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Finestra Sud Americana: Si fa presto a dire.
8.11.2004

Finestra Sudamericana: Si fa presto a dire

Il panettiere e il presidente: riflessioni in tempo di elezioni.

Il lattaio, il macellaio, il tranviere, il calzolaio, il panettiere, il pasticcere. Nel dirlo, sempre quell´ombra nascosta di superioritá intellettuale, di chi vive con la propria intelligenza, colta, e chi, al contrario deve accontentarsi di saper fare un mestiere di braccio, sporcandosi le mani e usando poco la testa.
Molte teste che pensano, poche soluzioni.
Poche teste che pensano, le cose funzionano con meno attriti. Tautologia creata da chi vuol prevalere sugli altri o veritá storica ?

A São Paulo, milioni di elettori hanno preferito José Serra all´attuale prefetto (sindaco) uscente Marta Suplicy. Marta ha cercato con tutti i mezzi che aveva a disposizione di convincere gli elettori che il suo governo aveva fatto molto bene in questi quattro anni, che aveva creato strutture, servizi, che aveva privilegiato i meno abbienti. Non aveva mostrato numeri, aveva usato la forza della persuasione personale, é ricorsa, a volte, anche alle lacrime, dicendosi maltrattata e disprezzata perché donna, prima ancora che personaggio pubblico, detentore delle sorti economico/finanziarie della maggior cittá dell´America Latina.
Serra, al contrario, ha solamente parlato con calma di quella che é la situazione della cittá: disastrosa. Sia nei numeri (il debito del municipio é passato da 192% del fatturato netto nel 2001 al 233% nel 2004, dimenticando di registrare alcuni contratti di negoziazione con gli enti statali che avrebbero permesso una riduzione degli interessi di 3 punti percentuali), sia nella condizione sociale (aumento del 12% del numero di crimini annui dal 2000 al 2004 arrivando ad un valore assoluto di 1.466.645 a settembre 2004 nel solo stato di São Paulo) che vede la cittá sempre piú diseguale ed esposta alle piú disparate violenze.
Cosí facendo, ha semplicemente (!) evidenziato il proprio programma con le rispettive soluzioni da sviluppare durante il suo mandato.
In una metropoli di 18 milioni di abitanti e necessitá finanziarie stimate intorno ai 5 miliardi di euro l´anno non é facile trovare soluzioni nel breve periodo, soprattutto quando i precedenti sono segnati da casi di corruzione pubblica palese (l´ex prefetto Paulo Maluf é indagato dalla polizia svizzera per riciclaggio e da quella brasiliana per frode ai danni dei contribuenti; sembra che abbia messo da parte, durante i lavori per un´opera pubblica, qualcosa come 500 milioni di dollari...). Non é facile ma bisogna pure cominciare.
Ecco quindi che una campagna elettorale fatta di tantissimi incontri, spiegazioni puntuali, risposte, attenzioni, numeri e intelligenza hanno avuto la meglio sulle emozioni.

Negli Stati Uniti, una campagna condotta con intelligenza, quella di Kerry, é riuscita a colmare una distanza profonda con il candidato e presidente in carica Bush. Ma non é bastata.
La distanza che ancora esiste con la classe media (in Europa e in America) e con quella bassa (in America Latina e nelle democrazie asiatiche) é ancora molto profonda. Chi vuole difendere gli interessi della collettivitá deve riuscire a capire davvero quello che la collettivitá vuole. Educata al benessere, vuole sentirsi vicino a chi puó offrirle sicurezza, sulla base di ideologie (passione) e con l´aiuto di qualche dato certo (gestione). Vuole essere capita e capire, vuole essere partecipe e ben rappresentata. E deve essere convinta che potrá fidarsi di chi andrá al potere.
Una questione di etica, quello di essere sempre onesti. Una questione di etica, quella di fare le cose migliori per la collettivitá. Anche a costo di non saper parlare la stessa lingua del panettiere, di non conoscere i modi di dire del lattaio, di non avere esattamente le stesse espressioni del meccanico.
Una questione di potere, quella di non approfondire, quella di imporsi con la paura, quella di sfruttare la superficialitá del pensiero altrui per colmare la necessitá di spiegazioni. Un solo motivo, il denaro, una sola ambizione, tutto.
E per chi non ci sta, le briciole e ancora qualche frustrazione.

Federico Di Franco
federicodifranco@gmail.com

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