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Arafat lascia la Palistina
31.10.2004

Arafat lascia la Palestina. Si curerà a Parigi. Israele garantisce il rientro.

Intorno alle 6.20 di questa mattina il leader dell'Anp ha lasciato il suo quartier generale di Ramallah per salire a bordo di uno dei due elicotteri dell'esercito giordano, messi a disposizione dal re AbdallahYasser. Destinazione Amman, prima tappa del viaggio che lo porterà a Parigi dove cercheranno di curare un male che, di ora in ora, va precisandosi come una leucemia.

Dopo quasi tre anni Yasser Arafat è dunque uscito dal confino in cui era di fatto relegato dal novembre 2001.
Per la prima volta Israele ha garantito il rientro del leader a Ramallah una volta completate le cure e queste assicurazioni hanno determinato la decisione finale di Arafat di lasciare la Moqata in rovina. Solo ieri una fonte del governo israeliano dichiarava che Arafat era libero di “farsi curare dove vuole, dentro o fuori il Paese”, ma l'eventuale rientro restava una “questione separata” da affrontare al momento opportuno. Oggi, uno dei portavoce di Sharon, Raanan Gissin ha ribadito che Israele ha "autorizzato Yasser Arafat ad andare a farsi curare, e ritornare" nei Territori. "Si tratta di un gesto puramente umanitario, che non ha alcun significato politico, continuiamo a considerare Arafat un leader terrorista" ha precisato Gissin. "Il primo ministro ha accettato di lasciarlo partire su richiesta di Abu Ala e degli egiziani" ha aggiunto.

Secondo alcuni, il cambio repentino di rotta potrebbe nascondere in realtà la convinzione che l’anziano e malandato leader non sarà mai più in condizioni di tornare in Palestina.

Le dichiarazioni rilasciate dal vice premier israeliano Yossef Lapid alla radio militare non lasciano molti dubbi in proposito: “nelle sue condizioni fisiche attuali – avrebbe detto – le probabilità che Arafat torni in Palestina e riprenda il potere sono pressoché zero”. Secondo le informazioni in suo possesso, Arafat, 75 anni, si troverebbe in condizioni definite terminali. Quasi a smentirlo, al momento della partenza Arafat, che indossava la consueta uniforme militare,ha salutato la folla che lo attendeva davanti al quartier generale dell'Anp con parole rassicuranti: “Non preoccupatevi, tornerò”.

Per quanto riguarda il capitolo "successione", i media israeliani hanno anticipato stamattina che l'ex premier Abu Mazen avrebbe già sostituito il rais, anche se in maniera informale, durante la sua permanenza all'estero, e nell'eventualità del suo decesso. Secondo la stessa fonte Abu Ala dovrebbe continuare a guidare il governo.

Il Comitato esecutivo dell'Olp, la massima autorità dell'organizzazione, dovrebbe riunirsi a Ramallah domani, per la prima volta in assenza del leader storico.

La riunione sarà presieduta dal 'numero due' Abu Mazen, segretario generale del Comitato. Ma fonti palestinesi assicurano che il presidente Arafat resterà in contatto con Abu Ala e Abu Mazen da Parigi e che non ci sarà alcun vuoto di potere. Le istituzioni dell’Anp continueranno le loro attività normalmente, in attesa del ritorno del presidente.

Come è noto, Arafat non ha mai nominato un vice, o un successore. Non hanno sortito alcun effetto neppure le pressioni con cui il numero due dell’Olp e il capo di governo dell’Anp avrebbero tentato di strappare all’anziano leader la firma di un decreto per la cessione formale dell'autorità ad Abu Mazen. La Costituzione palestinese prevede che sia il presidente del Consiglio legislativo (il parlamento dell’Anp) a ricoprire temporaneamente l'incarico, in caso di decesso o incapacità del presidente, per un periodo non superiore a 60 giorni, in attesa dello svolgimento di elezioni presidenziali.
Ma l'attuale presidente del parlamento, Rawhi Fatuh non gode oggi di un prestigio paragonabile a quello dei suoi due diretti competitori alla “successione”. Si tenterà quindi di trovare una via formale per il trasferimento di poteri presidenziali ad Abu Mazen. La soluzione potrebbe essere trovata in una legge ad hoc votata in tempi record dall’assemblea legislativa, ammesso che si riesca a superare l’opposizione dei sostenitori “irriducibili” di Arafat.
Nelle more strategico-istituzionali del gruppo dirigente dell’Anp, potrebbe tornare a prendere corpo l’ipotesi – diffusasi subito dopo la notizia del malore occorso ad Arafat e prontamente smentita dall’autorità palestinese – di un triunvirato che guidi gli Affari palestinesi fino a un miglioramento delle condizioni di salute di Arafat.

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