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Stefania Craxi..intervista
26.11.2004

Stefania, che patrimonio etico, culturale e politico ha lasciato suo padre Bettino?


Bettino Craxi ci ha lasciato l'eredità di un modo di governare, di un modo di intendere la libertà e la democrazia, un modo di guardare alla società che cambia e che cresce, un modo di fare politica intriso di convinzioni, di coraggio, di responsabilità, di rispetto per la gente. Craxi è stato senza dubbio l'uomo politico che ha, negli ultimi decenni, dato maggiore impulso alla modernizzazione del Paese: e poiché questa modernizzazione non si è ancora compiuta, è lecito parlare di una eredità di Craxi, una eredità che riguarda non solo il disperso socialismo ma tutti noi, tutti gli italiani.


Esistono ancora oggi in Italia dei socialisti attivisti come suo padre?


I socialisti hanno alle spalle una storia splendida, sono stati per un secolo i protagonisti di tutte le battaglie di progresso sociale e civile, sono gli eredi di una grande tradizione. Eppure oggi sembrano aver dimenticato questa grande storia, aver perso la propria identità. Invece di consumarsi e farsi consumare dalle alleanze, occorrerebbe riprendere la via dei programmi e del contatto con la gente perché è lì che si costruisce una vera forza politica. Senza aver paura di andare da soli. I socialisti sono stati grandi quando hanno camminato con le proprie gambe, Bettino Craxi ha vinto perché ha avuto il coraggio di sfidare tutti, comunisti e democristiani.


Cos'è cambiato nella politica italiana in questi anni?


Non ho intenzione di ripercorrere gli avvenimenti che, dalla fine degli anni '80 alla metà degli anni '90, hanno letteralmente capovolto la faccia politica dell'Italia: scomparsi i cinque partiti storici che avevano assicurato al nostro Paese 50 anni di libertà e di progresso, divenuta partito di governo l'unica formazione di cui era stata sempre riscontrata l'impossibilità di governare. Quel che mi preoccupa è che la politica non è più confronto su idee e programmi, in una parola ha perso in questi anni la sua dignità. Oggi è parolaia, rissosa, si nutre di contumelie, di odio, di sete di potere, di spirito di vendetta. E' la politica di un paese incivile, non di una grande Nazione, e la responsabilità è tutta di una classe dirigente meno che mediocre, personalistica, parcellizzata, incapace di guardare un palmo al di là del proprio interesse. Nel panorama politico e sociale di un paese libero come l'Italia deve essere, non si devono mai scontrare volontà positive e volontà negative, buoni e cattivi, ma si devono scontrare interessi legittimi dal cui confronto e dalla cui composizione nascono poi le migliori soluzioni per il Paese. Questa è l'essenza della vita democratica, ed è questo tipo di vita libero che bisogna ristabilire.


Chi erano i veri amici di suo padre?


Ben Alì, il Presidente del popolo tunisino che ha garantito e difeso la libertà di mio padre, le migliaia di compagni socialisti di base che non lo hanno né tradito né abbandonato, la storia e la verità.


E i principali nemici?


L'ipocrisia, la viltà, la calunnia, la slealtà e l'ingiustizia.

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