4.12.2004
Finestra sudamericana: Pensieri
In Brasile non si respira una bella aria.
Le elezioni si sono consumate, il PT esce da São Paulo e Porto Alegre, le nuove amministrazioni avranno molto da fare per far fronte alle necessitá (servizi) a fronte di un deficit consolidato pari a dieci volte le entrate.
Il governo agisce sfruttando quelle che si chiamano “misure provvisorie”, decreti legge, in misura piú che sproporzionale e inadeguata alle necessitá che la legge consentirebbe. Risultato: il capogruppo al senato Mercadante che chiede espressamente al Presidente Lula di smetterla e di facilitare il lavoro del Parlamento (legislativo). I tassi di interesse crescono di mezzo punto, inasprendo sempre piú i rappporti tra quella piccola, ipopcrita classe dirigente (!) e il resto della popolazione, prevalentemente borghese, che aspira a diventare classe media governante.
I soldi mancano dalle casse, qualcuno forse finirá in galera (l´ex sindaco di São Paulo, Paulo Maluf) ma i denari si recuperano difficilmente (vedi Parmalat, vedi Cirio) e chi li ha persi, amen. Nella cultura dell´intolleranza e della purezza spirituale (USA come Brasile, dilagare della cultura cristiana attraverso le chiese evangeliche, centro di raccolta di fondi immensi, di potere mediatico e industriale) prevale l´etica del perdono su quella protestante e si capisce, definitivamente,la differenza tra il rubacchiare le cose degli altri e fare in modo che la cosa pubblica funzioni rigorosamente.
Muore Celso Furtado, un grande economista, probabilmente il piú grande che il Brasile abbia avuto. Avvisava, profeticamente, sulle difficoltá che qualsiasi governo brasiliano avrebbe avuto se non avesse risolto, una volta per tutte, il problema del debito estero e degli interessi che su questo continuano a gravare (infinit...) senza permettere che si possa definitivamente fare una riforma sociale equa e adeguata alle necessitá del paese. Inascoltato. Al suo funerale Lula non c´era, impegnato in un incontro con senatori e personalitá dibattendo sullo stato delle cose nello stato del Pará. Aprendo un bom bom offertogli, ha gettato la carta per terra, dietro la schiena del Governatore.
Peró. Non si respira una bella aria, la novitá sembra terminata, adesso ci si aspetta qualche risultato ma le cose non sembrano muoversi. Impantanate nelle mani di chi, forse, non riesce a farle funzionare come pensava.
Federico Di Franco
federicodifranco@gmail.com
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