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Dario Franceschini su legge salvapreviti
16.12.2004

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, noi abbiamo vissuto queste ore con un senso di amarezza. Un'altra volta sono state calpestate le regole, calpestati i calendari parlamentari, calpestato il principio secondo il quale quest'aula, nell'organizzare i propri lavori, dovrebbe ascoltare e rispettare le priorità del paese. Un'altra volta si è utilizzato il Parlamento per un uso personale, come finalmente è risultato con chiarezza in questo dibattito. Come le dichiarazioni di molti parlamentari della maggioranza - in quest'aula e fuori - hanno confermato, non vi è più nemmeno il bisogno di utilizzare quel velo di ipocrisia che all'inizio di questa legislatura è stato usato per sostenere ragioni generali, mentre si servivano, in realtà, interessi particolari.

Un'altra volta è stato colpito lo Stato di diritto, il principio costituzionale - sacro, fino a qualche tempo fa - dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Un'altra volta è stato piegato tutto alle urgenze personali di alcuni imputati illustri. Un'altra volta abbiamo visto i banchi del Governo straordinariamente pieni, come nelle occasioni importanti, per prevenire il voto di possibili franchi tiratori, coperti dallo scrutinio segreto.

Noi pensavamo fosse finita, con la prima parte della legislatura, la stagione delle leggi ad personam, da varare subito, non soltanto perché servivano per bloccare alcuni processi, ma anche perché erano necessarie a chiudere alcuni problemi il più in fretta possibile, il più possibile lontano dalle elezioni politiche, per lasciare il tempo agli italiani di rimuovere, di dimenticare. Una nuova urgenza, invece, ha fatto cambiare strategia, una nuova arroganza. Vi è, infatti, qualcuno cui non si può dire di no. Vi è qualcuno troppo potente per potergli dire di no, attualmente e pericolosamente potente, da far pensare che il nome più giusto per questo provvedimento sarebbe stato forse «salva-Berlusconi» e non «salva-Previti».

IGNAZIO LA RUSSA. Bravo! Questa è una novità!

DARIO FRANCESCHINI. Così si è sottratta un'altra pietra all'ordinamento giudiziario. Forse era meglio varare, il primo giorno della legislatura - qualcuno lo ha detto scherzando -, una norma semplice che avrebbe potuto affermare che il signor Silvio Berlusconi e dieci persone da lui indicate non erano soggette alle norme del codice penale. Avremmo evitato di smontare, per risolvere alcuni problemi individuali, il nostro ordinamento giudiziario. L'ordinamento giudiziario è stato, infatti, scardinato in alcuni principi, quale quello del giudice naturale, smontato con la legge sul legittimo sospetto, quello della trasparenza dei mercati, smontato con la legge sul falso in bilancio, quello della lotta alla criminalità internazionale, smontato sulla legge sulle rogatorie, quello dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, smontato con il lodo Schifani. Oggi si mette mano alla prescrizione

Questo provvedimento è una truffa, fin dal titolo, in cui si parla di attenuanti generiche, di recidiva, mentre il vero obiettivo è la riduzione dei termini di prescrizione, naturalmente immediatamente applicabile a tutti gli imputati, mentre l'aggravamento delle pene - anche ciò è ovvio - entrerà in vigore solo successivamente. Ciò avrà come conseguenza il risultato, da un lato, di aggravare le drammatiche situazioni di molti detenuti, in particolare di quelli più deboli, che non hanno gli strumenti economici per allungare i processi il più possibile (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo) e, dall'altro lato, di salvare decine di imputati, che usciranno dal carcere per il raggiungimento dei termini di prescrizione. Qualcuno ha parlato di 10-15 mila processi che rischiano di cadere per effetto delle nuove norme. Ce ne accorgeremo in seguito, purtroppo.

È uno schiaffo duro, uno schiaffo violento all'opinione pubblica, che si aspettava fermezza nella lotta contro il crimine: è lo schiaffo di inserire le norme sulla prescrizione in un provvedimento che era nato per quel motivo. E noi avevamo dato la nostra disponibilità ed abbiamo lavorato per ragionare su quelle pene, prima che il provvedimento diventasse un cavallo di Troia offensivo per inserire la modifica dei termini di prescrizione. È, innanzitutto, uno schiaffo ai vostri elettori, a coloro che in buona fede avevano votato per il centrodestra perché avevano creduto in quella priorità che avevate indicato come così importante: mi riferisco alla lotta per la sicurezza, uno degli slogan più utilizzati per vincere le elezioni, dopo mesi in cui avevate alimentato le paure, utilizzando i media in modo scientifico, diffondendo notizie nei telegiornali della sera, fino a creare sentimenti di ansia in gran parte ingiustificati. Ogni sera, le nostre case erano bombardate dalle im!

magini delle rapine nelle ville nel nord est, degli sbarchi degli immigrati clandestini, degli omicidi di qualsiasi tipo, perché ciò serviva ad alimentare una paura che creasse, a sua volta, una domanda di sicurezza. Parlo degli stessi media che oggi lavorano per nascondere, per minimizzare, per insabbiare; infatti, oggi occorre fare l'opposto, ossia nascondere. Serve nascondere la crescita dei reati che è

documentata dai numeri e la crescita degli omicidi. Occorre nascondere il fatto che interi pezzi del territorio di questo paese - e non solo Napoli - stanno per essere controllati dalla criminalità organizzata. Allora, è uno schiaffo agli italiani e, prima di tutto, uno schiaffo ai vostri elettori.

Di fronte a questa complicata situazione della criminalità organizzata nel nostro paese, nel provvedimento in esame si inserisce una norma che riduce la prescrizione per i reati più gravi, quelli più connessi alla criminalità organizzata.

La prescrizione - è stato ricordato, ma vogliamo ripeterlo - passa da quindici a otto anni per il furto e l'usura, da quindici a otto anni per la corruzione, da quindici a dodici anni per l'associazione a delinquere, da ventidue a vent'anni per l'associazione a delinquere armata. Quanti delinquenti usciranno dal carcere? Dove finisce la certezza della pena? E, soprattutto, valeva la pena fare tutto questo per uno di voi?

Voi credete di avere il diritto di farlo, perché dal primo giorno di questa legislatura avete immaginato non di avere vinto le elezioni e, quindi, di essere chiamati ad un servizio, ossia governare il paese, bensì avete immaginato di essere diventati padroni delle istituzioni e, quindi, legittimati a fare qualsiasi cosa, utilizzando queste ultime per risolvere ogni problema.

Purtroppo, state procurando al paese un danno più profondo di quanto voi stessi immaginiate. Le leggi sbagliate si possono modificare ed abrogare e noi lo faremo; ma il danno che state perpetrando è alla coscienza più profonda del paese. Chi fa politica ed è chiamato a coprire incarichi costituzionali ha, prima di tutto, un dovere: essere testimone nei propri comportamenti e nelle proprie scelte. Infatti, inevitabilmente, con i propri comportamenti e con le proprie scelte trasmette valori e modelli di vita, educa o diseduca.

Voi avete trasmesso agli italiani l'idea che il futuro e il successo di ogni cittadino italiano sia legato alla scelta di essere più furbo, più potente, più spregiudicato e più cinico nell'utilizzare i mezzi disposizione. Quindi, non sono state soltanto le leggi ad personam a spingere verso questa diseducazione morale, bensì i condoni, l'idea che chi aggira la legge è più furbo di chi la rispetta, l'evasione morale delle tasse, come ha indicato il Presidente del Consiglio, la ricchezza ostentata usata come arma nei confronti dei cittadini. Tutto ciò per trasmettere l'idea che chi crede ancora nella cultura della legalità appartenga al passato ed è destinato ad essere travolto da una società in cui i punti riferimento e i valori diventano altri. Avete diseducato, avete rischiato di corrompere le coscienze. Ma il vostro tempo sta per finire, i vostri gesti, i vostri litigi più o meno mascherati, le vostre illusorie ricomposizioni dimostrano che tutto sta avvenendo e tutto stat!

e facendo nell'affannato disordine di questi mesi. E l'affannato disordine di questi mesi dimostra che anche voi sapete che il vostro tempo sta per finire.

L'amore per la democrazia e per la giustizia è dentro il cuore dell'Italia sana e dell'Italia onesta, anche di quella che ha votato per voi, molto di più di quanto voi stessi immaginiate.

Non basteranno i trucchi, le leggi elettorali su misura e i vostri miliardi. I vostri tradimenti e le vostre arroganza da privilegiati ricadranno uno per uno su di voi e c'è un giudizio che non potrete comunque aggirare con nessuna norma: è il giudizio del popolo italiano (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-L'Ulivo). 

Resoconto stenografico della dichiarazione di voto pronunciata questa mattina in aula sulla legge "SalvaPreviti".

Altre notizie su www.dariofranceschini.it

 

 

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