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Sciopero Generale, adesioni elevate..
30.11.2004

SCIOPERO, ARTIOLI (CONFINDUSTRIA): ADESIONI ELEVATE

'Secondo le notizie attuali, la partecipazione allo sciopero è consistente, anche in Fiat': lo afferma il vicepresidente di Confindustria, Ettore Artioli, per il quale 'dobbiamo continuare sulla linea di un rapporto proficuo di dialogo e continuità con le organizzazioni che rappresentano le risorse fondamentali del sistema economico: i lavoratori'. Artioli - ospite di Batti e Ribatti di Oscar Giannino - replica inoltre a chi parla di asse Sindacati-Confindustria: 'A chi sostiene che Confindustria e sindacati vanno a braccetto nel protestare contro il Governo, la Finanziaria e il taglio delle tasse rispondo che non è così. Io non sciopero, e penso che il presidente Montezemolo oggi subisca, come tutte le imprese italiane, lo sciopero. In qualche maniera, ne è dunque vittima".
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PASSONI (CGIL), SCIOPERO CONTRO FINANZIARIA INIQUA

'Scioperiamo contro una finanziaria che per la quarta volta non compie scelta alcuna di politica economica finalizzata allo sviluppo e all’arresto del degrado dell'apparato produttivo. Tutti gli indicatori relativi alla produzione dimostrano che da ormai 40 mesi l’industria è ferma'. A dirlo è Achille Passoni, della segreteria confederale Cgil, parlando a Modena in occasione dello sciopero generale indetto da Cgil, Cisl, Uil. “In questi anni, il governo non ha prodotto politiche di sviluppo. La perdita di competitività delle nostre produzioni sui mercati internazionali – aggiunge Passoni - è indice delle difficoltà di interi settori produttivi strategici, a partire da quelli più tradizionali: il tessile e l’abbigliamento, il calzaturiero, il metalmeccanico e l’alimentare. I dati fanno tremare i polsi: poco meno di 3.000 sono le aziende che hanno dichiarato la crisi. 360.000 lavoratrici e lavoratori vivono con preoccupazione una situazione di incertezza e 200.000 di loro addirittura non sanno che fine farà il loro posto di lavoro”. Il segretario Cgil sottolinea come “nessuna scelta sia stata finalizzata alla crescita. In questi ultimi anni grazie al non governo dei prezzi, delle tariffe, al mancato contenimento dell’inflazione, si è prodotta una sorta di scivolamento verso il basso di diverse classi sociali. In sostanza, anche quei redditi da lavoro e da pensione che soltanto qualche anno fa consentivano una vita dignitosa, oggi sono falcidiati. Accanto a un milione e centomila famiglie in povertà assoluta ce ne sono altre due milioni e mezzo in condizioni di povertà relativa. E un numero crescente di persone ha difficoltà a coprire col proprio reddito la quarta settimana'. Continua Passoni: 'Non si è fatto nulla in questi tre anni e adesso si fa questo capolavoro di riduzione delle imposte e di aumento delle tasse: niente fiscal drag e niente rinnovo dei contratti del pubblico impiego”. Per l'esponente della Cgil “questa gigantesca manovra di finanza pubblica determina un attacco al sistema di stato sociale con un obiettivo evidente: ridurre anno dopo anno le risorse per lo stato sociale, per il sistema delle protezioni, è un attacco all’universalismo dei diritti per arrivare a smantellare il welfare e privatizzare i servizi. Questa è la loro politica, questo è quello che ancora pervicacemente, anzi, con ancora più forza, il governo fa con questa finanziaria”. Passoni fa l’esempio della Sanità sottolineando come negli ultimi anni lo Stato abbia versato 18 miliardi in meno alle regioni per Finanziarla: “Il risultato è che le regioni più povere si ritrovano al collasso, devono ridurre le prestazioni, aumentare i ticket, aumentare le rette; in sostanza, anche per questa via si produce un’altra iniquità simile a quella che il governo produce con la manovra sulle imposte. E nella finanziaria dell’anno prossimo si tagliano altri 6 miliardi di euro che si sommano ai 18 di questi tre anni. In più è già prevista la mannaia dei tagli per il 2006 e il 2007, quel famigerato 2 per cento che il governo chiama contenimento dell’aumento della spesa pubblica ma che, in realtà, è un ulteriore taglio selvaggio a tutto il sistema di stato sociale”. E poi conclude: '2A tutto questo non ci rassegniamo. Stiamo in campo con la nostra piattaforma. Una piattaforma che chiede di cambiare profondamente questa finanziaria, di finalizzare le risorse allo sviluppo, agli investimenti per ricerca e innovazione, al mezzogiorno, alla piena occupazione e a un lavoro di qualità. Una piattaforma che assume la centralità della difesa dei redditi da lavoro e da pensione, in particolare delle fasce più basse, che rilancia la necessità di una nuova politica dei redditi, in grado di rafforzare il potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni, attraverso misure di fiscalizzazione a favore delle basse retribuzioni. Nella piattaforma si chiedono forme di riduzione dell’imposizione fiscale a favore dei lavoratori dipendenti, una quota del Pil alle pensioni e una incisiva azione concordata di riduzione dei prezzi e di contenimento delle tariffe. Rivendichiamo quel che ci spetta in termini di restituzione integrale del fiscal drag. Confermiamo la nostra contrarietà a questa sciagurata manovra fiscale. Chiediamo la parità tra dipendenti e pensionati nella soglia della no tax area e il riconoscimento di specifiche detrazioni per gli ultrasessantacinquenni. Chiediamo misure economiche per i redditi incapienti e la restituzione di quanto scippato con tassazione del tfr a chi ha lasciato il lavoro dal 2003. E’ così che il sindacato italiano indica con chiarezza le forme e i modi per una politica di sostegno ai consumi, non solo alternativa alle iniquità della manovra del governo sul fisco, ma davvero efficace”.
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