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I socialisti francesi dicono si all'Europa.
5.12.2004

I socialisti francesi dicono 'sì' alla Costituzione europea
di Marcella Marcelli

Mercoledì sera si è svolto l’atteso “referendum” tra i militanti del Partito socialista francese, chiamati ad esprimersi sul Trattato costituzionale europeo. I risultati hanno sancito la netta vittoria del segretario Hollande (promotore del 'sì') che incassa il favore del 59% dei votanti.

Sabato prossimo il Consiglio nazionale del partito ratificherà i risultati.

L’esito del voto è stato incerto fino alla fine, tenuto conto del fatto che per tutta la durata di questa insolita campagna elettorale interna, i sostenitori del ‘sì’ e quelli del ‘no’ sono stati testa a testa.

La vittoria del ‘sì’ assume un peso significativo soprattutto alla luce dell’alta partecipazione registrata dall’iniziativa. 120 027 iscritti al Psf, sono stati chiamati alle urne tra le 18.00 e le 20.00 di ieri mercoledì 1° dicembre. 3700 le sezioni del partito attrezzate per la consultazione. Secondo Francois Rebsamen, responsabile nazionale per le Federazioni, avrebbero votato circa 95.000militanti, cioè quasi l’80% degli aventi diritto.

Questi dati rappresentano un indubbio successo per il segretario Francois Hollande che dalla fine di agosto si è battuto perché il Trattato costituzionale firmato a Roma fosse accolto favorevolmente dal proprio partito. Il segretario ha dichiarato di ritenere questo risultato una triplice vittoria “per l’Europa, per la democrazia, per il Partito socialista”.

Simmetricamente, la consultazione referendaria decreta la sconfitta dell’ex premier, Laurent Fabius, che aveva raccolto attorno a sé i sostenitori di “un’opposizione tranquilla” al progetto di Costituzione europea.

E’ significativo, a questo proposito, il prevalere dei ‘sì’ anche nelle realtà politicamente più vicine a Fabius come il Dipartimento della Seine-Saint-Denis (52%) e quello di Paul Quilès (54%). Complessivamente il ‘no’ ha vinto in una ventina di Dipartimenti.

Secondo alcuni sostenitori del ‘no’, molti militanti avrebbero attribuito al referendum interno un significato parzialmente indipendente dal Trattato Costituzionale. Su molti avrebbe fatto presa lo spauracchio di una scissione, agitato ripetutamente dai vertici del partito.

È certamente vero che il significato politico di questa consultazione va ben al di là del merito per cui era stata indetta. Si è trattato certamente anche di un voto pro o contro la direzione politica dell’attuale segretario, che consolida così il proprio consenso interno.

Secondo diversi osservatori la vittoria di Hollande (50 anni) è il segnale del ‘via’ alla corsa per l’investitura a rappresentare i socialisti francesi alle prossime elezioni presidenziali, previste per il 2007. Ma gli aspiranti nel campo del ‘sì’ sono diversi, a cominciare dal 55enne ex ministro dell’economia Dominique Strauss-Khan. Mentre non sono mai tramontate le ipotesi che riguardano l’ex ministro della cultura, il mitterandiano Jack Lang e Lionel Jospin.

Questa lettura troverebbe conferma anche nel fatto che Laurent Fabius ha incentrato la propria campagna elettorale sullo slogan “il ‘sì’ è un voto per la destra” e ha più volte dichiarato di non ritenere opportuno che il progetto socialista per il 2007 prenda le mosse da un voto in sintonia con la destra e con Chirac.

Il voto di mercoledì sera chiude una fase complessa e sofferta, che ha visto trascorrere gli ultimi mesi all’insegna di un serrato dibattito all’interno del principale partito della sinistra d’Oltralpe, lacerato tra la posizione di chi vede nel Trattato un compromesso insufficiente e chi ritiene invece che un ‘no’ al progetto di Costituzione europea equivale alla rinuncia a compiere qualsiasi passo in avanti sulla strada dell’integrazione politica dell’Unione.

Tutti i partiti socialisti europei (tranne quello di Malta), hanno espresso il loro sostegno al Trattato costituzionale. Per questa ragione il dibattito all’interno del Psf, da sempre fortemente europeista, è stato seguito con attenzione e qualche inquietudine, come confessava lo scorso 26 novembre Poul Nyrup Rasmussen, presidente del Pse.

Per la stessa ragione la soddisfazione per la vittoria del 'sì' trova echi in tutta Europa e non solo tra i partiti fratelli.

Dopo l'ok del partito socialista francese alla Costituzione europea la società Csa ha svolto un sondaggio tra i simpatizzanti del Psf sulla permanenza di Laurent Fabius nel direttivo del partito. I risultati (pubblicati su Le Parisien) sembrano scongiurare il pericolo di una frattura insanabile tra le due anime dei socialisti francesi.

Il 54% degli intervistati ha infatti dichiarato di essere favorevole acché Fabius conservi il proprio incarico all'interno del partito e solo il 22% si è espresso a favore delle sue dimissioni.





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