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L'America è liberal e non lo sa !!
24.10.2004

L'America è liberal ma non lo sa
di Andrea Borghesi


“Molti americani non condividono la strada intrapresa da Bush, sono contro il conflitto in Iraq, e non approvano l’orientamento politico di questa amministrazione. Bush non rappresenta la maggioranza degli americani”. Robert Reich, l’ex segretario di Stato al Lavoro nella prima amministrazione Clinton, boccia così la politica del presidente Usa e si mostra fiducioso in una vittoria democratica. Lo abbiamo incontrato a Roma, dove è venuto a presentare il suo ultimo libro (“Perché i liberal vinceranno ancora”), e gli abbiamo rivolto alcune domande su questi e su altri temi.

Rassegna Il titolo del suo libro è una speranza o una certezza? Kerry è un candidato capace di interpretare i valori liberal e di vincere le elezioni?

Reich Kerry è assolutamente capace di interpretare una politica liberal. Il mio libro, però, va oltre le elezioni e sostiene che gli americani torneranno alle proprie tradizioni liberali. Molti infatti, pur non definendosi liberal, credono nei valori propri del liberalismo americano: separazione fra Stato e Chiesa, assistenza sociale, politiche contrarie alla concentrazione di grandi gruppi economici. E, soprattutto, credono nel diritto internazionale.

Rassegna Anche dopo che questo diritto è stato “tradito” da Bush con la guerra?

Reich Sì, una guerra unilaterale che ha rotto i legami con i nostri alleati tradizionali e alienato agli Stati Uniti il sostegno internazionale ottenuto dopo l’11 settembre.

Rassegna Eppure Bush sembra ancora in vantaggio…

Reich Bush ha biecamente sfruttato l’effetto dell’11 settembre. La sua campagna elettorale si basa quasi unicamente sul rischio terrorismo. Ed è naturale che, quando tremila americani muoiono in un attacco terroristico, per anni e anni si continua ad aver paura di questo fenomeno. Inoltre Bush, per dividere l’elettore americano polarizzandone i comportamenti, punta su altre questioni molto controverse: matrimoni gay, aborto, controllo delle armi.

Rassegna Ma perché restano pochi gli americani che partecipano alle elezioni?

Reich Penso che queste elezioni tireranno fuori, più delle altre volte, la passione per il voto che gli americani avevano fino a qualche anno fa. Oggi il sentimento anti-Bush è fortissimo, così come quello pro-Kerry. Per questo credo che ci sarà un’affluenza alle urne maggiore rispetto al passato.

Rassegna Nel suo libro, lei parla del darwinismo sociale e del fondamentalismo di mercato come dei maggiori difetti delle politiche neocons. Come mai in Europa c’è una forte tendenza a imitare queste politiche?

Reich Una tendenza verso il libero mercato in Europa è evidente, con tutte le incertezze sul lavoro che ne derivano. Sicuramente lo vogliono molti imprenditori e politici ma non penso che lo vogliano altrettanto i lavoratori medi europei, ai quali il mercato libero al cento per cento porta ansietà e incertezza. Diverso è il discorso se la flessibilità può avvantaggiare anche il lavoratore in termini di maggiori possibilità di scelta.

Rassegna In Italia, a fronte di una caduta della produttività e del valore aggiunto del prodotto, assistiamo a un calo della disoccupazione. Non le sembra un fenomeno bizzarro, visto che, normalmente, dovrebbe accadere il contrario?

Reich L’aumento dell’occupazione, accompagnato da minore produttività e minore sicurezza del posto di lavoro, può essere un effetto dovuto alla flessibilità dei salari.

Rassegna Tornando agli Usa, in caso di vittoria Kerry potrà attuare un programma di riforme sociali con un Congresso a maggioranza repubblicana?

Reich I democratici potrebbero avere molte difficoltà. Non bisogna tuttavia sottovalutare il fatto che un presidente democratico alla Casa Bianca rappresenterebbe, sia all’interno del paese che sul piano internazionale, un cambio di rotta radicale rispetto dalle politiche di Bush. Anche un braccio di ferro tra Casa Bianca e Congresso sarebbe meglio della deriva di destra cui abbiamo assistito in questi anni.

Rassegna Qual è l’atteggiamento dei sindacati, che lei definisce “truppa” dell’esercito liberal, nei confronti delle elezioni?

Reich I democratici e il sindacato si aspettano una forte affluenza. Già in passato, nel 2000 ad esempio, i sindacati sono riusciti a mobilitare gli afroamericani che erano rimasti lungamente esclusi dal processo elettorale. Ma è un fatto che il numero dei lavoratori iscritti al sindacato è in declino. Questa tendenza ha due cause. La prima è di carattere economico, ed è dovuta alla competizione globale e all’avanzamento tecnologico che hanno portato gli americani a scegliere prodotti più economici di aziende non sindacalizzate. La seconda è politica ed relativa all’attacco dei governi repubblicani nei confronti dei sindacati, che ha reso anche più difficile per i lavoratori iscriversi alle unions.

Rassegna Mantenere elevati standard sociali e di vita ed essere al tempo stesso competitivi nel mercato globale: come si tengono insieme questi due obiettivi comuni a tutte le economie sviluppate?

Reich L’unico modo è incrementare la produttività e investire nell’educazione, nella formazione e nella ricerca. Su questo terreno sarebbe importante un buon rapporto tra sindacati e imprese per favorire la produttività. Difatti le aziende che vedono i lavoratori come risorse da sviluppare e non come un costo da tagliare hanno ritorni positivi.

Rassegna L’economia futura si baserà più sui servizi che sulla produzione?

Reich Grazie alla tecnologia il declino del lavoro di fabbrica è già in atto, con robot che possono prendere il posto degli esseri umani nella catena di montaggio. Nell’Indiana ho visto un’azienda che produceva una grande quantità di macchine con l’ausilio di soli quattro operai, utilizzando la tecnologia più moderna disponibile sul mercato. Ma se nell’industria manifatturiera includiamo il design, l’engineering, lo sviluppo dei software, il marketing, la distribuzione e tutti gli altri servizi che vanno a costituire in maniera sempre più importante il prezzo finale del prodotto, possiamo vincere la sfida di creare molti posti di lavoro. L’importante è formare i lavoratori a questo tipo di impieghi. Negli Usa, ad esempio, mancano tecnici capaci di aggiornare le tecnologie nelle fabbriche.

Rassegna La popolazione americana, come quella europea, invecchia sempre di più. In assenza di un sistema sanitario per tutti, come si farà fronte a questo problema?

Reich Proprio per questo credo che il punto di vista liberal finirà per avere la meglio. È necessario istituire un sistema sanitario accessibile a tutti, un programma di protezione per i bambini, una forte assicurazione sulla disoccupazione. Non voglio dire che gli americani dovranno abbracciare il socialismo, ma credo che il baricentro politico si sposterà quasi naturalmente a sinistra, perché i cittadini non hanno quello di cui hanno bisogno.

Rassegna Se Kerry vincesse e lei fosse il ministro del Lavoro, quale sarebbe il primo provvedimento che proporrebbe?

Reich Sicuramente l’istituzione di un sistema sanitario universale. Questo è il problema numero uno.

fonte:www.rassegna.it

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