5.12.2004
5 dicembre 2004: prima Giornata Nazionale della Salute Mentale Dalla Caritas un appello all’accoglienza e al coinvolgimento
Domenica 5 dicembre è stata celebrata la prima giornata nazionale della salute mentale. Un’occasione per sentirci tutti impegnati a promuovere una cultura dell’accettazione nei confronti dei soggetti con patologie psichiatriche. A livello mondiale, i disturbi neuropsichiatrici sono causa di morte per 1.105.000 persone. "Senza contare – sottolinea mons.Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana – un’altissima percentuale di vittime di traumi psicologici tra quel miliardo di persone che convivono con guerre, terrorismo, torture ed altre forme di violenza. One billion (un miliardo) è appunto il titolo del progetto che ha visto oggi a Roma l’incontro con i Ministri della Sanità di 50 paesi scossi da guerre e violenze per discutere di piani sanitari per la cura di queste ferite invisibili". Tornando al nostro Paese c’è da dire che l’Italia, secondo studi recenti, registrere bbe una minore percentuale di malati di mente e di suicidi rispetto agli altri Paesi europei e agli Usa. Questi dati non negano però la presenza di numerose persone che soffrono a causa di una malattia mentale, né l’aumento del problema tra i preadolescenti. Basti pensare che solo di depressione soffrono in media 17 italiani su 100 e ogni anno si verificano 250 casi in più ogni 10 mila abitanti. La Caritas Italiana, invita quindi a dare piena adesione alla giornata e intende sottolineare una serie di problematiche: § a molti malati di mente non è garantita la cura. Troppo spesso strutture e/o personale sono insufficienti per un tempestivo ed efficace intervento che tenga conto della persona nella sua unicità senza ridursi alla sola prescrizione di farmaci; § manca una presa in carico da parte dei Servizi territoriali di tutte quelle persone con una doppia diagnosi di malattia mentale e dipendenza, difficilmente incluse in percorsi terapeutici che contemplino il bene del singolo ed il suo reinserimento sociale. § Non si scorge all’orizzonte alcuna realizzazione di programmi che prevedono per i malati di mente il progressivo inserimento anche nel mondo del lavoro, dove, attraverso supporti efficaci, possano emergere le loro capacità . § Negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari vengono spesso violati i diritti più elementari: in alcuni di questi, scarseggia il cibo e si registra la mancanza pressoché totale di farmaci di qualunque tipologia. Non persone bensì "matti pericolosi", reclusi e senza cure. È auspicabile pertanto un cambiamento che porti a: § mettere a regime i Dipartimenti di Salute Mentale (DSM), dotandoli di personale sufficiente per una presa in carico tempestiva ed efficace; § favorire l’ acquisizione di alloggio e lavoro ai malati, condizione indispensabile per un loro reale reinserimento; § far sentire loro la vicinanza di tutta la società . La malattia mentale non deve essere vissuta come "questione psichiatrica", da delegare solo ai "tecnici". Ogni cittadino, ogni cristiano deve sentirsi interpellato dalla sofferenza di tanti malati e delle loro famiglie che vivono spesso nel nascondimento e nella solitudine. Molte sono state le comunità cristiane che negli ultimi anni si sono "fatte prossimo", in varie forme, ai malati. Occorre continuare su questa strada con sempre maggiore coinvolgimento, accorgendoci di loro, tutelando i loro diritti di cura e di salute, e accogliendoli, affinché nessuno si senta escluso.
Per saperne di più "Vuoti a perdere" – Rapporto 2004 su esclusione sociale e citta dinanza incompiuta" a cura di Caritas Italiana-Fondazione Zancan, Edizioni Feltrinelli "Un dolore disabitato" Sofferenza mentale e comunità cristiana a cura di Caritas Italiana e Ufficio Cei per la Pastorale della sanità , Edizioni Dehoniane Bologna 2004 "Centro d'ascolto Caritas Cremonese" centroascoltocr@libero.it
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