DIFENDEREMO LE RISORSE PER LA BONIFICA DELL'AREA
Nei giorni scorsi, in Commissione Bilancio alla Camera, la Lega Nord ha richiesto di stralciare dalla manovra finanziaria alcune misure, tra cui le risorse destinate alla bonifica dell'area ex Falck di Sesto San Giovanni. Questo il commento di Fiorenza Bassoli, Vice Presidente del Consiglio regionale della Lombardia e già sindaco di Sesto dal 1985 al 1994: "Apprendo con disappunto dalla stampa l'iniziativa della Lega Nord, ed esprimo sconcerto poiché la giustificazione addotta è l'inserimento di questo intervento di bonifica - che interessa 2milioni 540mila metri quadrati di superficie - fra quelli a carattere microsettoriale e localistico". "Ci auguriamo che la proposta non venga accolta né dalla Commissione né dal Ministro Siniscalco - ha continuato l'esponente diessina -. In un momento delicato e difficile sul piano sociale ed economico, non è accettabile che si blocchino risorse importanti per recuperare l'area di uno dei maggiori poli industriali dismessi della Lombardia e della provincia di Milano. Lo stralcio rischia di vanificare gli sforzi e la fatica compiuta dagli amministratori locali per trovare risorse e soluzioni operative per la città di Sesto San Giovanni".

PIANO CAVE BRESCIA: UN'ARROGANTE DEVASTAZIONE
Prosegue la marcia del Piano Cave in VI Commissione tra le molte ambiguità del centrodestra, che respinge in blocco gli emendamenti dell'opposizione, presta falsa attenzione alle voci dei comitati e dei comuni, ignora le richieste di un'amministrazione provinciale del suo stesso colore, avalla a parole principi di rispetto ambientale che poi smentisce in fase di votazione. Nel corso dell'ultima seduta, il relatore Valaguzza, il presidente Zambetti e il leghista Flocchini hanno tenuto la sponda all'assessore Nicoli Cristiani e alle sue ingiustificate richieste di aumento delle quantità escavabili previste dal Piano provinciale. Sorprendente a questo proposito l'atteggiamento della Lega, che ha prima presentato, poi ritirato, poi votato contro un suo stesso emendamento che chiedeva il rispetto della proposta provinciale sull'ATE di Rezzato. "Il Centrodestra ha deciso di travolgere anche il Piano provinciale - è stato il commento di Claudio Bragaglio - inserendo ulteriori quantitativi e incrementando la profondità degli scavi. Come Ds abbiamo ribadito più volte che il Piano va approvato, ma limitandone i danni ambientali e cioè salvaguardando le falde acquifere e le zone di pregio, e recuperando un corretto rapporto con le amministrazioni comunali. Cosa che evidentemente viene rifiutata da Nicoli e da una maggioranza che sta operando nel modo peggiore".


TRENITALIA: L'AMARA VITA DEI PENDOLARI LOMBARDI
E' faticoso fare il pendolare e i lombardi ne sanno qualcosa. Dopo l'ennesimo episodio di blocco del treno per "guasto al locomotore", i consiglieri Gianfranco Concordati e Luciano Pizzetti si fanno portavoce dei viaggiatori che ogni giorno hanno a che fare con treni soppressi ed esasperanti ritardi, presentando un'interpellanza urgente alla Giunta regionale. "Se da un lato - dichiarano i consiglieri Ds - cresce la protesta dei pendolari, dall'altro lato occorre rimarcare che ai viaggiatori, che quotidianamente si spostano sulle tratte regionali, viene richiesto un costo di abbonamento del 25% più alto che in altre regioni. Infatti un lombardo paga 605 euro per l'abbonamento annuale di II classe sulla tratta 51-60 Km, mentre un emiliano o un veneto pagano circa 130 euro in meno. Un divario che, a parità di servizio, non trova giustificazione. Abbiamo chiesto quindi - concludono i consiglieri - all'Assessore Corsaro una riunione che veda partecipi non solo la Regione e Trenitalia, ma anche le istanze locali interessate come la Provincia, i comitati pendolari e il sindacato al fine di richiamare Trenitalia al rispetto degli orari e ad un rinnovato impegno per migliorare le condizioni di viaggio in vista della programmazione del nuovo orario 2005".



OSPEDALI VALTELLINESI: I SINDACI ESCLUSI HANNO RAGIONE
"Forza Italia, la Lega e AN hanno deciso che i sindaci non hanno voce in capitolo sul futuro dei nostri ospedali. Le giuste proteste dei primi cittadini devono essere indirizzate ai legislatori e ai consiglieri che li hanno esclusi dai processi decisionali". Il consigliere Marco Tam esprime così solidarietà alla conferenza provinciale dei sindaci per la loro totale esclusione dalle scelte strategiche sugli ospedali, che la Giunta regionale sta attuando in questi giorni. "Le linee guida - continua Tam - di Formigoni prevedono tagli, contenimento dei costi e il sacrificio dell'ospedale di Morbegno. I 12 miliardi di investimenti deliberati dalla Giunta lo scorso 30 settembre sono destinati solo all'ospedale di Sondrio. Questo chiarisce - conclude Tam - le vere intenzioni del Piano Triennale Ospedaliero deciso da Formigoni per la nostra provincia".

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