26.12.2004
FRATERNITA' CHIAMA PATERNITA' - CHIESA IN CAMMINO Domani e dopodomani, 27-28 dicembre, a Rimini raduno delle più di mille persone che hanno aderito l’appello ai vescovi italiani “Sull’orrore di Falluja un silenzio che è peccato”, sottoscritto da più di mille persone in tutta Italia. Si chiedeva la condanna dell’attacco alle città irachene, una dichiarazione comune contro la guerra e il ritiro dei cappellani militari. Padova, 26 dicembre 2004. Si sono date appuntamento domani e dopodomani a Rimini le persone che hanno sottoscritto nel novembre scorso l’appello ai Vescovi italiani perché condannassero “il peccato di chi continua ad uccidere”, perché sconfessassero “con una dichiarazione comune la guerra con le sue violenze, menzogne e crudeltà ” e perché ritirassero i cappellani militari presenti in Iraq. Lo avevano chiesto a gran voce sacerdoti, religiosi e laici di tutta Italia. Persone come padre Alex Zanotelli, don Albino Bizzotto, don Luigi Ciotti, don Andrea Gallo, don Vinicio Albanesi, il teologo don Carlo Molari, ma anche laici come il giornalista Renzo Giacomelli e Gino Strada, nonché tantissima gente comune, credenti che rispetto al “tacere impressionante” sull’orrore di Falluja avevano sentito un “fremito di coscienza” e vivevano “la sofferenza della vergogna e dell’impotenza”. “Non possiamo rassegnarci. Non possiamo più tacere! Il nostro Dio ascolta il grido dei bambini, delle donne, dei civili trucidati senza distinzione. Il nostro silenzio rischia di essere interpretato da parte di tutti i crocefissi come connivenza con i crocefissori. Questo silenzio è peccato” avevano scritto ai vescovi in quella occasione. “Sconfessate – continuava l’appello - con una dichiarazione comune la guerra con le sue violenze, menzogne e crudeltà . Ribadite la scelta responsabile della nonviolenza, del dialogo e del diritto per raggiungere la riconciliazione e la pace tanto desiderate”. Alla Conferenza Episcopale Italiana veniva chiesto “un segno semplice, eloquente, comprensibile dalle folle di poveri, sfiniti dalla violenza indiscriminata: ritirate i cappellani militari, che in questo momento sono assieme ai soldati italiani di fatto parte della coalizione responsabile di quanto sta avvenendo”. L’appello fino ad oggi è stato firmato da più di mille persone, “segno - spiega don Albino Bizzotto - che esiste una sofferenza profonda e una grande attesa nei confronti di tutto il corpo episcopale, e non solo sulla tematica della pace. Per questo abbiamo pensato di offrire la possibilità a chi ha firmato l’appello di conoscersi e di incontrarsi per la messa in comune di una analisi più completa in vista di una coscienza e di una presa di posizione più comunitarie. Non ci sembra sufficiente che uno stato d'animo così forte, così generale possa esaurirsi nell'adesione a un testo scritto. Lo stile e lo spirito dell'incontro dovrebbero rispondere a un grande senso di responsabilità , di proposta positiva e non di polemica”. La due giorni di riflessione, dal titolo “FRATERNITA' CHIAMA PATERNITA' - CHIESA IN CAMMINO”, si terrà presso l’Albergo "La Torretta Bramante", in via Regina Elena 199 a Rimini, con inizio previsto per le ore 9.30 di domani 27 dicembre.
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