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Emergency in Algeria, per le vittime del terrorismo
17.05.2003
Il primo 'inviato' di EMERGENCY a Medea è Antonio Carvalho, un tecnico ortopedico che si trova sul posto dalla fine di gennaio di questo anno. In queste settimane si è dedicato alla modifica della struttura già esistente adattandola a una più razionale per il processo di produzione e applicazione di protesi. Il lavori sono ormai completati e gli spazi quasi tutti arredati. Gli uffici e le aree di accoglienza sono stati arredati con mobili reperiti sul mercato algerino. Anche la palestra di fisioterapia è stata attrezzate con materiali e strumenti reperiti localmente, con precisione ad Algeri, che dista circa ottanta chilometri da Medea. I componenti e i materiali per le protesi sono stati acquistati in Europa e adesso si trovano già nei locali del centro ortopedico a Medea. Le macchine per le lavorazioni delle protesi si trovano da qualche giorno nel porto di Algeri, da dove verranno trasferite non appena concluse le formalità di importazione e sdoganamento. L'avvio delle attività e la partenza di ulteriore personale sono ormai prossime e si ipotizza la messa in funzione nel centro verso la fine del mese di giugno. L'ultima attività da svolgere per arrivare all'apertura del centro è il reclutamento e la selezione di tecnici ortopedici algerini. In Algeria esiste un discreto numero di tecnici adeguatamente formati, anche con stage presso aziende europee. La situazione in Algeria non è ancora stabile, anche se migliorata, e Medea è ancora considerata una città ad alto rischio di attentati terroristici. Questi in realtà avvengono ancora, sebbene non si tratti di attentati che abbiano cadenza giornaliera, come avvenuto fino ad un paio di anni fa. La nostra presenza a Medea, che mira all'assistenza degli amputati vittime della violenza, ha anche come obiettivo quello di portare una presenza che dia un segnale di ripresa della vita normale e sicura. Speriamo che presto anche la città di Medea, ripetutamente menzionata nel bollettino delle stragi e degli attentati, possa essere una città di pace e di diritti. Da Medea, Antonio ha visto sul nostro sito le bandiere della pace esposte a Karbala, e ci ha mandato una mail chiedendo di averne anche per Medea. Gliele faremo avere al più presto.
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