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ASPETTANDO LA RIPARTIZIONE DELL'IVA
4.01.2005

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa interessante proposta relativa alla situazione dell'IVA in presenza di un fallimento aziendale

ASPETTANDO LA RIPARTIZIONE

Caro Direttore,

la ripartizione avviene quando, alla chiusura del fallimento, la curatela ripartisce le spoglie derivanti dal fallimento stesso. Le priorità sono definite: i dipendenti, i creditori privilegiati, i chirografari, ecc. Dal momento in cui abbiamo anticipato l‘IVA sono passati (diciamo) dieci anni ? Più o meno questi sono i tempi di una procedura fallimentare.

Qui non si parla dei requisiti microbiologici delle acque in cui crescono i molluschi eduli lamellibranchi o di tutelare la tipicità dei pomodorini di Pachino; qui si parla di diritti. Lo Stato ci trasforma in esattori di IVA e noi lo facciamo. L’ideale sarebbe che ciascuno la versasse solo dopo averla riscossa, ma il solo pensiero mette a soqquadro il già malandato bilancio dello Stato. Però in caso di accertata insolvenza del cliente perché devo mantenere anticipata l’IVA per dieci anni ?

Che si possa e si debba fare qualcosa per accelerare i tempi di rimborso mi è parso tanto logico da farmi sorgere dei dubbi. Mi sono chiesto: "perché non lo si è fatto? E’ possibile che nessuno ci abbia pensato ?"

Va bene il rischio imprenditoriale, è ineliminabile, ma unire al danno le beffe mi pare troppo.

Allora ho chiesto ai cosiddetti esperti cosa mi stesse sfuggendo. Una risposta è stata perché si teme che nel tempo intercorrente tra l’emissione della fattura e la chiusura del fallimento, l’Azienda creditrice potrebbe chiudere essa stessa e lo Stato non incasserebbe l’IVA derivante dalla possibile ripartizione.

Oh bella ! A parte che è teoria fumosa, allora siamo tutti potenziali evasori dell’ IVA, ma non per questo lo Stato (a garanzia) ci chiede una fidejussione o addirittura si prende in ostaggio un nostro familiare !

Una cosa l’ho capita; per recuperare l ‘ IVA ci vuole un documento. Ebbene, documento per documento, io una proposta ce l’avrei. Non è già sufficiente produrre quello che attesta che l’Azienda debitrice ha portato i libri in Tribunale ? O si pensa lo avrà fatto solo per un capriccio ? Si guadagnerebbero almeno sette/otto anni.

Anche in caso di truffa, al fallimento si deve arrivare ed i tempi sono ancora più lunghi. Allora non è sufficiente che la Procura che svolge le indagini dichiari che proprio di truffa pare trattarsi e che l’Azienda debitrice si è volatilizzata ? Dice : " ma l’indagine è coperta da segreto istruttorio !". Ebbene, gli esperti trovino un’altra forma che salvi capra e cavoli.

Io affermo che l ‘ IVA deve essere restituita velocemente. Se dopo la chiusura del fallimento una frazione dei crediti sarà incassata, a quel tempo e solo a quel tempo, si pagherà l’IVA relativa.

Prima ancora di vedermi calare le tasse, mi accontenterei di riavere velocemente i miei soldi.

Mi hanno detto che la Commissione "Nordio" sta esaminando queste materie. L’occasione è buona per farle sentire il fiato sul collo. Di fare lobby ne abbiamo tutti i diritti ed una tornata elettorale è sempre alle porte.

Se facciamo pressione è possibile che qualcuno ci ascolti e che un emendamento possa essere approvato dal Parlamento all’unanimità. L’approvazione di certe leggi non è stata fulminea ? Se ciò non avverrà sarà solo per mancanza di volontà politica, mascherata da argomenti tecnici speciosi.

Mi verrà da chiedermi: " i Borboni erano poi tanto male ?" Al momento dell’Unità d’Italia le casse del Regno delle due Sicilie erano floride e quei fondi sono stati utilizzati per rimpinguare le casse esauste del Piemonte, che con Cavour si era indebitato per finanziare le guerre d’Indipendenza.

Aux armes citoyens, formez vos bataillons ! Dobbiamo essere duri e determinati; ad essere stati fregati siamo già in tanti ed altri si aggiungeranno !

Claudio MONICA, Cremona

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